XXIII EDIZIONE DELL’OSSERVATORIO FINDOMESTIC BANCA SUL CONSUMO DI BENI DUREVOLI.

Nel 2016 il reddito pro capite della regione Lazio ha registrato un trend positivo (+2,1% per un controvalore di 19.361 di Euro). In crescita anche la spesa per beni durevoli sostenuta dal comparto mobilità (auto nuove +17,9%) che ha registrato lo sviluppo più intenso, dove Roma ha fatto la parte del leone in termini di volumi di vendita con 1.288 milioni di Euro (+17,5% sull’anno precedente). Ad eccezione dei mobili (+2,5%) i comparti legati alla casa hanno offerto un sostegno limitato alla crescita dei beni durevoli: +0,5% sia per gli elettrodomestici che l’information technology, mentre l’elettronica di consumo non si è spinta oltre lo 0,3%. La spesa familiare per i beni durevoli nel 2016 è cresciuta del 6,7%, performance migliore della media nazionale (+6,4%). A livello provinciale gli acquisti per i beni durevoli hanno mostrato un andamento positivo soprattutto a Rieti (+7,8%) e a Latina (+6,8%).

E’ quanto affermano i principali risultati della XXIII edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli nel Lazio, presentato a Gennaio presso l’Hotel Majestic a Roma.

Tra le province gli acquisti per i beni durevoli hanno mostrato la dinamica più vivace a Rieti (+7,8%), Roma (+6,7%), Latina (+6,8%) e Frosinone (+6,5%) che si sono allineate al +6,7% medio regionale, che è più alto di 0,3 punti percentuali rispetto alla media nazionale (+6,4%). Solo a Viterbo non si è andati oltre il +5,7. La spesa complessiva per i beni durevoli nel 2016 è stata pari a 5.694 milioni di Euro (+6,7% rispetto all’anno precedente), su un totale nazionale pari a circa 59.2 milioni di Euro.

Per quanto riguarda i settori di spesa, per i settori auto e moto, la crescita più sostenuta si ravvisa per le auto nuove (+17,9%) e per i motoveicoli (+12,2%); più modesta per le auto usate (+3,0%) La spesa per le auto nuove è stata di 1.668 milioni di Euro, quella per l’usato di 1.827 milioni e di 137 milioni per quella per i motoveicoli. Per il settore dei mobili fa segnare un incremento dei volumi di spesa del +2,5% per una cifra complessiva di 1.320 milioni di Euro, contro i 1.288 dello scorso anno. Per gli Elettrodomestici, aumenta lievemente la spesa destinata agli elettrodomestici grandi e piccoli (+0,5% rispetto al 2015) che si attesta a 379 milioni di Euro e al mercato dell’elettronica di consumo (+0,3 per un controvalore di 175 milioni di Euro). Per quanto riguarda i prodotti informatici, questo settore registra una crescita dello +0,5% rispetto allo scorso anno, per un totale di vendite pari a 188 milioni di Euro, contro i 187 fatti segnare nel 2015.

A livello provinciale il reddito disponibile pro capite è cresciuto in linea con la media regionale, in particolare a Roma del+2,1% raggiungendo quota 21.378 di Euro, mentre una maggiore dinamicità ha coinvolto Frosinone e Rieti (+2,4% entrambe) con un ammontare che è pari a rispettivamente 13.900 Euro e 13.957 Euro. Performance più deludenti si sono registrate a Latina (+1,9% per 13.243 Euro) e Viterbo (+1,7%), dove il reddito per abitante è 14.025 Euro.

La spesa per l’acquisto di auto nel 2016 ha mostrato un andamento positivo, sia per l’usato (+3,0%) che per le auto nuove (+17,9%). Come sempre, Roma ha fatto la parte del leone in termini di volumi di vendita: 1.288 milioni di Euro. Seguono Latina con 143 milioni (+17,9%), Frosinone con 110 milioni (+22,3%), Viterbo con 87 milioni (+15,4%) e Rieti, ultima, con 40 milioni (+23,3%). La crescita è stata più contenuta per il mercato dell’usato. Anche in questo caso, a guidare la classifica è Roma con vendite pari a 1.458 milioni di Euro (+3,0%), seguita a distanza dalle altre province: Latina 130 milioni (+3,7%), Frosinone con 118 milioni (+2,6%), Viterbo con 82 milioni (+2,4%) ed in coda Rieti con 39 milioni (+4,2%). Per quanto riguarda le moto, oltre a Roma, dove i consumi sono aumentati del 12,2%, passando dai 101 milioni del 2015 ai 113 del 2016, anche tutte le altre province hanno riportato segni positivi. Fa eccezione Rieti che è scesa di -8,4% punti percentuali. Latina è stata la provincia con l’incremento percentuale più incisivo: +17,3%. A Viterbo e Frosinone il mercato dei motoveicoli cresce invece rispettivamente del +13,7 % e del +11,1%.

Nel comparto dei mobili tutte le province hanno mostrato una crescita, classifica guidata da Roma (+2,9%) e Rieti (+2,6%). Viterbo ha totalizzato un +1,7%, Latina +1,3%, ed infine Frosinone +0,8%.

Per quanto riguarda gli elettrodomestici grandi e piccoli, Roma è la provincia che presenta l’incremento più incisivo dei volumi di vendita (+0,5%, per un totale di 285 milioni di Euro). Seguono Latina (34 milioni di Euro), Frosinone (30 milioni di Euro) e Rieti (10 milioni di Euro) con un aumento del +0,4%. Stabile Viterbo con un controvalore di 20 milioni di Euro. L’elettronica di consumo ha riportato una flessione a Viterbo (-0,3%) e Rieti (-0,5%), mentre nelle altre province il trend è positivo: Latina +1,3%, Frosinone +0,6%, Roma +0,2%.

Il comparto informatica per le famiglie, che nel complesso in Lazio nel 2016 ha registrato una spesa per circa 188 milioni di Euro, ha riportato una diminuzione di vendita in tutte le province ad eccezione di Roma (+0,9%). La decrescita più forte si è verificata nella provincia di Viterbo (-1,6%); a seguire Rieti (-1,1%), Latina (-0,5%) ed in chiusura Frosinone.

La sostenibilità, un valore sempre più discriminante e premiante, è una delle tendenze generali che si riscontrano anche nel Lazio. Anche in questa Regione, come nel resto d’Italia i consumatori hanno evidenziato un atteggiamento molto selettivo ed esigente: ben sette su dieci sono disponibili a premiare le aziende che investono in sostenibilità, pagando di più i loro prodotti. Per contro, qualora un’azienda si dimostrasse evidentemente non sostenibile, sono disposti a boicottarla astenendosi dall’acquisto (nel 64% dei casi), oppure sconsigliandolo a parenti ed amici (nel 45%).

In effetti la qualità intesa in senso lato (61%) è oggi il valore guida degli italiani quando fanno acquisti davanti al prezzo (58%) e alle promozioni (40%), capovolgendo un paradigma che spesso vedeva il fattore economico come elemento discriminante; l’indagine rileva poi come ben l’87% degli intervistati sceglie marchi di fiducia, possibilmente italiani, meglio se con una buona reputazione. Per il 53% degli intervistati il concetto di sostenibilità è intrinsecamente connesso alla variabile ambientale: l’attenzione alle risorse limitate è notevole, mentre la sostenibilità ormai non è più una dichiarazione, ma uno stile di vita sempre più diffuso (87%).

I settori considerati più virtuosi sono quelli alimentari, energetico e automobilistico, anche grazie alla ingente comunicazione di prodotto che è stata effettuata, facendo cardine sui temi della sostenibilità. Per quanto concerne il terziario, e più in particolare banche e assicurazioni, la sostenibilità viene misurata dalla vicinanza ai clienti che attraversano momenti di difficoltà (40%), da una comunicazione chiara e trasparente (35%), dall’offerta di prodotti e servizi adeguati e non sovradimensionati (33%).

Sul versante aziendale gli investimenti in sostenibilità vertono principalmente sulla governance, sulla sostenibilità sociale ed ambientale. L’80% delle società intervistate dichiara che l’impegno nella sostenibilità si traduce in una migliore performance economica finanziaria nel medio/lungo periodo. Tuttavia la mancanza di ritorno immediato unita a quella di incentivi di mercato, sono elementi che rallentano lo sviluppo della sostenibilità all’interno delle aziende, secondo circa un’azienda su quattro tra quelle intervistate.

Roma, 31 Gennaio 2017

Alexia Perazzi