VINI IN CALABRIA. CON BISCONTE UN TOUR NEL FEUDO DEI SANSEVERINO

Nel corso di questi anni i vini prodotti dalla nostra Azienda, Feudo dei Sanseverino, hanno ottenuto numerosi riconoscimenti da parte delle tante guide e Associazioni di Sommelier che aiutano il consumatore a capire le migliaia di etichette che arrivano, ogni anno, sul mercato”. Esordisce così l’imprenditore Maurizio Bisconte, calabrese, che ci parla della sua azienda. “Il vino è un prodotto semplice -afferma- perché comunque appartiene alla nostra cultura alimentare, complesso perché sempre più i territori e i vitigni, sostenuti da un lavoro intenso e forte di vignaioli veri, sono capaci di esprimere delle complessità di gusto, colore e odori che se conosciute e capite aiutano a godere al meglio di un calice di vino”.

 

MAR2016-BISCONTIVINIBisconte, ci parli del Feudo dei Sanseverino…

 

In modo consapevole il Feudo sta ripercorrendo la strada della storia della viticoltura della nostra Italia e soprattutto la ricerca della vocazione territoriale dei vitigni, che trovano radici in questa terra lontana che dalle montagne guarda il mare che porta verso lidi lontani e una volta terra d’approdo. Tutti i vitigni prodotti sono autoctoni e sono la Lacrima Nera, la Guarnaccia, il Greco Bianco, la Malvasia e il Moscato. Da questi vitigni da soli o in composizione produciamo la Lacrima Nera – Rosso ottenuto in purezza dall’omonimo vitigno; Donna Marianna – Rosso che abbina la Lacrima Nera con le uve bianche di Guarnaccia e Malvasia; il Rosà di Lacrima Nera – un rosato ottenuto dalla Lacrima Nera; Sestio – un bianco ottenuto da Greco Bianco, con qualche chicco di Guarnaccia e Malvasia e poi vini che addolciscono l’umore della vita come il Mastro Terenzio un passito di moscato in purezza e il Moscato passito al Governo di Saracena che racchiude tutte le storie che hanno vissuto questa terra.

 

La tenuta è nata in Calabria…

 

La nostra azienda nasce in questa stupenda Regione, sulle pendici del Parco Nazionale del Pollino, sul versante che guarda l’antica Magna Grecia. Un piccolissimo comune dal nome di Saracena, ma che anticamente si chiamava Sestio in quanto era la sesta città fondata dagli Enotri. Coloro che portarono la cultura della vite e del vino nella nostra Italia. Una terra particolare che ha coniugato le tante culture che l’hanno vissuta, Enotri, Greci, Bizantini, Latini e poi il mondo Arabo, Piemontese e tanti altri.

 

E’ una azienda di famiglia?

 

L’impresa nasce in modo strano. La mia famiglia, aveva dei terreni ,come tutti gli abitanti del paese, per i suoi fabbisogni normali, ma mio padre era un Sarto e mia madreuna Magliaia e mio fratello Roberto aveva una piccola azienda di impianti elettrici.

 

Ci racconti qualcosa del suo percorso professionale…

 

Negli anni ‘80 partii, come tanti sono andato a studiare fuori da questa terra e poi per lavoro ho vissuto in parecchie città della nostra Italia. In questo mio percorso scoprii tante cose incredibili della mia terra d’origine che si erano perse nella rincorsa del modello di sviluppo a cui ci si era aggrappati per essere nel mondo e sopravvivere dignitosamente.

In queste mie ricerche trovai tante citazioni, da pergamene nel Vaticano ai libri del viaggiatori di fine ‘800 del Grand Tour, da Gissing a Ghoete, che parlavano dei Vini di questa terra e del Moscato di Saracena. Un prodotto con cui si accoglieva l’ospite e che riusciva a farsi ricordare in tempi in cui la magnificenza di cui si parlava era costituita sicuramente da altro.

Altri libri, tecnici per quel tempo, parlavano poi della Lacrima Nera, un vitigno a bacca rossa, così rigoglioso, che nel corso del tempo ha attraversato questa nostra Italia, andando a generare vitigni in altre parti d’Italia, oggi molto importanti.

La cosa che mi stupiva e mi suscitava tanti pensieri era che non trovavo mai vini di questa terra nei luoghi di consumo. Perché una vocazione così importante in tempi passati si era persa?

 

E allora che cosa le è venuto in mente?

 

Convinsi mio fratello e nel 1999 mettemmo in piedi l’azienda vinicola, cercando di coinvolgere anche altre persone. Non avendo cultura agricola, né competenze, scoprimmo, in quel periodo, un mondo di sostegno della nostra Italia, completamente assorto da carte e modelli che non appartenevano alla nostra cultura.

 

Avete fatte tutto da soli?

 

Ci diede una mano un visionario agronomo del Nord, conosciuto nei miei giri, e un signore anziano che aveva vissuto sempre di lavori della terra. Nel corso del tempo questa coniugazione ha fatto emergere vitigni antichissimi e “scomparsi” sulle carte capaci di dare vini di una longevità incredibile con sapori e profumi, cosi passionevoli, che si lasciano ricordare nel tempo. Siamo rimasti una realtà molto piccola e produciamo oggi 6 etichette che raccontano questa esperienza strana.

 

A quali recenti esposizioni ha partecipato con i suoi vini?

 

Da qualche anno partecipiamo a Vinitaly a Verona e al Salone del Gusto di Torino, poi ogni tanto andiamo in giro per l’Italia e per il mondo a presentarci.

 

Quali saranno i prossimi appuntamenti?

 

In aprile saremo sicuramente al prossimo Vinitaly a Verona

Sabrina Trombetti