VII CONFERENZA DEI SITI ITALIANI ISCRITTI NELLA LISTA DEL PATRIMONIO MONDIALE DELL’UNESCO

Dall’8 al 10 Novembre si è tenuta a Roma, a Palazzo Barberini, la VII Conferenza Nazionale dei Siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO organizzata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che intende riattivare l’organizzazione periodica e cadenzata di incontro e confronto fra tutti i soggetti che concorrono alla conservazione e gestione di questo straordinario patrimonio, in un percorso collaborativo tra le istituzioni nazionali ed internazionali.
Quest’anno la Conferenza Nazionale ha voluto dare spazio alla riflessione che accompagna l’avvio dell’istituzione dell’Osservatorio sui Siti del Patrimonio Mondiale italiani, un nuovo organismo promosso dal ministero dei Beni culturali e del Turismo per unire gli sforzi di conservazione, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale che il MiBACT intende costituire in affiancamento e a sostegno dell’attività dell’attuale Ufficio UNESCO che opera presso il Segretariato Generale.
Un Osservatorio. Con l’aumentare del numero di siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale nasce la consapevolezza della necessità di un luogo dove portare avanti una riflessione più ampia sul ruolo di questo patrimonio e sulle misure necessarie per proteggerlo, come impone la Convenzione stessa, attraverso percorsi che si allargano alle riflessioni più recenti sul ruolo della cultura e sulle sue ricadute sociali ed economiche.
Tali temi si collegano al più ampio dibattito sui legami tra le diverse espressioni culturali – materiali e immateriali – e tematiche relative alla diversità culturale e allo sviluppo sostenibile, al centro delle agende delle Organizzazioni afferenti alle Nazioni Unite ed, in primis, dell’UNESCO.
L’Osservatorio, promosso dal MiBACT, vuole essere concepito come un luogo di integrazione e di contatto – in materia di gestione del patrimonio mondiale – tra i vari livelli amministrativi di governo e le istituzioni coinvolti nella gestione dei siti Unesco, le università e gli altri enti di ricerca, nonché con i settori professionali e di rappresentanze della società civile
Il patrimonio culturale, di cui i Siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale rappresentano un’eccellenza, è ormai unanimemente riconosciuto quale risorsa per le comunità che lo detengono.
Ascrivere nella categoria “risorse“ il patrimonio culturale implica, nell’ottica della sostenibilità, un utilizzo delle risorse tale da non pregiudicarne la disponibilità per le generazioni future: la Risorsa deve essere conservata, la Risorsa deve essere rigenerata.
Saper individuare e rafforzare meccanismi capaci di coniugare la conservazione e la continua rigenerazione delle risorse culturali implica infatti la capacità di sviluppare politiche capaci non solo di conservare le testimonianze materiali, ma anche di creare nuova cultura. Perciò, ferma restando la priorità della conservazione del patrimonio nella sua consistenza materiale, come condizione necessaria alla trasmissione dei valori, il riconoscimento della multidimensionalità dei fenomeni culturali pone l’attenzione sulla rilevanza della gestione.
Al di là delle riflessioni di carattere teorico, questa capacità necessita di strumenti operativi che consentano di disporre di dati e di analisi per poter governare i processi sulla base di elementi conoscitivi adeguati; si tratta cioè di tradurre le esigenze di politiche “evidence based“ in azioni concrete.
Si prevedono, per l’Osservatorio, in questa fase, tre distinti ambiti di attività:
– monitorare lo stato dei siti UNESCO italiani, attraverso la sistematizzazione di informazioni e dati di base, già noti e disponibili, relativi alla descrizione di ciascun sito (perimetri, cartografie, sistemi gestionali, ecc.) al suo stato di conservazione, alla sua attività;
– rilevare e valutare gli impatti delle strategie e delle azioni poste in essere ai diversi livelli;
– realizzare e promuovere iniziative, indagini e studi su temi specifici relativi alle tematiche legate all’attuazione della Convenzione 1972, nelle più ampie connessioni ed integrazioni.
La Conferenza, partendo dagli interventi dei relatori esperti nei diversi ambiti operativi dell’Osservatorio, si è articolata in successivi tavoli di discussione costituiti su tematiche specifiche e/o per ambiti di appartenenza dei siti, in cui i rappresentati dei Siti Italiani si sono confrontati sulla base delle proprie esperienze.
I risultati dei tavoli sono confluiti nella discussione finale da cui sono state tratte le conclusioni della Conferenza, ricomposte in un documento finale.
La Conferenza è stata preceduta da una serie di incontri preparatori in occasione di appuntamenti anche internazionali in cui sono state approfondite tematiche su cui si ritiene utile un più ampio dibattito ed in particolare: stati di conservazione, pianificazione territoriale e analisi degli impatti; integrazione dell’offerta culturale territoriale; gestione dei flussi turistici.
“Oggi e’ una giornata importante. A seguito della conferenza nazionale che riunisce tutti gli organi e le istituzioni che si occupano di Unesco in Italia si prenderà la decisione di costituire l’Osservatorio sui siti Unesco italiani. Sarà il veicolo per unire le forze di tutte le realtà che promuovono le grandi tematiche dell’Unesco in Italia e rappresenterà un nuovo strumento per analizzare i modelli di gestione dei siti”. Così ha commentato Paolo Petrocelli, Co-fondatore e Presidente del Comitato Giovani della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.
Il sottosegretario ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni ha spiegato: “I 51 siti Unesco italiani sono motivo di grande orgoglio, ma anche una incredibile responsabilità per chi li amministra. Per questo è fondamentale creare un Osservatorio e definire le linee pratiche per la gestione, la valorizzazione, la promozione e la manutenzione di questo straordinario patrimonio”. L’Osservatorio avrà quindi il compito di monitorare lo stato dei siti italiani, valutando anche le diverse strategie messe in campo dai diversi livelli istituzionali. Si occuperà inoltre di promuovere iniziative, indagini e studi su temi specifici.
Antonia Pasqua Recchia, Segretario del Mibact, ha sottolineato che lo scopo non sarà quello di dare giudizi o pagelle ma di “analizzare i punti di forza e di debolezza”.
Il ministero dei Beni culturali, Dario Franceschini ha infine osservato: “L’Italia è talmente ricca di bellezza che non ha la consapevolezza di che cosa vuol dire nel mondo avere 51 siti riconosciuti. Siamo orgogliosi del nostro patrimonio ma finora non abbiamo usato questo brand. Essere sito Unesco impone limiti di tutela ma è anche una straordinaria occasione di promozione. Nel Piano strategico per il Turismo ci sono dei capitoli specifici proprio sulla promozione dei siti”. Franceschini ha quindi concluso: “per il futuro mi piacerebbe che ci fosse qualche misura estensiva dell’Art bonus per i luoghi che sono siti Unesco”.
Roma, 30 Novembre 2016

Alexia Perazzi