Colline Ciociare e Pascucci al Porticciolo le nuove “Tre Forchette Premi speciali – 30 anni della nostra storia”: questi i ristoranti, i negozi e le enoteche che hanno accompagnato la crescita enogastronomica di Roma con la nuova guida interamente dedicata alla capitale.
Trent’anni di Gambero Rosso, ventisette di guida Roma: una storia parallela di crescita, evoluzione, cambiamenti. La long seller della casa editrice (seconda soltanto a Vini d’Italia) dal 1990 racconta tutto il buono della città: ristoranti, trattorie, botteghe, enoteche. In questo quarto abbondante di secolo i cambiamenti non sono davvero mancati e non solo in termini di numeri, infatti a mutare nel tempo, e in modo incredibile negli ultimi mesi, è stata la mentalità della Capitale, per antonomasia da sempre città globale, Roma sembra davvero alla vigilia di un’ulteriore svolta internazionale grazie a imprenditori decisi a investire in progetti di largo respiro, basti pensare a quanto avvenuto nell’ultimo anno dalla riqualificazione dei mercati rionali all’avventura messa in campo da Mario Sansone insieme alla squadra di Marzapane con la gestione di tutti i servizi di food&beverage del Teatro dell’Opera, ed esemplare, infine, il caso di Rainer Becker, che ha scelto la Capitale e non Milano per il debutto italiano di Zuma, decimo anello del suo marchio di cucina Izakaya (tra gli altri Londra, Miami, New York, Dubai e San Francisco).
Ma Roma non rinuncia neppure a progetti a misura di cliente, vedi il caso delle nuove avventure di Giulio Terrinoni con Per me, premiato come Novità dell’anno, e di Adriano Baldassarre che torna con il suo Tordomatto, per la guida tra le migliori tavole come rapporto qualità/prezzo.
Ma non solo: a Roma e nel Lazio l’alta cucina (alta ma comprensibile e in sintonia con sostenibilità e non–spreco) è in continua crescita, come provato dall’ingresso nelle Tre Forchette delle Colline Ciociare di Acuto e di Pascucci al Porticciolo di Fiumicino che si aggiungono a La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri e alla Trota di Rivodutri.
Guida Roma 2017, inoltre, assegna un solo Tre Gamberi a Sora Maria e Arcangelo di Olevano Romano; tre invece i wine bar che si aggiudicano le Tre Bottiglie (Roscioli e Trimani di Roma e Del Gatto di Anzio), mentre l’unica birreria meritevole dei Tre Boccali rimane l’Open Baladin. E ancora: Miglior servizio di sala a Il Pagliaccio e Miglior servizio di sala in albergo al Mirabelle dell’Hotel Splendide Royal.
Come Miglior rapporto Qualità/Prezzo sono stati premiati: Bistrot 64 a Roma, Osteria Bonelli a Roma, Tordomatto a Roma, Satricvm a Latina.
Nel quartiere Salario, da Galbi, chi è curioso di cucina coreana ne trova un’ottima e originale riproposizione, e gli amanti della fusion giappo-peruviana hanno in Coropuna (Via di Pietralata) un’occasione unica per approcciare l’ancora inesplorata Nikkei.
La riqualificazione dei mercati rionali, il cuore storico della cultura popolare, guarda al di là della frontiera, uno su tutti: quello di Testaccio, icona del quartiere dell’ex Mattatoio, ristrutturato in chiave contemporanea e teatro di una felice coabitazione fra banchi storici e cibo da strada d’autore (e d’autori, come accade da Cups, idea di Cristina Bowerman e Fabio Spada di Glass Hostaria, con “coppette” da passeggio firmate da nomi noti, a rotazione), ma anche il Nomentano, in piazza Alessandria, che dopo un restyling mira a diventare un piccolo polo socioculturale con isola centrale e wi-fi, e capofila di un progetto istituzionale ad ampio respiro (con tanto di Carta dei Valori) per lo snellimento della normativa sull’attribuzione dei box.
Grande novità di questa edizione i Premi “30 anni della nostra storia” ovvero i riconoscimenti assegnati in collaborazione con Poste Italiane, main sponsor della guida, ai ristoranti, ai negozi e alle enoteche che hanno accompagnato la crescita enogastronomica della città e rappresentano un esempio di qualità nel tempo. Tra i ristoranti figurano quei locali presenti nella prima edizione (1990) e ancora oggi felicemente in attività. Stesso discorso per le enoteche. Tra le botteghe di specialità alimentari ci sono altresì negozi con qualche anno in meno di presenza in guida ma sulla breccia da moltissimi anni al punto da essere considerate insegne “storiche”: Agata e Romeo, Alfredo a via Gabi (Roberto e Loretta), Al Ceppo, Il Convivio Troiani, Checchino dal 1887, La Rosetta, Antonello Colonna (Antonello Colonna Resort), Trattoria Monti, Annibale, La Bottega del Cioccolato, Cavalletti, De Angelis, Giovanni De Sanctis, La Dolceroma, Faggiani, Angelo Feroci, Antica Pescheria Galluzzi 1894, Gatti, Magini, Marinari, Panella, Petrini dal 1926, Pomarius, Antico Forno Roscioli, Il Gelato di San Crispino, Sant’Eustachio, Tazza d’Oro, La Tradizione, Volpetti. Per le Enoteche: Enoteca Altobelli, Arcioni, La Bottega del Vino (Casa Bleve), Buccone, Bulzoni, Cavour 313, Cul de Sac, Del Frate, Il Goccetto, Lucantoni, Marchetti, Enoteca al Parlamento, Peluso, Rocchi, Cinti (Le Sommelier), Trimani, Valentini.
Il Premio Gruppo del Gusto dell’Associazione Stampa Estera in Italia è stato assegnato a cinque locali: Il Pagliaccio, Osteria del Tempo Perso di Casalvieri, Spizzala, Antico Forno del Ghetto e Gelateria dei Gracchi.
Ma Roma del Gambero Rosso 2017 non finisce qui: sono infatti oltre 1600 gli indirizzi fra cui scegliere per mangiare a ogni ora del giorno e per acquisti golosi. A tale proposito sono state selezionate 11 botteghe a prova di vero buongustaio, indirizzi da tenere a portata di mano per una spesa davvero speciale: Io Salvati a Cerreto Laziale (RM), Bompiani a Roma, La Bottega dei Terzi a Roma, Il Gelato a Roma, Bottega Liberati a Roma, Magazzino 23.9 a Roma, Men At Work – Cooperativa Sociale a Roma, Pergamino Caffè a Roma, The Jerry Thomas Emporium a Roma, Santi Sebastiano e Valentino a Roma, Tutto Ghiotto a Roma.
Gambero Rosso ringrazia infine il Consorzio Vini Piceni che ha deciso di affiancare il proprio marchio alle Tre Forchette, per celebrare i grandi risultati raggiunti dai produttori con il lavoro svolto sui vitigni autoctoni.
In quasi trent’anni ci sono stati grandi cambiamenti: dai 121 indirizzi della prima edizione si è arrivati, quest’anno, a 650 per la Sezione mangiare e 800 in quella riservata ai Negozi, con tante bellissime novità. Tanti nuovi indirizzi che raccontano della voglia, di Roma e dei romani, di un’offerta nuova e che si orienta verso nuove modalità di fruizione, verso gusti e dinamiche internazionali ma non tradisce se stessa. Insomma, voglia di cambiamento: format inediti, inaugurazioni continue, Chef che lasciano e Chef che raddoppiano; cordate imprenditoriali che investono in settori di mercato finora scoperti e ristoratori “single”, standardizzazione e sartorialità dell’esperienza cibo. Tant’è che è stato deciso di istituire un’altra categoria, quella dei Bistrot, identificati da cocotte. Ma è una Roma contraddittoria, caotica e incagliata nella burocrazia quella che si staglia sull’orizzonte di questa prima metà del 2016.
Roma, 31 Luglio 2016
Alexia Perazzi