Jacopo Tognon, il nuovo Vice Presidente della Lega Pro, ha le idee chiare: prima di tutto va riformata la giustizia sportiva, impiegando tutto il tempo necessario. Tognon, padovano, di professione avvocato, sottolinea la necessità di attuare alcuni cambiamenti per migliorare sul serio il calcio.
Dottor Tognon, quando si è sviluppato il suo interesse per il mondo del calcio?
La mia passione nasce da bambino, sin da piccolo, infatti, e parlo ormai di oltre quarant’anni fa, seguivo la squadra della mia città, il Calcio Padova. Andavo infatti tutte le domeniche nelle partite casalinghe con mio padre a vedere i biancoscudati e quindi, posso dirlo a gran voce, sono anche un grande appassionato di Serie C, categoria nella quale la mia squadra ha per molti anni militato. In questa nuova esperienza di governance credo che come prima cosa bisogna mantenere la barra del timone ben diritta e dunque i valori non possono che essere quelli dell’etica e della serietà, applicando in maniera rigorosa le regole e lavorando di sistema per migliorare il calcio.
Quali gli obiettivi che si pone oggi?
La serie C da sempre è fucina di talenti e da quasi sessant’anni è scuola di formazione imprescindibile per le categorie superiori. Dunque è senz’altro un campionato di giovani e per i giovani. Rendere il campionato più interessante deve essere una priorità assoluta e probabilmente credo che sia determinante procedere in una direzione che dia certezze ai club. La recente approvazione del sistema di licenze nazionali al consiglio federale del 18.12.2018 va esattamente verso questo obiettivo.
Come valuta l’inserimento delle seconde squadre in Lega Pro?
Un’opportunità per tutti o per pochi?
Personalmente sono favorevole alle seconde squadre ma devo anche dire che è necessario un percorso partecipativo al fine di capire bene necessità e bisogni . Questa riforma, invero calata dall’alto durante il commissariamento, deve essere un opportunità e quindi va regolamentata al meglio. Come già stato detto dal presidente è quindi lodevole l’iniziativa che fa capo a Juventus di organizzare una giornata sul tema con tutti i presidenti della serie C nei primi mesi del 2019.
Quali le prime voci nella sua agenda?
Difficile rispondere in quanto ho davvero parecchie priorità, considero però come primo obiettivo quello di studiare bene il funzionamento della Lega e imparare come funziona il sistema. Questo comporta di sicuro anche una fase di viaggi e di visite ai club che hanno anche necessità di sentire vicino a se la Lega.
Su che cosa si è maggiormente concentrata la sua attività?
La parte prevalente del mio lavoro in questo mese e mezzo è stata dedicata proprio alla riforma della giustizia sportiva. C’è un tavolo di lavoro aperto che ha come finalità principale l’armonizzazione, ed in parte la riscrittura di norme federali talora, forse, non sempre chiare. Questa è stata la prima commissione che si è insediata e attualmente il lavoro è diviso in tre sottogruppi, ognuno dei quali si occupa di una parte ben precisa del codice di giustizia sportiva. La speranza è quella di arrivare con un testo condiviso da presentare in consiglio federale entro la fine del mese di febbraio. Ma se i tempi si dovessero leggermente allungare non credo sarebbe un problema: occorre infatti fare le cose al meglio, anche mettendoci nel caso un mese in più.
Sabrina Trombetti