A fine Gennaio, la sede romana di Banca Generali ha aperto le sue porte per l’inaugurazione della mostra fotografica di Fabio Massimo Fioravanti dal titolo “Giappone – sulle tracce del Sol Levante”. La mostra si propone come un viaggio alla scoperta del Teatro Noh, una delle forme d’arte più segrete della cultura giapponese, al seguito di uno dei suoi massimi interpreti: il Maestro Udaka Michishige, attore di Noh e scultore di maschere, designato dal governo giapponese come Rappresentante di un Bene Culturale Nazionale Intangibile.
Durante la serata Monique Arnaud ha offerto ai clienti di Banca Generali e agli altri invitati una dimostrazione della gestualità e dell’uso della maschera nel Teatro Noh e alcuni esempi di kata (movimenti codificati).
“Il Giappone è una meta molto ambita, ma anche complicata e non vorremmo che il trend degli ultimi tempi sminuisse i profondi contenuti culturali e simbolici che questo Paese ha da offrire. Il Teatro del Noh è un’arte antica e nobile, come il Giappone in sé – afferma Enrico Ducrot, AD di Viaggi Dell’Elefante – e tramite le suggestive foto di Fabio Massimo Fioravanti siamo contenti di poter far scoprire qualcosa di più autentico del Paese del Sol Levante; dopo averle esposte qualche tempo fa presso lo Spazio Ducrot, oggi ringraziamo Banca Generali per l’ospitalità e per averci offerto l’opportunità di diffondere queste particolarità, che da sempre ci prefiggiamo di condividere, anche fuori dal nostro mondo”.
Nel corso della serata è stata inoltre proposta una degustazione di sakè della Cantina Masuda, importata in Italia da Cantina Castrocielo.
La mostra, visitabile gratuitamente, rimarrà aperta al pubblico fino al 20 Febbraio presso gli uffici di Banca Generali in Via Leonida Bissolati 76, Roma.
Il teatro Noh è una tradizionale forma di teatro giapponese composta da elementi di danza, di recitazione drammatica, di musica e di poesia in una forma espressiva estremamente preziosa. Nasce nel XIV secolo ad opera dell’ autore Kan’ami Kiyotsugu (1334-1384), che insieme a suo figlio Zeami Motokiyo (1363-1443) e al nipote Motomasa Jūrō (1394-1431) formano la triade della scuola Kanze. Zeami è forse l’autore più importante di ogni epoca con all’attivo oltre duecento opere, che vengono tuttora messe in scena, e molti scritti sul teatro e sull’esecuzione delle opere. Secondo Zeami tutte le rappresentazioni nō dovrebbero creare un ideale estetico chiamato yugen, che significa uno spirito profondo e sottile e di hana, che significa novità. Il nō rappresenta davvero la cultura giapponese di ricercare la bellezza nella sottigliezza e nella formalità.
Attualmente, come accade per molte forme espressive tradizionali, il teatro Noh può venire descritto come un’arte conosciuta ed apprezzata in tutto il Giappone. Ha i suoi più importanti punti di riferimento in città quali Tokyo, Osaka e Kyoto, ed è praticato da attori professionisti, che ad oggi sono circa 1500, che vivono esclusivamente recitando ed insegnando il Noh.
I testi del Nō sono costruiti in modo da poter essere interpretati liberamente dallo spettatore, ciò è dovuto in parte alla peculiarità della lingua che presenta numerosi omofoni. È caratterizzato dalla lentezza, da una grazia spartana e dall’uso di maschere caratteristiche. La musica di accompagnamento è eseguita con strumenti a fiato (fue, flauto) e a percussione (ōtsuzumi, kotsuzumi, tamburi).Il Nō è cantato, per questa ragione, molte persone tendono a pensare al Nō come ad una forma di opera giapponese. Ciò nonostante, il canto nel teatro nō sfrutta una scala tonale limitata e presenta lunghi passaggi ripetitivi. La chiarezza e la melodia non rappresentano l’obiettivo del canto nel teatro Nō benché i testi siano poetici e le strofe riprendano pesantemente il tipico ritmo giapponese sette-cinque, familiare a chi conosce i waka o i più recenti haiku. Il canto del Nō nonostante sia povero di espressioni risulta pregno di allusioni. I tamburi sono tradizionalmente strumenti giapponesi per indurre la trance, il flauto è uno strumento per evocare la discesa degli spiriti, e i kakegoe sono parte dell’invito agli dei a manifestarsi.
Fabio Massimo Fioravanti (Roma 1955) dopo la laurea in Lettere Moderne inizia l’attività di fotografo professionista collaborando con riviste italiane e straniere, case editrici e agenzie d’immagini. E’ autore di reportage fotografici sul Giappone, l’Asia Centrale, l’India e l’Africa del sud. Collabora con numerosi artisti – pittori, musicisti, scrittori, attori – a progetti multidisciplinari. Ha pubblicato vari libri fotografici tra cui: Elegia Siriana / A Syrian Elegy, CasadeiLibri Editore 2016; La Via del Noh / The Way of Noh, CasadeiLibri Editore 2014; La vita dei monaci Zen, Edizioni Novale 2011; Il libro d’arte Bambini in Uzbekistan, Edizioni T.T.L. 2009; Per Alberto Moravia: luoghi e ricordi, Edizioni Empirìa 2007; Imagine Uzbekistan, Edizioni Novale 2006. E’ autore di numerose mostre in Italia e Giappone, tra le ultime: All’ombra del ventaglio, Galleria Phos, Torino 2016; La Via del Noh, Festival della Letteratura di Viaggio, Villa Celimontana, Roma 2016; Sulle vie del teatro Noh, CRT – Triennale di Milano, Milano 2015; Dietro le quinte del teatro Noh, Museo Nazionale d’Arte Orientale Cà Pesaro, Venezia 2015; La Via del Noh, Spazio Ducrot, Roma 2014/2015; La stanza di Alberto, Festival della Letteratura di Viaggio, Villa Celimontana, Roma 2014; Zuiganji. La vita dei monaci Zen, Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, Roma 2010 – Museo d’Arte Orientale “Edoardo Chiossone”, Genova 2010/2013; Le mani vogliono vedere, Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea ‘Sala Uno’, Roma 2009; Viaggio a Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma 2007.
Monique Arnaud studia e recita il teatro Noh da oltre trenta anni sotto la guida del Maestro Michishige Udaka e segue il suo insegnamento di scultura di maschere. Si esibisce regolarmente in ruoli da attore protagonista (shite) del teatro Noh sui palchi giapponesi. In Italia diffonde l’insegnamento del canto e della danza Noh, collabora alla regia di opere liriche, teatro di figura, prosa e performance site specific. E’ l’unica shihan (istruttore autorizzato) che insegna stabilmente il teatro Noh fuori dal Giappone ed è il Direttore europeo dell’International Noh Institute (INI). Conduce un laboratorio intensivo di regia teatrale all’Universita’ IUAV di Venezia, basato sulla pratica del teatro Noh, ma mirato a produzioni contemporanee.
Roma, 31 Gennaio 2017
Alexia Perazzi