TAORMINA: PESSIMA GESTIONE DELL’EMERGENZA CORONAVIRUS, PRONTA UNA DENUNCIA PER EPIDEMIA COLPOSA

Epidemia colposa: questo è il reato, anzi uno dei reati, che si potrebbero configurare nei confronti del governo Conte e dei tavoli tecnici chiamati a gestire l’emergenza sul coronavirus.   Ad affermarlo è un principe del Foro, un Avvocato il cui eloquio è legato ai processi più noti e delicati della storia della nostra Repubblica.

Ex sottosegretario al Ministero dell’Interno del governo Berlusconi, intervistiamo Carlo Taormina che,senza peli sulla lingua, sottolinea gli errori di tempo e di calcolo dell’attuale Esecutivo.

Avvocato Taormina, sta preparando una denuncia da presentare alla Procura di ROMA contro governo e medici che avrebbero sulla coscienza 6.000 morti: quale è il reato che si potrebbe prefigurare nei loro confronti? 

Il reato configurabile è quello di epidemia colposa previsto dagli articoli 452, 438 del Codice Penale. Ma per quanto riguarda le autorità governative si possono profilare responsabilità per reati ministeriali di abuso d’ufficio e per violazione di norme a tutela della salute pubblica o anche di semplici regolamenti. Segnalo che l’autorità Giudiziaria dovrà accertare se i governanti hanno agito sulla base di valutazioni di tecnici ed in tal caso risponderanno solo questi e non il governo. Ove si dovesse accertare che i tecnici abbiano dato le indicazioni giuste, le responsabilità ricadrebbero solo sui componenti del governo che hanno operato. 

Tagli alla sanità, chiusura degli ospedali, i nostri ricercatori migliori all’estero, assenza di mascherine e altro materiale necessario ad evitare il contagio…chi sono i primi responsabili di questo sfracelo sanitario? Quale è il ruolo delle Regioni? 

La denunzia è calibrata su due diverse ipotesi di responsabilità nella propagazione del contagio e nella morte di tante persone. Anzitutto sul ritardo di quasi quaranta giorni nell’imporre la chiusura totale di esercizi e delle attività in tutta Italia, condotte dalle quali sono derivate l’impazzare del contagio e le migliaia di morti. In secondo luogo, la mancata imposizione delle mascherine  omissione tra l’altro camuffata dichiarando l’inutilità di questo presidio. Anche questa omissione è alla base del propagarsi del virus e delle conseguenti morti. Mi sono consultato con tecnici, medici e virologi e tutti sono concordi sul fatto che questi comportamenti sono alla base della tragedia. Vorrei ricordare che il Prof. Massimo Galli è esattamente nella posizione da me rappresentata nella denunzia:come responsabili Governo e tecnici, non anche le Regioni.

Come giudica la misure restrittive messe in atto dal governo Conte: necessarie o eccessivamente liberticide? 

Le misure sono state, colpevolmente, ridicole.    Solo a metà marzo sono state date le disposizioni giuste, ma dal 31 gennaio era stata dichiarata lo stato d’emergenza. Si sono persi giorni, settimane decisive e questo ha determinato la libera circolazione del virus. Questo è il punto fondamentale!

Rivolte nelle carceri: quale è la reale condizione dei detenuti? Come vengono applicate le norme di sicurezza anti coronavirus e come giudica l’operato del ministro Bonafede? 

Considero incivile quel che si sta facendo per le carceri. Avevo plaudito alle previsioni per cui chi dovesse scontare una pena fino al massimo di 18 mesi sarebbe stato posto in detenzione domiciliare. Senonchè il provvedimento non è stato applicato perché, cosa ben nota a tutti, mancano i braccialetti elettronici; non condivido l’operato del Ministro Bonafede del quale peraltro ho condiviso in molte battaglie a cominciare dalla legge “spazzacorrotti”.  Questa ideologia carceraria non è nelle mie corde: chi può fruire di misure alternative deve uscire dal carcere, tenendo presente che se si ammala o muore qualcuno, la responsabilità è anche del Ministro, pure dal punto di vista penale… c’è poi il problema dei detenuti in attesa di giudizio: come si fa a tenere in carcere, esponendoli a contagio e a morte, cittadini che nel 50% dei casi saranno assolti? Se dovesse scoppiare qualche rivolta nelle carceri, insomma, sappiamo a chi rivolgerci.

Sabrina Trombetti