Forte del successo teatrale di “Beato a chi ti Puglia”, tratto dall’omonimo libro, il conduttore televisivo e radiofonico Rai Savino Zaba torna sul palco per un nuovo spettacolo di teatro canzone “Canto…anche se sono stonato”…
Una nuova prova per Zaba, perché ha deciso di presentare a Roma questo nuovo spettacolo?
Perché Roma caput mundi. “canto…anche se sono stonato” e’ il mio secondo spettacolo di teatro-canzone, che ho avuto il coraggio di portare in scena a Roma dopo soltanto cinque repliche fatte in giro per l’Italia. lo spettacolo è in continua evoluzione, cresce di data in data, ma la critica della capitale mi è servita per addrizzare leggermente il tiro. lo spettacolo mi diverte un sacco.
Cosa l’ha divertita di più’?
Mi diverte cantare e raccontare, mi piace il feeling che si è creato con i musicisti e le danzatrici. adoro mettermi in gioco, in ogni occasione. ho sempre ammirato gli artisti a tutto tondo, i conduttori alla Fiorello o alla Walter Chiari capaci di misurasi in più territori. il ‘conduttore 3.0’ deve ‘saper fare’, deve essere poliedrico.
Ci può tracciare un bilancio della due giorni di Roma al Salone Margherita?
Due date meravigliose (sold out) in uno dei tempi del teatro capitolino e italiano in generale. il pubblico ha accolto me e la mia compagnia con grande entusiasmo continuiamo di replicare in futuro.
Ha una lunga esperienza come conduttore tv e radio. Cosa tornerebbe a fare con più piacere?
Mi divido ormai tra la radio, la tv e il teatro in questi anni la radio ha sempre accompagnato il mio percorso artistico, ormai siamo ‘fidanzati’ da 28 anni. nello spettacolo “canto…anche se sono stonato”, ambientato proprio in una trasmissione radiofonica, ho voluto celebrarla nei suoi primi 90 anni di vita. ad ogni modo, adoro muovermi in più ambiti e sto provando a non creare confini tra le varie le dimensioni artistiche. ora spero di tornare presto in tv.
Come immagina un riforma vera della Rai? Si temono colpi di mano?
Sogno una Rai moderna, agile, competente, libera dai compromessi…soprattutto quelli della politica. spero si punti alla meritocrazia , al valore dei dipendenti, dei dirigenti e degli artisti.
Sabrina Trombetti