Misura 41. In morbidissima pelle di vitello. I tacchetti battuti a mano con piccoli chiodini e posti sulla suola in modo trasversale, per favorire forse i cambi di movimento. Un cimelio che suscita fortissime emozioni e bellissimi ricordi a tutti gli amanti di calcio. Sono gli scarpini del più grande giocatore italiano di tutti i tempi: Gianni Rivera. Intervistiamo il dottor Aldo Rossi Merighi, presidente dell’ Associazione S.Anna e promotore della mostra itinerante “Un Secolo d’Azzurro”. Il suo imperativo si può, così, riassumere: studiare il calcio come forma più bella di cultura.
Dopo Giuseppe Meazza la sua collezione di scarpini si arrichisce di un altro mito: Gianni Rivera. Che ricordo ha del Golden Boy rossonero?
Per motivi anagrafici non ho potuto ammirare dal vivo questo immenso campione dalla classe cristallina.
Con Roberto Baggio, a mio avviso, il più grande calciatore italiano di sempre.
Voglio però ricordare un aneddoto, di oltre 20 anni fa, quando Rivera era Assessore allo Sport del Comune di ROMA.
Si giocava, allo Stadio Flaminio, una delle prime partite di beach soccer (calcio sulla sabbia) ed erano in campo le nazionali di Italia e Francia.
Per il calcio d’inizio venne chiamato dalla tribuna proprio Rivera vestito, peraltro, in un’impeccabile abito chiaro.
A quel punto il presentatore dell’evento lo sfidò: Gianni, fai vedere agli amici francesi come si gioca …
Ebbene, si tolse i mocassini, si arrotolo’ i pantaloni e, senza pensarci un attimo, di controbalzo, da centrocampo, fece partire un pallonetto che si infilò sotto il sette. Il portiere francese, appena fuori dalla sua area di rigore, neanche si mosse..
Questi sono i campioni: rendono semplice, banale, scontato ciò che per altri non solo è impossibile ma impensabile…
Quale potrebbe essere il valore di questi meravigliosi cimeli?
Le rispondo con la frase di un grandissimo filosofo tedesco:” Si può comprare solo ciò che ha un prezzo non ciò che ha un valore”.
Posso, però, farvi qualche esempio molto pratico: per gli scarpini Puma di Diego Armando Maradona, indossati nel vittorioso Mondiale di Messico 86, non bastano 40.000 euro, per quelli che ha calzato Ronaldo il Fenomeno nella World Cup 2002 in Corea, me ne hanno chiesti 15.000.
Reputo alte ma, sicuramente, corrette e reali queste cifre perché niente come le scarpette da calcio, così uniche e modellate su misura sul piede dei calciatori, raccontano la loro storia, ed in alcuni casi la loro leggenda.
Se, poi, consideriamo che negli Anni 60 con un solo paio di scarpini molti atleti giocavano quasi tutto un campionato, capiamo come, in alcuni casi, questi potrebbero essere, davvero, modelli unici.
Uno scarpino, quindi, può essere più interessante e forse anche più prezioso di una maglietta da gioco?
La maglia, senza dubbio, ha un richiamo popolare molto più iconico, affascinante ed evocativo rispetto ad una scarpetta ma per un motivo molto semplice. La casacca di una squadra è un simbolo, una bandiera, porta i colori e lo stemma della propria città, ma da un punto di vista storico racconta poco o nulla…
A mio avviso, chi vuole davvero studiare l’origine e la magica evoluzione del calcio, innanzitutto deve documentarsi sulle riviste ed i periodici dell’ epoca e poi concentrarsi sul cuoio, sul legno, sulla gomma, e quindi la passione, l’ impegno, l’ingegno e gli studi di quei mitici artigiani, molti dei quali italiani, che con il loro paziente lavoro hanno migliorato i cosiddetti”arnesi del mestiere” ed hanno reso il football più giocabile, più divertente e quindi più spettacolare.
Quale saranno i prossimi colpi nel mirino?
La nostra collezione oltre a Giuseppe Meazza e Gianni Rivera, tra le altre memorabilia, comprende anche gli scarpini Atala Sport indossati dal grande Sandro Mazzola e le Ferrari di Giancarlo De Sisti(Messico 70) peraltro autografate durante l’ultima tappa della nostra mostra Un Secolo d’Azzurro.
Ad oggi, sto lavorando ad un modello artigianale molto, molto raro indossato, solo per poche partite, da Roberto Baggio.
Rimane poi un grandissimo sogno del cassetto: i Nike Legend dorati con cui Francesco Totti giocò la sua ultima partita con la ROMA.
Da romano e romanista sarebbe il pezzo della collezione più importante in assoluto, anche perché, a breve, andrò a ritirare un altro preziosissimo(ed unico) cimelio del capitano giallorosso.
La sfida è lanciata…accetto scommesse…
M. G.