PROPOSTA CARCERI UNIONE CAMERE PENALI ITALIANE

CARCERI, PENALISTI, TAVOLO COMUNE PER L’EMERGENZA CARCERARIA
Compilata dell’Unione delle Camere Penali italiane a Roma un’importante Proposta sul sovraffollamento nelle carceri e sulla riforma dell’intero sistema carcerario individuando in un documento condiviso, una serie di misure di immediata applicazione, per risolvere il dramma del sovraffollamento e modificare una politica penitenziaria assolutamente insoddisfacente con interventi strutturali che vanno alla radice del problema. Su queste misure che appartengono da sempre al patrimonio genetico dei penalisti, c’è stata una vera convergenza da parte di tutti. Il fatto che tutte le componenti del mondo giudiziario, compresa l’Anm, abbiamo aderito all’iniziativa dimostra quanto sia grave e drammatica la situazione delle carceri”.
carcere“Tra le proposte a costo zero quella di più facile ed immediata applicazione potrebbe essere di evitare il ricorso alla custodia cautelare in carcere come misura ordinaria anziché eccezionale come la legge imporrebbe”.
Varie, inoltre le proposte di riforma del sistema penitenziario per superare il problema rovente dell’attuale sovraffollamento carcerario e dell’evidente inefficacia delle misure introdotte con il Piano carceri, con la soluzione più idonea e auspicabile a tutti i problemi al fine di rilanciare invece l’orizzonte di una riforma sostanziale del Codice penale, che promuova una drastica riduzione delle fattispecie di reato e delle pene e il ricorso al carcere come extrema ratio. La previsione di pene alternative e misure extrapenali e la riduzione dei minimi e dei massimi edittali, a partire dall’abolizione dell’ergastolo, possono rappresentare soluzioni ben migliori se affiancate alla disponibilità a rivedere normative altamente criminogene, quali quelle che penalizzano i recidivi nell’accesso ai benefici penitenziari, quelle che prevedono il carcere per i tossicodipendenti e quelle che criminalizzano l’immigrazione clandestina.
Nello specifico l’Unione delle camere penali italiane propone: limiti all’utilizzo della custodia cautelare in carcere e che l’applicazione della misura cautelare carceraria debba essere utilizzata solo e soltanto in casi eccezionali, quando ogni altra misura risulti assolutamente inadeguata. Ciò attraverso la modifica della normativa di settore che riporti l’art. 275 c.p.p. nell’alveo dello spirito del legislatore del 1988, con un più significativo utilizzo della misura degli arresti domiciliari.
Si chiede in particolare:
– Abrogazione della legge cosiddetta ex-Cirielli, diventata famosa come “legge salva-Previti”, che non ha soltanto ridotto i termini di prescrizione dei reati, ma ha dato nuova forma e contenuto alla figura del “recidivo” e inventato la disciplina del “recidivo reiterato”, che in realtà penalizza la stragrande maggioranza dei detenuti, che sono condannati per reati di microcriminalità, spesso dovuti alla loro condizione, di tossicodipendenti o di immigrati irregolari. Per loro sono stati introdotti inasprimenti di pena, divieto in molti casi di applicazione di circostanze attenuanti, aumento dei termini per la richiesta di permessi premio, irrigidimento per la concessione delle misure alternative, divieto di sospensione pena.
– L’abrogazione di tutte le misure che comportano un aggravio di pena e/o la restrizione delle condizioni per accedere ai benefici.
– La modifica della legge Fini-Giovanardi in materia di sostanze stupefacenti con il superamento del carcere per i tossicodipendenti attraverso la ridefinizione delle tabelle ministeriali relative ai quantitativi riferibili all’uso personale; la depenalizzazione totale dell’uso personale includente la coltivazione; la drastica riduzione delle pene per lo spaccio di droghe leggere, la rimozione del limite a due concessioni dell’affidamento terapeutico.
– L’abrogazione dell’obbligo per gli operatori del SerT di denunciare ogni singola violazione del programma terapeutico. Tutto ciò in vista dell’estensione di percorsi riabilitativi alternativi al carcere, per i quali è necessario un forte impegno degli Enti locali.
– Disposizioni relative agli immigrati condannati:
previsione del rientro nel Paese di origine come “misura alternativa” solo su richiesta dell’interessato e in caso di residuo pena di 3 anni, senza esclusioni pregiudiziali per tipo di reato;
predisposizione di condizioni e risorse idonee a garantire la piena applicazione delle misure alternative agli immigrati condannati.
– Maggiore e più rapida applicazione delle misure alternative al carcere
– L’applicazione delle misure alternative al carcere è l’unico strumento idoneo a garantire il recupero del detenuto e ad evitare il rischio di recidiva. Se si considera che circa il 60% dei detenuti definitivi ha una pena o un residuo pena inferiore a tre anni, l’utilizzo razionale delle misure alternative alla detenzione consentirebbe di evitare il carcere e di liberare diverse migliaia di soggetti. Per una maggior applicazione delle misure alternative, sono necessari:
– Introduzione della messa alla prova anche per gli adulti estendendo l’istituto della sospensione del procedimento con la messa alla prova dell’imputato che, per la sua positiva sperimentazione nel settore minorile, può risultare efficace nel contrasto di fenomeni di microcriminalità, prevenendone l’evoluzione verso manifestazioni criminali più pericolose.
– Introduzione di entrate scaglionate in relazione alla capienza ai fini deflattivi rispetto ai numeri che caratterizzano l’attuale popolazione detenuta.
– Chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ed eliminare le misure di internamento psichiatrico per attuare quanto previsto dalla legge Basaglia e dal decreto 229 del ‘99. Andare verso il superamento delle altre misure di sicurezza divenute pressoché indistinguibili dalle pene detentive.
– Tutela dei diritti dei detenuti e istituzione del Garante Nazionale dei detenuti.
Considerato che a causa del sovraffollamento non è possibile garantire una detenzione rispettosa della dignità delle persone, è auspicabile che, nell’attesa che siano messe a punto soluzioni di più ampio respiro, siano subito attuate misure per rendere almeno più decenti le condizioni di vita nelle carceri, intervenendo per rendere più umani i rapporti con le famiglie e garantendo una effettiva tutela della salute.
Promotori: ACLI Provincia di Padova, Antigone, Associazione nazionale Giuristi Democratici, Beati i Costruttori di Pace, CGIL – FP, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, Magistratura Democratica, Ristretti Orizzonti, Unione Camere Penali Italiane; Aderenti: A buon diritto, ARCI, Forum droghe.
Roma, 30 Aprile 2015

MARCELLO GROTTA