Quando alla fine del 2015, il Comune di Palermo mette a bando, per la prima volta in Italia, un numero importante di immobili, confiscati alla criminalità organizzata, da un nucleo di Associazioni unite tra loro da uno spirito comune, nasce il proposito di creare, primo e unico esempio in Italia, la Casa del Terzo Settore, sul modello delle “Common Houses” anglosassoni, anticipando i presupposti della riforma nazionale del terzo settore, per accogliere tutti quei soggetti afferenti a questa tipologia di attività sociale, e rendere possibile, il funzionamento di una Rete Sociale pubblico-privata, con l’intento di utilizzare i “Beni Comuni”, il “Territorio” e la “Comunità” per lo sviluppo sostenibile di un’area urbana della città, attraverso una riqualificazione culturale, economica e sociale, progettata e gestita dal basso, con la commistione delle buone pratiche, al fine di agevolare nuove opportunità occupazionali, rivolte alle classi economicamente più disagiate.
L’Unione Sociale – Social Union, Associazione di Promozione Sociale capofila del Progetto, nasce a Roma da un gruppo di giovani professionisti ma in pochi anni ha esteso la propria presenza in tutta Italia con numerose sezioni regionali e locali operando sempre in sinergia o in rete con altre organizzazioni, sociali, enti pubblici o privati italiani o stranieri, istituzioni scientifiche e universitarie per il raggiungimento dei suoi obiettivi di utilità e solidarietà sociale, e sulla traiettoria di uno sviluppo proattivo delle sue Reti Sociali territoriali, decide, come capofila, di utilizzare il bando per avere l’opportunità di uno spazio condiviso tra tutti i soggetti partecipanti.
Già da anni impegnata in altri numerosi progetti nazionali nell’ambito delle proprie attività sociali, culturali, di studio, di volontariato, protezione ambientale e di promozione sociale (tra cui, ad esempio, esposizioni artistiche, accoglienza turistica, ludoteca, riunioni di gruppi sociali e di quartiere, attività ricognitive, sportive, parasportive, educativo-divulgative, di salvaguardia ambientale e di turismo sociale), per la sussidiarietà sociale, è attiva nell’organizzazione di diversi Banchi sociali (alimentare, vestiario, farmaceutico, del libro) per l’aiuto alle persone indigenti e incapienti e alle popolazioni colpite da calamità e delle persone migranti e nei confronti di tutti quei cittadini in condizione di marginalità o criticità sociale, per l’economia sociale ha realizzato un progetto operativo sugli orti urbani, per la cultura dei diritti sociali e delle libertà civili, attraverso attività informative anche di tipo legale sui diritti al consumo ed all’acquisto e sulla libera fruizione dei servizi pubblici essenziali mediante attività di istruzione; formazione e aggiornamento relativi al settore didattico, per la protezione ambientale e il turismo sociale partecipa alla realizzazione di vari progetti operativi rivolti alla tutela e valorizzazione del territorio, della cultura materiale enogastronomica e della salvaguardia e fruizione dei beni culturali ed ambientali-paesaggistici locali mediante sviluppo di percorsi turistici e sociali.
Il Progetto chiamato “Common House Italia” per l’istituzione della prima “Casa del Terzo Settore” in Italia, e “Domus Mundi” per il primo progetto siciliano e del sud-Italia in particolare, prende così vita all’interno di una struttura confiscata ad uno dei boss più sanguinari di mafia di ben 2700 mq tra superfici coperte e giardini con un fortissimo valore simbolico del tipo di intervento, la riconversione di un bene confiscato a struttura dedicata alla valorizzazione ed allo sviluppo positivo del territorio in cui si vive.
L’idea nasce dall’osservazione che la mancanza di spazi pubblici comuni per le attività del Terzo Settore, in generale, in tutte le realtà cittadine del Paese, in presenza comunque di un cospicuo patrimonio immobiliare, spesso inutilizzato e vandalizzato, rappresenta il “collo di bottiglia” che rischia di vanificare i tentativi di sviluppo sociale ed economico delle aree periferiche urbane, oggi maggiormente marginalizzate, per una cronica e una patologica carenza di investimenti tesi al miglioramento urbano e sociale. Si decide quindi di redigere un progetto per raggiungere degli obiettivi concreti e rapidi: avere innanzitutto uno spazio comune dove potere realizzare azioni di inclusione sociale e di sviluppo sostenibile del territorio, anche fuori dagli orari canonici degli uffici della P.A., consentendo ad una pluralità di soggetti di avere spazi idonei per attività sociali, educative e di impresa sociale; mettere in rete tutte le organizzazioni territoriali che si occupano di assistenza socio-economica e culturale, per agevolare la logistica e la diffusione capillare degli interventi, provando a fare “sistema” per non disperdere le energie, umane ed economiche, del Terzo Settore, penalizzato anche da una cronica mancanza di fondi; studiare il territorio nei suoi vari aspetti, al fine di potere coglierne le opportunità di lavoro e di sviluppo, attraverso un’apposita banca dati diffusa, anche in relazione ad azioni programmate dalla stessa Amministrazione Comunale, ma che stentano ad affermarsi come occasione di lavoro, inclusione sociale e riqualificazione territoriale; intraprendere un percorso diffuso di tutela della salute dell’infanzia, a partire dall’alimentazione, consentendo, attraverso un programma dettagliato di formazione familiare, di diffondere la cultura della sicurezza indoor, in particolare diffondendo la conoscenza delle manovre di disostruzione delle vie aeree in età pediatrica, e per sensibilizzare sulla prevenzione degli incidenti e sul sonno sicuro dei bambini; avviare un percorso di rivalutazione culturale del territorio attraverso la creazione di un centro per le attività teatrali e di cultura visivo-cinematografica che, attingendo alla tradizione locale, consenta ai giovani di riappropriarsi dei beni etnoantropologici presenti in loco, attivando un sistema di valorizzazione dei beni culturali locali, anche al fine di generare flussi turistici acculturati; fare di questa workhouse comune un luogo di diffusione della cultura del lavoro e di formazione personale e professionale, in particolare dare spazio all’alternanza scuola lavoro, impiegando gli studenti in attività ad alto valore sociale al servizio del territorio. La creazione di un laboratorio di produzione agroalimentare, e di un laboratorio di “cultura materiale” per il trasferimento, attraverso le opportune innovazioni, dei vecchi saperi artigiani dalle vecchie generazioni alle nuove generazioni; l’apertura di uno sportello di orientamento rivolto all’utenza cittadina singola ed al Terzo Settore al fine di orientare la domanda di formazione-informazione; assistenza socio-economica e culturale, in particolare, per superare momenti contingenti delle persone a maggior disagio sociale mediante:sportello di ascolto rivolto all’utenza in stato di bisogno e disagio sociale, compresi gli appartenenti alle comunità straniere, al fine di fornire assistenza ed informazioni utili per il soddisfacimento dei bisogni primari, comprensiva di pre-consulenza giuridico-legale gratuita, banco alimentare, banco del farmaco, banco del libro, la creazione di una banca dati sul patrimonio etnoantropologico, immateriale, storico-artistico e culturale come volano di crescita culturale delle giovani generazioni presenti sul territorio, realizzazione, di una scuola/laboratorio in materia di utilizzo di fonti rinnovabili per diffondere la cultura delle fonti rinnovabili, specie tra i giovani, cento di incontro per i genitori, per la loro formazione alla salute dell’infanzia, per fornire loro gli strumenti per una corretta educazione alimentare, diffondere la cultura della sicurezza indoor e della prevenzione sanitaria, un laboratorio di pet terapy, un centro culturale per attività teatrali e di cultura visivo-cinematografica che, attingendo alla tradizione locale, consenta di preparare, giovani e vecchi, nel recupero e nella divulgazione di quella “cultura materiale” e di quei beni etnoantropologici ed immateriali, un’alta scuola di formazione, per la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali etnoantropologici, materiali ed immateriali del Mediterraneo per la realizzazione di un processo di integrazione euro-mediterranea, la realizzazione di una “cucina sociale” al cui interno, tramite l’apporto degli studenti sia possibile confezionare pasti e gestire una sala per la socializzazione di persone anziane, in assenza di nucleo familiare, in modo da combattere il fenomeno della solitudine della terza età. Infine la presenza di un incubatore per Startup innovative a vocazione sociale per la diffusione della coscienza dell’impresa sociale.
Per espressa volontà dello stesso Sindaco della Città di Palermo, trattandosi di un progetto pilota innovativo, le attività saranno aperte a tutto il territorio comunale, al fine di costituire un modello da diffondere capillarmente, infatti il complesso di attività svolte all’interno della “Casa del Terzo Settore” sarà gestito da una Rete Sociale e coordinato e monitorato dal Servizio Sociale della VI Circoscrizione del Comune di Palermo che funziona anche da segreteria del “Comitato Educativo per la Promozione del Territorio sempre della VI Circoscrizione”, istituzione del Comune, che ha aderito al progetto in fase di formulazione del progetto, lasciando libera l’adesione ai servizi a tutte le realtà cittadine che vogliano fruire della struttura.
Cosa serve per realizzare questo Progetto Pilota: Risorse economiche per i lavori di manutenzione straordinaria e le attività, Materiali per il ripristino della struttura e per le attività e Mezzi ed attrezzature per le attività.
Per far sì che il Progetto Pilota “Common House Italia- Domus Mundi” possa rispondere alle aspettative del territorio, trasformando un “bene comune” in uno strumento di crescita e di sviluppo sostenibile per il territorio, la testata giornalistica “The Envoy” ha deciso di sponsorizzare l’iniziativa attraverso una raccolta pubblica di fondi e di materiali, per questa ragione, chiunque voglia contribuire alla realizzazione del Progetto “Common House Italia – Domus Mundi” (Enti, pubblici e privati, Aziende e Cittadini) può contattare direttamente la redazione di “The Envoy” per conoscere le modalità di adesione alla Rete e per la sponsorizzazione del Progetto ai seguenti contatti dedicati:
E-mail: commonhouseitalia@gmail.com e Mob.: 3397212089 – 3395896771.
Roma, 31 Agosto 2016
Marcello Grotta