PROGETTO PARISI: IL FUTURO DEL NUOVO CENTRODESTRA

AGO2016Parisi2Finalmente nel centrodestra qualcosa di serio si sta vedendo. A metà Settembre, il 16 e il 17 a Milano, Stefano Parisi presenterà il suo progetto per rilanciare uno schieramento moderato alternativo alla sinistra in grado di superare i dieci milioni di voti e riportare i moderati al governo del Paese. Un’impresa veramente ardua perché parte da uno stato di decomposizione del centrodestra assai avanzato, dove il centro moderato ha perso l’egemonia sugli alleati della destra leghista e della componente dell’ex alleanza nazionale rappresentata da Fratelli d’Italia. Inoltre, ciò avviene alla fine del ventennio nato con le vicende del 1992-‘94 che, dopo tante promesse ed illusioni, ha lasciato l’Italia in uno stato di desolante prostrazione. Con “mani pulite” era stata, infatti, annunciata una nuova Italia, più moderna e competitiva, invece, dopo vent’anni, l’Italia è divenuta economicamente più povera, con spazi democratici più ristretti e con un peso internazionale assai ridotto. Ciò ha determinato tra gli italiani disillusione o rabbia. I primi fanno parte della grande massa di cittadini, circa il 50 per cento, che non vanno più a votare, i secondi sono quelli che danno un voto di protesta costituendo il successo del M5S. Gli elettori riconducibili ai tradizionali partiti di centrodestra e di centrosinistra sono la minoranza. In questo quadro il centrodestra può essere ricostruito credibilmente solo se si saprà porre come alternativa non semplicemente al centrosinistra, ma in generale a quanto è stato prodotto nel corso di questi ultimi vent’anni, in quanto il governo Renzi ne rappresenta solo il culmine. Questa alternativa di centrodestra potrà ricostruirsi a partire dalla battaglia referendaria con un forte e secco no alla riforma costituzionale. La vittoria del sì segnerebbe non solo l’affermazione definitiva del renzismo, ma rappresenterebbe soprattutto il compimento di un ventennio nato con lo scopo di dare all’Italia istituzioni meno democratiche, cosa che si concretizzerebbe con il combinato disposto tra la legge elettorale e la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi. La vittoria del “No” favorirebbe sia una nuova coesione del centrodestra, sia le condizioni per dare vita, dopo vent’anni di menzogne e confusione politica, alla seconda Repubblica con una seconda moderna Costituzione, rivista coerentemente in tutte le sue parti, e una legge elettorale che garantisca la governabilità senza ledere i principi democratici della rappresentatività. In questo contesto l’appuntamento milanese di Settembre, al quale Parisi sta lavorando con il massimo impegno e senza risparmio di energie, sarà sia l’occasione per raccogliere le energie migliori, sia la sede per definire il “Manifesto liberalpopolare” che dovrà segnare l’inizio dell’avvento reale della nuova Italia, dopo tanti annunci a cui gli italiani hanno assistito nel corso degli ultimi vent’anni. Per questo motivo nell’evento di Settembre in primo piano saranno chiamati esponenti dell’impresa, del mondo del lavoro, dell’associazionismo e del volontariato con l’obiettivo di creare le premesse per ricostituire un blocco storico e sociale che possa coagulare la maggioranza degli italiani, alla quale dare una rappresentanza politica non coinvolta nelle menzogne, nei fallimenti e nelle contorsioni dell’ultimo ventennio, che ha messo l’Italia in ginocchio e gli italiani in uno stato di disagio economico e sociale.

Pier Ernesto Irmici