PRIMA GIORNATA NAZIONALE CONTRO LA CORRUZIONE IN SANITA’

PRESENTATO IL PROGETTO “CURIAMO LA CORRUZIONE

APR-GIORNATA ANTICORRUZIONE SANITASanità: in un’azienda sanitaria su tre si sono verificati episodi di corruzione. Ammontano a un miliardo di euro l’anno gli sprechi nei beni e servizi non direttamente legati alla cura dei pazienti. I dati del progetto “Curiamo la Corruzione” sono stati presentati ad Aprile a Roma al Tempio di Adriano alla prima Giornata Nazionale contro la Corruzione in Sanità.

Nell’incontro è stato affrontato a tutto campo il tema della corruzione nella sanità. Diverse analisi internazionali descrivono l’Italia come un paese in cui la corruzione è dilagante e sistemica, relegandola, come anche appare dall’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) di Transparency International, agli ultimi posti in Europa per integrità pubblica e trasparenza. L’ultima edizione del CPI, pur mostrando un leggero miglioramento rispetto agli anni precedenti, assegna infatti all’Italia un voto di 44 su 100, classificandola al 61° posto nel mondo per livello di corruzione percepita dagli investitori internazionali e dagli uomini d’affari.

Tra i settori maggiormente affetti dal virus della corruzione troviamo indubbiamente quello della sanità, per diversi motivi tra cui, per citare solo alcuni dei più rilevanti, l’ingente spesa pubblica, la forte ingerenza della politica, i rapporti tra pubblico e privato non sempre improntati alla massima trasparenza, le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle strutture sanitarie.

RAFFAELE CANTONE
RAFFAELE CANTONE

Nel 37% delle aziende sanitarie italiane si sono verificati episodi di corruzione negli ultimi cinque anni, e in circa un terzo dei casi non sono stati affrontati in maniera appropriata. Ad affermarlo sono gli stessi dirigenti delle 151 strutture sanitarie che hanno partecipato all’indagine sulla percezione della corruzione realizzata nell’ambito del progetto Curiamo la corruzione da Transparency International Italia, Censis, ISPE-Sanità e Rissc, come emerso dai dati che sono stati presentati nel corso della prima Giornata nazionale contro la corruzione in sanità alla presenza, tra gli altri, del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone e del Sottosegretario all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca Davide Faraone. Il progetto (www.curiamolacorruzione.it), sostenuto dalla Siemens Integrity Initiative, promuove una maggiore trasparenza, integrità e responsabilità individuale e collettiva nella sanità attraverso attività di ricerca, iniziative di formazione e comunicazione sul territorio, sensibilizzazione dei decisori pubblici e privati, sperimentazione di misure anticorruzione nelle strutture sanitarie pilota di Bari, Melegnano, Siracusa e Trento. Alla Giornata hanno aderito il Segretariato Italiano Studenti di Medicina, il Segretariato Italiano Giovani Medici, l’Associazione Italiana Medici, Cittadinanzattiva e Federsanità che hanno allestito sedici postazioni presso le Asl e Aziende ospedaliere di tutto il territorio nazionale, per sensibilizzare cittadini, studenti, medici e professionisti sanitari e facendo loro edificare muri simbolici contro la corruzione. L’iniziativa ha avuto una straordinaria eco virale sui social attraverso l’hashtag #curiamolacorruzione.

Il 77% dei dirigenti sanitari ritiene che ci sia il rischio concreto che all’interno della propria struttura si verifichino fenomeni di corruzione (e questo rischio è giudicato elevato dal 10% di loro). Due sono gli ambiti che si prestano maggiormente alle pratiche corruttive: quello degli appalti e quello delle assunzioni di personale. Al primo posto, l’83% dei dirigenti sanitari indica i rischi che si annidano negli acquisti di beni e servizi e il 66% nella realizzazione di opere e infrastrutture, mentre il 31% sottolinea la possibilità che si seguano scorciatoie illecite nelle assunzioni.

Molto è stato fatto negli ultimi anni per prevenire i casi di corruzione in ambito sanitario. Il 97% delle strutture sanitarie ha adottato uno specifico Codice di comportamento dei dipendenti integrativo rispetto a quello previsto per i dipendenti pubblici, il 93% ha predisposto un Regolamento per le procedure d’acquisto, il 92% afferma che nella propria struttura esistono procedure trasparenti per l’aggiudicazione degli appalti, l’85% ha previsto procedure per la segnalazione di casi di corruzione e azioni a tutela dei dipendenti che le effettuano (i whistleblower).

L’esame dei Piani anticorruzione, previsti dalla L. 190/2012, di 230 aziende sanitarie rivela però che nel 40% dei casi si sono limitate a un adempimento formale dell’obbligo di legge, non inserendo all’interno del Piano né l’analisi dei rischi di corruzione, né le misure di prevenzione, mentre il 33% ha svolto un’analisi parziale e solo una struttura sanitaria su quattro ha risposto in pieno al dettato normativo. Probabilmente anche per questo il 35% dei dirigenti sanitari ritiene che il Piano non impatti in maniera decisiva sulla diffusione della corruzione.

La sanità fa gola per l’ingente valore della spesa pubblica, pari a 110 miliardi di Euro l’anno. Le voci di spesa per beni e servizi che non incidono direttamente sull’assistenza sanitaria e non sono collegati all’efficacia dell’intervento, come quelle per la mensa, la lavanderia e la gestione dei rifiuti speciali, assorbono risorse consistenti. Dall’analisi dei conti economici di Asl e Aziende ospedaliere emerge che dal 2009 al 2013 gli sprechi in questi settori sono diminuiti in media del 4,4% l’anno, ma la loro incidenza rispetto alla spesa complessiva non si è ridotta. Tali sprechi nelle spese non direttamente collegate all’efficacia delle cure ammontano a un miliardo di Euro l’anno, risorse che potrebbero essere altrimenti destinate alla salute dei pazienti.

Nel corso della mattinata sono stati presentati i lavori che il tavolo di lavoro pubblico/privato sta conducendo all’interno del progetto. In particolare si è discusso assieme ad esperti e rappresentanti del Parlamento la stesura del documento contenente le raccomandazioni per rendere il S.S.N. più efficiente e riparato da infiltrazioni corruttive.

Il report Curiamo la Corruzione – Percezioni, Rischi e Sprechi in Sanità è frutto di un lavoro di analisi e di ricerca multidisciplinari, forse le prime in questo settore, nell’ambito del progetto triennale “Healthcare Integrity Action – Curiamo la Corruzione” (HIA) reso possibile grazie al finanziamento della Siemens Integrity Initiative.

La Siemens Integrity Initiative è un’iniziativa globale promossa da Siemens nell’ambito di un accordo con la Banca Mondiale sottoscritto nel luglio 2009. L’obiettivo complessivo è di garantire condizioni di mercato eque e legali per tutti gli operatori, attraverso il contrasto di corruzione e frodi.

Healthcare Integrity Action – Curiamo la Corruzione” è un progetto di Transparency International Italia, in partnership con Censis, ISPE – Sanità e RiSSC che si pone l’ambizioso obiettivo di migliorare la capacità del settore sanitario di prevenire corruzioni e frodi e di limitare gli sprechi.

Oltre ai ricercatori che firmano questo primo report del progetto, ha contribuito alla ricerca uno specifico Advisory Board, capace di indirizzare nel migliore dei modi il lavoro.

I quattro Advisors che in maniera assolutamente volontaristica hanno messo a disposizione del progetto le loro competenze sono il Colonnello dei Carabinieri ed ex Commissario straordinario della ASL di Salerno Maurizio Bortoletti, il Presidente della Commissione Sanità di Confindustria Federico Nazzari, l’Ordinario di diritto alla facoltà di economia di Torino e responsabile dell’unità di ricerca nell’ambito del Progetto HAPPI Healthy Ageing on Public Procurement of Innovation Gabriella Racca, il Direttore Scientifico di Federsanità – ANCI Lorenzo Terranova.

Roma, 30 Aprile 2016

Alexia Perazzi