OLIO TUNISINO, ASSITOL: GLI INDUSTRIALI RILANCIANO IL SIAN.

MAR-AssitolLo scorso 26 Febbraio, a Roma, Assitol, Organismo di Confindustria che riunisce la maggior parte dei produttori di olio italiani, in collaborazione con il COI Consiglio Oleicolo Internazionale, ha organizzato un simposio sulle sostanze che conferiscono agli olii particolari caratteristiche di gusto e aroma lo stato dell’arte sulla ricerca delle componenti volatili dell’olio d’oliva, fondamentali per mappare le caratteristiche di aroma e di gusto: è questo l’obiettivo del simposio organizzato da Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia,

L’obiettivo dell’incontro è stato approfondire le difficoltà degli addetti ai lavori nella definizione di metodi d’analisi precisi e affidabili, individuando i percorsi di ricerca più promettenti.

L’evento si è articolato in due parti. La prima ha visto a confronto esperti delle problematiche connesse all’analisi dei composti organici dell’olio: Carlo Bicchi, docente di Biologia farmaceutica all’Università di Torino, Lanfranco Conte, docente di Chimica degli alimenti all’Università di Udine, Maurizio Servili, docente di Tecnologie alimentari all’Università di Perugia, Ramon Aparicio, dell’Instituto de la Grasa di Siviglia, e Stefania Vichi, docente al dipartimento di Nutrizione dell’Università di Barcellona.

La seconda parte è stata coordinata dal professor Conte. Al dibattito, oltre agli esperti della sessione mattutina, hanno partecipato, tra gli altri, Anna Cane, coordinatrice del tavolo dei chimici di settore, Angelo Faberi, rappresentante dell’Icqrf, Mercedes Fernandez, capo del servizio tecnico del Consiglio oleicolo internazionale, e Claudio Ranzani, direttore generale di Assitol.

Estendere il SIAN, il sistema italiano di controllo telematico sui dati di produzione dell’olio d’oliva, a tutta l’Europa, per garantire il consumatore rispetto alle importazioni provenienti dall’estero. E’ questa la proposta di ASSITOL, l’Associazione italiana dell’industria olearia, come contropartita dell’import di prodotto tunisino, proposto dalla Commissione UE a titolo temporaneo per il biennio 2016-2017, allo scopo di sostenere il paese nordafricano in crisi. Dopo l’approvazione a Strasburgo del nuovo contingente, gli industriali rilanciano il SIAN in tutta Europa, la pubblicazione dei dati mensili e la classificazione degli olii in frantoio a breve termine dopo la frangitura. Sì anche alle licenze mensili ipotizzate da De Castro. Controlli telematici in tutta Europa, classificazione dell’olio in frantoio entro il mese di febbraio e pubblicazione dei dati mensili del SIAN. Sono queste, in sintesi, le proposte che ASSITOL, L’Associazione Italiana dell’industria olearia, rilancia dopo il “sì” del Parlamento Europeo al contingente extra di olio proveniente dalla Tunisia, come garanzia contro il rischio di frodi.

A cominciare dal frantoio, fino al commerciante di prodotto sfuso, già oggi in Italia è possibile seguire tutti i movimenti dell’olio d’oliva, documentati nei Registri di carico e scarico delle aziende, e verificabili telematicamente dagli enti di controllo del settore. “In questo modo – spiega Angelo Cremonini, presidente del Gruppo olio d’oliva di ASSITOL – è possibile avere un quadro completo sull’olio effettivamente prodotto e messo in commercio, tracciando tutti i flussi in entrata ed in uscita dalle imprese della filiera”.

Negli ultimi tempi, come dimostrano alcune importanti inchieste, ciò ha consentito all’autorità giudiziaria di fermare numerosi tentativi di contraffazione. “La rete elettronica che vigila sui flussi del nostro olio ha dimostrato di recente che le ‘frodi di carta’, basate su falsa documentazione, si possono battere con le nuove tecnologie – osserva Cremonini – a tutto vantaggio degli operatori che lavorano correttamente”.

Assitol propone di ampliare all’Europa il modello italiano. “Non abbiamo certo chiesto di aumentare il contingente di olio tunisino – afferma il presidente del Gruppo oliva -. Ma se davvero l’ipotesi diventasse realtà, l’idea di una rete telematica di controllo, a tutela dei consumatori europei e di tutto il comparto oleario, rappresenterebbe la soluzione più agevole per consentire la tracciabilità sull’olio in arrivo, non soltanto da altri Paesi europei, ma anche da quelli extra-UE”.

Al riguardo, è bene ricordare che l’Italia, afflitta da uno storico deficit nella produzione di olio, è costretta a importarlo da altri Paesi comunitari. Soltanto il 10% delle importazioni, tuttavia, giungono da operatori non europei, compresa la Tunisia. Tuttavia, proprio la Commissione UE segnala il rischio che correrebbe il mercato italiano se non si facilitasse l’import dei tunisini: questi ultimi, infatti, si rivolgerebbero al mercato di Paesi terzi – ad esempio gli Stati Uniti, primo acquirente mondiale dei nostri prodotti – finendo quindi in aperta competizione con l’export delle aziende italiane.

“A nostro avviso – osserva Angelo Cremonini, presidente del Gruppo Olio d’oliva dell’associazione – l’unico modo per garantire la tracciabilità sull’olio in arrivo, non soltanto da altri Paesi europei, ma anche da quelli extra-UE, è rappresentato dal Sian, la rete telematica che oggi consente in Italia di monitorare tutti i movimenti dell’olio prodotto e messo in commercio. Questo modello, al momento soltanto italiano, dovrebbe diventare al più presto europeo, con l’obiettivo di verificare in maniera efficace anche i flussi dell’import tunisino”.

A cominciare dal frantoio, fino al commerciante di prodotto sfuso, già oggi nel nostro Paese è possibile seguire tutti i passaggi dell’olio d’oliva, documentati nei Registri di carico e scarico delle aziende, e verificabili telematicamente dagli enti di controllo del settore. Inoltre, grazie alla rete elettronica del SIAN, le autorità giudiziarie hanno scoperto e bloccato numerosi tentativi di contraffazione.

Le nuove tecnologie sono fondamentali anche nella lotta alle frodi – afferma Cremonini – in particolare contro quelle basate su falsa documentazione. Inoltre il sistema telematico ci fornisce un quadro esatto della produzione di olio, che rappresenta un mezzo fondamentale nella prevenzione di eventuali truffe. Ecco perché rilanciamo l’idea dell’obbligo della tenuta del SIAN su tutto il territorio comunitario”.

L’Associazione sottolinea anche l’importanza di pubblicare ogni mese i dati del SIAN, che possono fornire un’immagine significativa dell’andamento del settore.

E’ una questione di trasparenza e darebbe ulteriori garanzie alle autorità competenti e al consumatore finale”, commenta il presidente del Gruppo olio d’oliva.

E sempre in nome della trasparenza, ASSITOL propone di “classificare l’olio entro breve tempo dopo la frangitura delle olive in frantoio. Entro il mese di febbraio – spiega ancora Cremonini – o, in alternativa, almeno due settimane prima della messa in vendita, l’olio deve essere ‘catalogato’ e certificato, in modo da evitare che il prodotto resti per mesi senza idonea classificazione nei depositi. Una situazione che, come è evidente, può favorire i tentativi di contraffazione”.

Oltre alle misure cautelative contro le frodi, gli industriali dell’olio vedono con favore la proposta dell’On. Paolo De Castro di segmentare i flussi di import mese per mese, tramite l’introduzione di licenze ad hoc. “Questo impedirebbe di concentrare l’offerta soltanto in alcuni periodi dell’anno – sottolinea il presidente Cremonini – ridistribuendola in maniera più equa”.

Roma, 31 Marzo 2016

Alexia Perazzi