L’alimentazione negli anziani, uno dei pilastri principali per l’invecchiamento attivo, secondo le priorità strategiche indicate dalla Commissione europea è al centro dell’avviso per la manifestazione di interesse lanciata oggi da HappyAgeing, l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo. Il programma dedicato alla nutrizione “Longevitiy Food Action” è finalizzato ad aiutare la popolazione anziana ad acquisire consapevolezza sull’importanza di scegliere una nutrizione salutare, sostenibile economicamente e sul piano ecologico, oltre che come strumento di sviluppo della convivialità e della solidarietà tra le generazioni. Numerose evidenze scientifiche e sociologiche conducono ad affermare che, in generale, gli anziani non sono affetti da scarsa nutrizione, ma soffrono invece di malnutrizione, per carenze di nutrienti essenziali, per il consumo di prodotti ricchi di conservanti, sali e grassi occulti, ma anche per difficoltà economiche. La solitudine, i problemi dentari e organici, la scarsa disponibilità economica, la perdita dell’appetito e del gusto, la mancanza di convivialità, sono tra i fattori che condizionano le abitudini alimentari dell’anziano, ostacolando uno stile di vita sano e funzionale a garantire l’invecchiamento in salute. Il progetto intende valorizzare il consumo di prodotti stagionali e con filiera corta, di materie prime di qualità ed economicamente sostenibili e indicati per la prevenzione primaria di patologie.
HappyAgeing è l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, nata nel 2014 per promuovere nel nostro Paese politiche e iniziative volte a tutelare la salute dell’anziano e a sviluppare le indicazioni della Commissione europea sul fronte dell’invecchiamento attivo. Del nucleo fondativo di HappyAgeing fanno parte la Società Italiana di Igiene, la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, i sindacati FNP CISL, SPI CGIL e UIL Pensionati, la Federazione Anziani e Pensionati ACLI e Federsanità ANCI. Le modalità operative dell’Alleanza si realizzano attraverso la confluenza di tutte le realtà che si occupano del benessere degli anziani e lo sviluppo e la replicazione sul piano nazionale di esperienze realizzate con successo nel contesto locale e validate scientificamente dai partner di HappyAgeing. HappyAgeing è membro dell’International Federation of Ageing-IFA. Prestigiosa organizzazione non governativa internazionale impegnata per garantire l’invecchiamento attivo in salute su scala globale. L’IFA è osservatore permanente presso le Nazioni unite. HappyAgeing ha scelto di aderire convintamente all’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile-ASviS. Organizzazione che ha il compito di promuovere la nuova Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile e i relativi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030. L’invecchiamento attivo è ricompreso tra le priorità.
Uno studio di Harvard scopre il segreto della longevità: una dieta a base di Olio. Consumare elevate quantità di oli vegetali come quello d’oliva, di semi, quale quello di girasole, frutta secca, pesci come il salmone, soia e altri alimenti ricchi di grassi insaturi. Questi alcuni dei ‘precetti’ fondamentali per una alimentazione amica della salute e che favorisca la longevità. È quanto suggerisce una ricerca Usa senza precedenti per ampiezza e durata, i cui risultati sono pubblicati sulla rivista “JAMA Internal Medicine” con l’obiettivo di fare chiarezza su tante informazioni discordanti in ambito nutrizionale e orientare le nuove raccomandazioni alimentari statunitensi. La raccomandazione, spiegano i ricercatori, è dunque quella di sostituire proprio con questi grassi insaturi buoni quelli saturi ‘cattivi’ – quelli cioè di origine animale come lardo, burro, grassi di carni rosse – e ancor di più i grassi ‘trans’ onnipresenti nel cibo spazzatura o più in generale in quello confezionato industriale, da snack a salatini a fast food. Condotto presso l’Harvard Chan School e la Brigham and Women’s Hospital, lo studio rappresenta ad oggi l’analisi più dettagliata su come i diversi grassi alimentari influenzino la salute. Suggerisce che sostituire i cibi fonte di grassi saturi con quelli di tipo vegetale – ad esempio olio d’oliva o olio di semi – conferisce notevoli benefici per la salute e aumenta le chance di vivere a lungo. Lo studio ha coinvolto oltre 126 mila individui, il cui stato di salute è stato monitorato per un totale di 32 anni. Ogni 2-4 anni i partecipanti hanno risposto a questionari sulla propria dieta, gli stili di vita e la salute. Nel corso del periodo di monitoraggio gli epidemiologi Usa hanno registrato 33.304 decessi per varie cause (ad esempio tumori, infarto, ictus). Gli esperti hanno così calcolato le chance di vivere a lungo o il rischio di morte prematura in base al tipo di grassi presenti nella dieta di ciascuno, nonché in base a come le diverse classi di alimenti erano più o meno preponderanti in essa. Questi i risultati più importanti dello studio: sostanziosi consumi di alimenti ricchi di grassi insaturi sono risultati associati a una riduzione dell’11-19% della mortalità per tutte le cause. Viceversa, per ogni aumento del 2% dei grassi trans (ad esempio presenti in margarine, brioche, snack dolci, salatini, patate fritte surgelate, dadi, alimenti da fast-food) si ha un aumento del 16% del rischio di morire prematuramente. E ancora, sostituire il proprio apporto dietetico di grassi (sia saturi sia insaturi) con zuccheri (carboidrati) troppo raffinati (come quelli presenti in dolci, bibite, nello zucchero semplice) aumenta il rischio di morte. “Il nostro studio mostra l’importanza di eliminare i grassi trans e sostituire quelli saturi con i grassi insaturi – conclude il coordinatore del lavoro Frank Hu -. In pratica questo obiettivo può essere conseguito sostituendo i grassi animali con una varietà di oli vegetali liquidi”.
Chi non volesse dare troppo credito ai suggerimenti provenienti dagli Stati Uniti può sempre fare affidamento sui “pilastri della dieta mediterranea” o sulle “diete povere” presenti nella tradizione italiana. Un mix salutare che ha permesso agli anziani residenti in alcune zone del Paese e delle Isole di invecchiare bene e in salute. L’alimentazione è uno strumento imprescindibile in materia di prevenzione.
Oltre ad un’alimentazione corretta, praticare almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica, dovrebbe essere obbligatorio per mantenere il benessere fisico e mentale della popolazione italiana di adulti ed anziani. Mentre per i giovani e i bambini la ricetta del benessere è di almeno 60 minuti al giorno di attività fisica da moderata a intensa. Sono queste le raccomandazioni dettate dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nell’edizione della “Strategia per l’attività fisica OMS-2016-2020” per l’Europa, la cui edizione in Italia è stata curata, dall’Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti. L’Oms lancia l’allarme sull’inattività sportiva come un fattore “responsabile di un milione di decessi l’anno in tutto il continente”. L’obiettivo è quello di far crescere i livelli di attività fisica tra adulti, anziani ma anche bambini, per il raggiungimento di altri tre obiettivi mondiali: “ottenere una riduzione relativa del 25% della mortalità precoce dovuta a malattie cardiovascolari, tumori, diabete o malattie respiratorie croniche; ottenere una riduzione relativa del 25% della prevalenza dell’ipertensione, oppure, a seconda della situazione nazionale, contenere la prevalenza dell’ipertensione; fermare l’aumento del diabete e dell’obesità”. L’Attività fisica adattata (Afa), secondo le convinzioni di HappyAgeing-Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, è una pratica ottimale per garantire un ageing in salute degli italiani over65. Per questo motivo, la SIMFER (Società italiana di medicina fisica e riabilitazione), socio fondativo di HappyAgeing, sta lavorando insieme per l’Alleanza per sensibilizzare le istituzioni e la classe medica.
Roma, 30 Aprile 2017
Alexia Perazzi