Tre punti chiari, netti, imprescindibili ed immediati proposti al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, per ripartire. Un piano Marshall per lo sport. L’occasione di un nuovo e vero Rinascimento per il calcio, ma ad una condizione: ” Cacciare i mercanti dal Tempio”. Intervistiamo Alfonso Morrone, presidente di Adicosp (Associazione Direttori e Collaboratori sportivi) che ci illustra il documento appena presentato al Governo a sostegno del sistema sportivo.
Presidente Morrone, cominciamo da una domanda obbligata: quale è la posizione di Adicosp sulla ripresa o meno dei campionati di calcio? Non pensa, poi, che in caso di avvio possano esserci, evidenti disparità tra Serie A e Leghe minori?
La posizione che ha adottato l’Adicosp durante questa pandemia è quella di salvaguardare la salute collettiva. Si può ripartire solo se le condizioni sanitarie lo consentiranno. Certo far ripartire tutto sarebbe il massimo perché i verdetti del campo sono gli unici insindacabili. Con gli attuali protocolli determinati dalle autorità scientifiche sportive credo che solo la Serie A è in condizione di far rispettare le rigidissime prescrizioni per via degli alti costi e di strutture ricettive di primissimo livello.
Proprio oggi ha presentato al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, un documento con proposte molto chiare per la ripartenza del sistema calcio: quali sono le linee guida e soprattutto le soluzioni da voi suggerite?
Oggi come Presidente Adicosp ho inviato al Ministro Spadafora un documento nel quale abbiamo proposto alcune misure utili a far ripartire il calcio da inserire nel prossimo Decreto Legge Cura Italia. Abbiamo sintetizzato in tre punti cardine:
–Applicazione della C.I.G. in deroga per tutti i tesserati e dipendenti che lavorano nei club professionistici, direttori e segretari sportivi compresi.
-Contributi a fondo perduto del Governo alle società di Lega Pro e della Lega Nazionale Dilettanti perché in questo momento sono quelle più colpite da questa pandemia.
-Aumento della deducibilita’ per le famiglie che affrontano costi per la pratica sportiva dei propri figli.
Secondo noi bisogna agire sulla sostenibilità del calcio minore e di base per l’alta funzione sociale che svolgono e incentivare la pratica sportiva così da allevare i futuri campioni.
Un tema molto delicato e spesso sottovalutato: il settore giovanile e le scuole calcio. Come potranno le migliaia di associazioni sportive dilettantistiche, già provate dalla crisi economica, sostenere costi elevatissimi per mettere in sicurezza i propri impianti e garantire la salute dei propri iscritti?
Già nel primo Cura Italia ci sono delle agevolazioni per l’accesso al Credito Sportivo. Sicuramente questo non basta e credo solo con l’introduzione di misure che incentivino investimenti privati nelle infrastrutture sportive si possano veder nascere impianti sicuri e confortevoli. Riconoscere dei crediti di imposta potrebbe essere un percorso legislativo da seguire.
Fare squadra, fare rete, fare sistema: solo condividendo strumenti e strategie comuni si potrà riparlare di un inizio con il piede giusto. Quali saranno le prossime iniziative di Adicosp per riunire, sensibilizzare e coinvolgere i propri iscritti sulle nuove dinamiche in corso?
Credo che appena terminata l’emergenza bisogna iniziare a studiare un vero e proprio piano Marshall dello sport e del calcio in particolare .
Questa è l’occasione giusta per porre le basi ad un vero Rinascimento del calcio. Per ricostruire c’è bisogno di tutti. Fare squadra per me è unire le istituzioni politiche e calcistiche con tutte le associazioni di categoria e mettere a punto un piano programmatico nel quale bisogna dare priorità alle competenze e alle professionalità del settore. A tal riguardo faccio mia una frase presente nel Vangelo secondo Marco: “fuori i mercanti dal Tempio” ebbene bisogna iniziare a dare risalto a chi è capace isolando i vari faccendieri. Rappresento i direttori, i segretari e i collaboratori sportivi e per questo sono onorato di rappresentarli sia in ambito sportivo che politico. Abbiamo aperto un confronto con la Lega Pro del Presidente Francesco Ghirelli riguardo la probabile cassa integrazione in deroga che da sola non basterà a soddisfare le esigenze dei nostri colleghi in questo momento emergenziale. Nella terza serie molti guadagnano stipendi ordinari molto lontani da quelli milionari della Serie A. Nelle ultime settimane ho contatti frequenti con il Ministero dello Sport che ha mostrato nei nostri confronti ampia disponibilità al dialogo. Nei prossimi giorni presenteremo delle nostre riflessioni in merito ad una auspicabile rivisitazione della Legge Melandri, della Legge 91/81 e della Legge 86/2020. Quest’ultima, secondo noi, dovrà disciplinare a 360 gradi il mondo del dilettantismo che ad oggi non ha una vera e propria regolamentazione legislativa. L’emanazione dei relativi decreti attuativi è una grande occasione da non farsi scappare. La fiducia che i numerosissimi colleghi hanno risposto in noi consente a me e a tutti i consiglieri nazionali di mettere in campo la giusta determinazione e perseveranza per tutelare i nostri diritti a salvaguardia dell’intera categoria.
Sabrina Trombetti