MARTELLI: FUKSAS DICE SÌ AL FORLANINI

La sua battaglia per la riapertura del Forlanini prosegue incessantemente. Lo impone l’emergenza coronavirus, lo consiglia il buon senso, lo vogliono i Romani. Intervistiamo il professor Massimo Martelli, forte di nuove ed importantissime adesioni alla sua nobile iniziativa e angustiato da un pesante interrogativo: il coronavirus poteva essere fermato prima?
Il celebre archistar Massimiliano Fuksas in una recente intervista ha lodato la sua iniziativa per la riapertura di uno spazio all’interno del Forlanini da adibire a posti letto per contrastare l’emergenza Covid 19: sul campo di battaglia arriva l’artiglieria pesante Professor Martelli? 

Voglio sgombare il campo da ogni inutile polemica: questo è il momento dei grandi uomini, quelli a cui è affidato il compito di fare le imprese. Massimiliano Fuksas è uno di questi. Mi ha fatto particolarmente piacere la sua intervista perché non solo ha lodato la mia iniziativa, ma ha anche, dall’alto della sua brillantissima e prestigiosissima esperienza, confermato la mia teoria: la sala mensa del Forlanini può benissimo essere allestita con nuovi posti letto per la terapia intensiva. Non solo, è andato oltre. Mi considera minimalista perché, a suo giudizio, potrebbero essere sfruttati moltissimi metri quadri in più per far fronte all’emergenza. Detto da Fuckas la considero come una autorevolissima sentenza senza appello.

Lo stesso Fuksas consiglia alla politica di occuparsi di politica e di lasciar stare la Sanità… 
Ha perfettamente ragione. Invito i suoi lettori a leggere la Gazzetta ufficiale del 1 febbraio 2020: ebbene, metteva nero su bianco la delibera del Consiglio dei Ministri, riunito in data 31 gennaio, che deliberava lo stato di emergenza nazionale in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di agenti virali trasmissibili. La firma in calce era del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Questo significa che il governo aveva intravisto il pericolo un mese e mezzo fa ma non ha fatto nulla per prevenirlo nel modo adeguato. Sarebbe gravissimo.
Il contagio ha viaggiato, indisturbato, per tutta l’Italia mentre qualche politico nostrano andava a farsi un aperitivo ai Navigli, e un altro banchettava ad involtini primavera. È inaccettabile. Penso ai tantissimi medici ed infermieri mandati in prima linea senza informazioni chiare, senza accorgimenti e senza le protezioni necessarie…
Penso alle migliaia di morti e a tutti coloro che stanno combattendo per la vita e mi si stringe il cuore.
Quasi due settimane di quarantena forzata: come giudica, finora,il comportamento dei romani?
Devo fare un plauso ai romani, sono stati ligi alle direttive e hanno accolto le restrizioni con grande scrupolosità.
Hanno dimostrato una notevole educazione civica.
È molto difficile e frustrante non vivere la città più bella del mondo ma, in questo momento, è un sacrificio assolutamente necessario.
A tutti coloro che continuano imprudentemente a girare consiglierei una visita nei reparti di terapia intensiva.
È proprio di ieri la notizia in base alla quale un farmaco anti influenzale utilizzato in Giappone (Avigon) potrebbe sconfiggere o quantomeno prevenire il rischio coronavirus. Che cosa ne pensa? 
La medicina è studio, osservazione, azione. Fa bene il Governatore Zaia a provare questo farmaco in Veneto.
Voglio però fare una doverosa premessa: i dati ci parlano di circa un 85% di persone affette da Covid 19 che hanno sintomi simili ad una influenza, quindi non eccessivamente gravi. Solo il 15% dei casi necessitano della terapia intensiva. Avigon dovrebbe essere, principalmente, provato su questi ultimi pazienti, altrimenti si rischierebbe di creare solamente false illusioni, e in questo momento non ne abbiamo proprio bisogno.
Sabrina Trombetti