L’Italia al voto con lo spettro dell’astensionismo

intervista al presidente Carlo Costalli

l43-carlo-costalli-120613214608_big1Manca solo una manciata di ore all’importante test elettorale di fine maggio. Abbiamo fatto il punto dei principali temi sul tappeto della politica italiana ed europea con il Presidente del MCL, Carlo Costalli.
Presidente ritorna in primo piano il tema pensioni. Coma valuta il bonus una tantum di 500 euro proposto da Renzi? I sindacati sono in trincea…
Più che un bonus lo definirei una ‘mancia elettorale’, una misura pensata e decisa per influire in qualche modo sui pensionati nell’imminenza di una consultazione elettorale politicamente molto importante, nonostante si tratti di elezioni amministrative, sia per la vastità della consultazione che interesserà milioni di italiani, sia perché sarà il primo banco di prova della riforma dell’ordinamento degli Enti Locali.
Su tutto pesa lo spauracchio di un astensionismo che ha raggiunto livelli record, di fatto mettendo in crisi l’idea stessa della rappresentanza. Un dato pesantissimo per la buona salute della democrazia, una disaffezione al voto ormai consolidata e, credo, destinata ad aumentare ulteriormente, posto che la data del voto, il 31 maggio, è nel bel mezzo di un lungo week-end festivo.
Insomma, l’Italia va al voto in una situazione di crisi ancora molto profonda: le famiglie, vero ammortizzatore sociale dei nostri tempi, stremate, da anni sopportano il peso di livelli di tassazione fuori controllo, mentre si trovano a dover supplire alle assenze dello Stato in tema di assistenza, scuola, sanità… Una situazione pesante, di fronte alla quale 500 euro una tantum non possono certo rappresentare neppure lontanamente una soluzione.
Secondo lei come andrebbe utilizzato il fatidico tesoretto?
Premesso che a quel che si è saputo si tratta di denari ‘virtuali’, pertanto difficilmente quantificabili con precisione – e questo già basterebbe a far sorgere interrogativi più che legittimi -, in ogni caso il primo punto all’ordine del giorno per la ripresa economica del nostro Paese è il lavoro. Dunque è su questo punto che dovrebbero andare, a mio parere, tutti gli sforzi possibili: lavoro, giovani, formazione, esodati.
Conti pubblici sotto la lente di ingrandimento di Bruxelles. Quale a suo parere le ricette per uscire più velocemente dalla crisi?
La necessità di riforme strutturali profonde e capaci di mettere il Paese in grado di agganciare la ripresa europea, è uno dei nostri punti fermi su cui ci battiamo da tempo: se non agganciamo la ripresa che inizia ad intravedersi in Europa, le ripercussioni per l’Italia saranno infatti ancor più pesanti.
Tra i nodi da affrontare subito: una seria riforma fiscale che contrasti le tante iniquità, le troppe tasse e i salari ridotti all’osso, poi una risoluta lotta agli sprechi con tagli reali alla spesa pubblica e una decisa ripresa degli investimenti che vanno favoriti con infrastrutture efficienti, rapidità della giustizia civile, una pubblica amministrazione funzionante. Sono solo alcuni punti, ma chiari e fermi.
Welfare: cosa propone Presidente?
I malfunzionamenti e le carenze dello Stato sociale sono talmente macroscopici che la risposta ai problemi va necessariamente ricercata in un grande patto sociale tra governo e corpi intermedi: in questa fase così difficile per il Paese c’è bisogno della massima coesione sociale per affrontare i tanti temi irrisolti che frenano la ripresa.
Il superamento dello Stato assistenziale è una realtà ormai incontrovertibile: l’impossibilità di sopperire ai tanti vulnus derivanti dalla povertà, dalla disoccupazione dilagante, da una sanità sempre più costosa e meno efficiente (e l’elenco potrebbe continuare), sono questioni che aprono, di fatto, una nuova era. Ci vuole responsabilità da parte di tutti e soprattutto una “buona politica” che sia fondata sulla giustizia sociale, sulla centralità della famiglia, sulla valorizzazione delle comunità e dei corpi intermedi, che potrebbero diventare un volano per lo sviluppo: uno sviluppo che non sia solo quantitativo ma anche qualitativo.
Può dare un voto al governo Renzi per quanto riguarda le misure prese finora sul fronte sociale?
Mah, direi che con un occhio benevolo e tanta buona volontà questo Governo si è meritato un bel 6-. Una sufficienza assai risicata, e ottenuta più per l’impegno e l’entusiasmo che per i risultati effettivamente conseguiti.
Quali le prossime iniziative Mcl? Un movimento ormai esteso in vari paesi del mondo… I cattolici riescono a far sentire la loro voce?
Sono tanti i fronti sui quali siamo impegnati in prima linea: dai progetti di cooperazione internazionale, per aiutare i tanti milioni di persone che soffrono nel mondo a causa delle guerre, delle dittature, della povertà, alle questioni più europee, come l’impegno a sostenere i Paesi dell’area balcanica nel loro percorso di avvicinamento all’Unione Europea. E poi, ovviamente, i cristiani perseguitati nel mondo, con una ferocia quasi metodica che non conosce precedenti: una piaga, un grande dolore di fronte al quale stiamo cercando di portare un sostegno laddove possibile. Vanno in questa direzione le numerose iniziative del Patriarcato Latino di Gerusalemme, cui il MCL partecipa in modo sostanziale.
Su tutto un punto fermo: il nostro appoggio alla Chiesa, il nostro chiederci, da cattolici, come essere interpreti di questa Chiesa attenta alle trasformazioni epocali in corso. Molto ci attendiamo, in questo senso, dalla visita che il Papa farà a Sarajevo, il prossimo 6 giugno, dove anche il MCL sarà presente con una propria delegazione. Sarà sicuramente un passo avanti verso la pace, l’integrazione, il dialogo interreligioso.
Parliamo di politica… Ritiene immaginabile a breve una ricomposizione del centrodestra?
Le acque in casa della politica sono ovunque molto agitate e melmose, il che contribuisce a rendere difficile l’orientamento e la navigazione verso il bene del Paese. Per quanto riguarda il centro-destra auspichiamo che su programmi chiari, una volta calmati i risentimenti e i personalismi, si possa ricomporre un’area popolare che, partendo dal centro, si configuri come una valida alternativa a questa sinistra sciatta, populista e, soprattutto, divisa su tutto.
Renzi rilancia sulle unioni gay. Cosa ne pensa? E’ un vulnus rispetto alla posizione dei cattolici?
Sono radicalmente contrario allo snaturamento dell’istituto matrimoniale, così come sono contrario a qualsiasi pratica che abbia come vittime i soggetti più deboli: i bambini e le donne. I figli non si pagano e gli uteri non si affittano.
La famiglia è una cosa seria, un valore cardine su cui si fonda la nostra società, e lo è sia sul piano etico che per quanto riguarda le tutele materiali ed economiche: per questo è inaccettabile che si tenti di aggirare il dettato costituzionale, le leggi dello Stato e le sentenze della Consulta per cercare una scappatoia alla legalizzazione delle unioni gay.

30/05/2015

Sabrina Trombetti