L’INVENZIONE DI AKINORI ITO: LA MAGIC BOX PER PRODURRE PETROLIO DALLA PLASTICA

Uno degli elementi più inquinanti presenti sul nostro pianeta è certamente la plastica, che non esiste in natura, ed è una invenzione dell’Uomo, ma se l’Uomo è la maggiore causa dell’inquinamento del pianeta, se non praticamente l’unica, l’Uomo è anche in grado di risolvere i suoi problemi attraverso la Scienza e la Tecnologia.

E l’Uomo del momento è Akinori Ito, ingegnere ed inventore della Azienda giapponese Blest, che ha inventato, qualche anno fa, una macchina sensazionale, la Magix Box, già presentata a varie esposizioni a Tokyo. Akinori Ito, in sostanza, partendo dalla conclusione che, se la plastica viene prodotta dal petrolio, sicuramente è possibile ottenere petrolio dalla plastica, con la sua macchina è in grado di trasformare un kilogrammo di plastica in un litro di petrolio, pronto per essere utilizzato nei processi di raffinazione, per ottenere dunque benzina, diesel e kerosene.

Il principio di funzionamento è alquanto semplice: la Magix Box viene riempita con della plastica opportunamente differenziata dagli altri rifiuti, ma senza che sia necessario trattarla in alcun modo; una volta posta in funzione la macchina, all’interno del serbatoio di raccolta plastica sale la temperatura e la plastica inizia a bruciare; il processo di combustione libera gas che viene forzato da un condotto all’interno di un tubo pieno d’acqua: il gas, opportunamente raffreddato, liquefa trasformandosi in petrolio.

La Magix Box è dunque in grado di risolvere in maniera esaustiva il problema del riciclo della plastica limitando, anzi eliminando, il dilemma delle emissioni di CO2 nell’aria, dovute alla combustione di plastica. Infatti, con la Magix Box le emissioni di CO2 sono ridotte di oltre l’80%.

In Italia ci sono già due stabilimenti che sfruttano questo processo produttivo, per trasformare la plastica in gasolio e produrre combustibile sintetico, uno a Cagliari, con l’Azienda P2P e un’altra a Millesimo (Liguria) con la Demont.

I costi di produzione,

cioè il costo effettivo per trasformare un kg di plastica in gasolio al netto del costo della materia prima è calcolabile in base al personale e alla materia prima di partenza, a cui si deve aggiungere il costo dell’energia necessaria per la produzione, per il catalizzatore e per l’ammortamento dell’impianto, tutto dipende molto dallo modalità in cui viene installato l’impianto, ma in ogni caso sono costi concorrenziali con quelli dei carburanti ottenuti da materiale fossile.

Le plastiche idonee per essere trasformate in gasolio sono le Poliolefine riciclate, quello che viene chiamato densificato di scarto (PP, PE, HDPE, LDPE…). Si produce un 3-5% di scarto solido ricco in carbone, che eventualmente ripulito può essere ancora utilizzato per produrre energia o come materia prima. Se combusto può essere inertizzato ed utilizzato in edilizia. Per la CO2 che viene emessa e per l’energia necessaria per produrre un litro di gasolio dalla plastica, circa il 10% dell’energia prodotta viene utilizzata per soddisfare il fabbisogno energetico dell’impianto.

Il gasolio prodotto però non è adatto immediatamente per alimentare i motori delle automobili, in quanto troppo viscoso, per ottenere un prodotto di qualità bisogna utilizzare catalizzatori di renio e di iridio entrambi piuttosto costosi, e gli scienziati stanno lavorando su questo problema per poterlo superare, ma è comunque un combustibile ottimo per produrre energia elettrica, per alimentare motori industriali o per alimentare motori navali (anzi per i motori navali sarebbe un carburante ultra pulito rispetto al normale Bunker Oil) L’impianto potrebbe produrre gasolio per le navi usando le enormi quantità di plastica di scarto prodotte durante una crociera (si eviterebbero anche eventuali sversamenti in mare).

Inoltre per azzerare i costi di trasporto del carburante, si potrebbe installare un impianto plastica/gasolio all’interno di uno stabilimento che tratta la plastica raccolta dai rifiuti differenziati, e poi utilizzare il carburante per la generazione di energia elettrica. Essa in parte verrebbe utilizzata dall’impianto di trattamento stesso e in parte venduta in rete.

Il costo di un litro di gasolio considerando un prezzo ragionevole della plastica da riciclo (0,10 Euro) al kg e per un impianto piccolo a ciclo continuo con almeno tre operatori specializzati dedicati nelle 24 ore è al massimo di 0,65 Euro al litro. Ovviamente il costo al litro può scendere per impianti più grandi e integrati in un altro processo produttivo come il trattamento delle plastiche da raccolta differenziata.

Si tratta di una soluzione ottimale quanto semplice per eliminare il problema gigantesco dello smaltimento dei rifiuti plastici che dimostra da sola che, per risolvere i problemi legati al riciclaggio ed allo smaltimento definitivo ed efficiente dei rifiuti, le soluzioni e la tecnologia esistono già, manca solo la volontà politica di metterle in atto. In conclusione, considerando quanto costa la benzina oggi, una simile invenzione, tenuto conto di quanta plastica buttiamo ogni giorno ci porterebbe alla piena autonomia energetica in brevissimo tempo.

Roma, 31 Dicembre 2016

Marcello Grotta