LA STRANA PARABOLA DI “CONTE TRAVICELLO”

Fino a qualche tempo fa chi sentiva parlare dell’avvocato Conte pensava automaticamente al grande Paolo, il musicista conterraneo di Vittorio Alfieri, ma ora non più. Un oscuro avvocato foggiano di nome Giuseppe, autoproclamatosi tempo addietro avvocato degli Italiani, ha soppiantato purtroppo il suddetto nella titolarità ufficiale del concetto di avvocato Conte. Questo, Giuseppe, insegna anche a livello universitario il diritto privato ma non il pubblico o l’amministrativo ed ha consequenzialmente una conoscenza normale di quelle materie, non è quindi da considerarsi un esperto in materia, ma non ha neanche mai avuto alcun risultato in competizioni elettorali dalle quali uscire vincitore per volontà popolare eppure si sente e si esprime da padre della Patria pronunciando discorsi infarciti per lo più di luoghi comuni con la prolissa logorrea assai frequente genericamente nei pugliesi e più genericamente negli arrivisti.

Per molti vien da chiedersi il perché.

Ragionandoci su, il Costituente regolamentò il funzionamento delle nostre Istituzioni come una sorta di serie di contenitori che fossero in grado di, operando tutti assieme, ottenere un determinato risultato.

Chiamiamoli, temporaneamente, vasetti. Ogni vasetto contiene appunto qualcosa. Ora con una micro parabola di argomento attualmente molto apprezzato poniamo di dover preparare un buon pranzo.

Sui vasetti ci sarà scritto ad esempio sale, pepe e tutti quegli elementi necessari. Ma se dentro c’è altro chiaramente il risultato sarà pessimo. Però se qualcuno lo dice chi è al potere sostiene che non si devono criticare le Istituzioni, cioè l’etichetta dei vasetti indipendentemente dal suo contenuto. Ma torniamo al pranzetto, se dunque occorre il pepe ma nel vasetto c’è stato messo origano o peggio bicarbonato di sodio e quindi il piatto sarà inaccettabile, chi avrà il coraggio di finirlo dopo il primo assaggio? Insomma è come dire che le sostanze base o non ci sono più o son poste disordinatamente ed anche avariate, cioè non c’è più una valida classe politica pur coi suoi difetti conosciuti e conoscibili.

Con le ultime elezioni politiche poi si verificò un fatto strano per la nostra storia e cioè un tutto (governo), anche se faticosamente, pronto ma in assenza di un presidente del Consiglio dei Ministri che viceversa per dettato costituzionale è colui che riveste la funzione di demiurgo esponendosi personalmente e mettendoci, come si suol dire la faccia. Basti ricordare l’espressione di La Malfa quando non riuscì a formare il governo. Stavolta invece sorse la necessità di trovare, si permetta la citazione, un re Travicello, insomma un uomo di paglia, una testa di legno, che come tale fu riconosciuto anche nella tanto lodata istituzione europea con l’uso di un termine non molto eclatante. Ma il foggiano, tirato in ballo dall’anonimato nel quale viveva proprio in Europa ha giocato le sue carte, ammiccamenti, pacche, retroscena confessati, attività sotterranea contro parte del governo che rappresentava, hanno consacrato l’etichetta del vasetto. Certo lui non è sciocco ma quanto è di parola avendo precedentemente asserito che la sua esperienza politica si sarebbe esaurita con la fine di quel governo? Ma poi, oltre gli interessi europei di renderci loro vassalli chi rappresenta al di la dei sopra menzionati discorsi di lunghezza hitleriana? Nessuno, non rappresenta in Italia nessuno se non il più becero “politicantismo” che sembrava finito con la presidenza Napolitano. Eppure il figlio di quella Foggia che persino Renzo Arbore trascura a favore di Napoli continua a sventolare la sua bandiera su un secondo governo anche se di segno opposto. Vien da chiedersi se non sia ancora un re Travicello.

Travicello. Si perché quale politico vero vorrebbe bruciarsi per qualche mese in attesa dell’arrivo di super Mario che dovrà pure governare un po prima di prendersi la presidenza della Repubblica? Quindi un Travicello a vita che appunto come piccolo trave può venir bruciato facilmente. Ma nel frattempo che succederà? Chi tutelerà i nostri interessi nazionali ed internazionali visto come si sta già muovendo con noi l’Europa? Quali potranno essere le ricette nuove? Quelle dei senatori a vita?

Guido Rossi Merighi