Il pomeriggio del 16 dicembre scorso, presso la Cassa Forense, si è tenuto a Roma il Workshop “Gli investimenti in economia reale: l’evoluzione del mercato fra rischi ed opportunità”, organizzato da Itinerari Previdenziali in collaborazione con Assoprevidenza sul tema del risparmio previdenziale alla prova dell’economia reale. L’obiettivo è quello di proporre ad una qualificata platea di addetti ai lavori una serie di appuntamenti volti a stimolare il dibattito sulle tematiche di attualità nell’ampio ambito del welfare e degli investimenti.
La possibilità o la necessità per gli investitori istituzionali, in particolare del settore del welfare complementare e delle casse professionali – ma la questione coinvolge anche le compagnie di assicurazione e fondazioni di origine bancaria – di effettuare investimenti nell’economia reale, rappresenta una chance di sicuro interesse per gli operatori del mercato e un nuovo segmento di attività, verso cui le authority sono chiamate a vigilare nell’interesse degli iscritti alle varie forme di previdenza (e dei comparti di riferimento, avuto riguardo ai soggetti “non previdenziali”). Oltre all’opportunità, per il mercato, di supportare una diversificazione ulteriore delle linee di investimento del risparmio previdenziale, i nuovi potenziali flussi di investimento nell’economia reale, per la porzione che interessa l’Italia, rappresentano per il Paese una nuova occasione per rilanciare gli investimenti (oggi stagnanti) e fornire linfa vitale a settori – come quello delle infrastrutture turistiche, culturali, ambientali, energetiche, stradali, ferroviarie, portuali e aeroportuali, sanitarie, sociali – a partire dai quali si può consolidare la ripresa e contribuire a porre le basi per una crescita economica di medio-lungo periodo. Le ultime previsioni della normativa di riferimento e le inerenti modalità di attuazione, gli orientamenti del mercato e le strategie dei principali attori, ma, soprattutto, gli strumenti disponibili, le modalità e i margini di azione attraverso cui gli addetti ai lavori potranno muoversi per destinare una quota del risparmio previdenziale all’investimento nell’economia reale – anche alla luce dei dubbi interpretativi che la normativa lascia sullo sfondo – sono stati i temi affrontati nel corso del workshop da importanti operatori del settore, gestori e advisor ed anche rappresentanti delle authority di riferimento, ognuno con la propria interpretazione delle recenti disposizioni di legge e analisi riferite alle opportunità oggi offerte dal mercato e sotto il profilo normativo sono stati proposti spunti di riflessione e chiarimento anche in merito al decreto MEF del 19 giugno 2015, che prevede un credito di imposta per le casse dei liberi professionisti e per i fondi pensione che intendano investire in attività di medio lungo termine con finalità di supporto al sistema Paese incentrato sui possibili sviluppi che possono profilarsi nel prossimo futuro per gli investimenti nell’economia.
Il pomeriggio di studio, peraltro, è stato arricchito dalla partecipazione di alcune tra le realtà più competitive nell’odierno panorama di advisor e gestori come Prometeia Advisor SIM, Allianz Global Investors e Partners Group che hanno condiviso con la platea di partecipanti alcune delle loro esperienze più interessanti nell’ambito degli investimenti nell’economia reale, fornendo al workshop un taglio ancora più pratico e offrendo ulteriori stimoli di riflessione e dibattito.
Il Presidente di Assoprevidenza, Sergio Corbello, ha introdotto i lavori, ponendo all’attenzione degli intervenuti alcuni spunti introduttivi teso a rimarcare come il mondo della previdenza sia da tempo impegnato negli investimenti nell’economia reale, affermando peraltro che “tutti i fondi pensione e le casse hanno nel loro portafoglio investimenti in azioni e obbligazioni corporate, quindi il loro importante contributo al mondo delle imprese lo offrono già da tempo”, tuttavia quella odierna è una fase in cui è opportuno considerare anche altri strumenti finanziari nell’economia reale, come gli investimenti alternativi, con i quali il mondo della previdenza complementare si deve ancora confrontare, mentre le casse privatizzate sono sempre state un modello maturo di avanguardia un po’ modello anche per i fondi negoziali.
Corbello ha inoltre sostenuto che sul fronte degli investimenti alternativi, ed in particolare dei settori che possono ritenersi più appealing, vi sono le infrastrutture e gli impieghi nel settore energetico e del risparmio energetico, oltre a quello sanitario che rappresentano delle valide opportunità.
Quanto al Decreto sul credito di imposta, infine, a parere del Presidente di Assoprevidenza la sua formulazione suscita non pochi problemi di carattere applicativo, ma soprattutto desta perplessità la ratio del legislatore, in base alla quale si è forse riposta eccessiva fiducia sulla possibilità, attraverso un mero bonus fiscale, di produrre sensibili impatti sull’allocazione degli investimenti degli investitori istituzionali verso l’economia reale.
Il primo tra gli ospiti-relatori, Manfredo Carfagnini Presidente del Fondo Pensioni Personale Gruppo BNL-BNP Paribas, che ha fin da subito chiarito la propria posizione rispetto al bonus fiscale previsto dal governo: “non può rappresentare un driver di investimento; è un plus, ma non può assolutamente condizionare le scelte degli investitori: un investimento si effettua se è buono, e se poi è previsto anche un ritorno fiscale ben venga, ma difficilmente una strategia di investimento si giustifica solo in termini di fiscalità agevolata”, inoltre gli investimenti alternativi sono ritenuti un tema estremamente importante anche alla luce dei bassi rendimenti che caratterizzano il mercato attuale riferito agli investimenti di tipo più tradizionale e dell’opportunità di decorrelazione offerta dagli alternativi. Il Gruppo BNL-BNP Paribas, peraltro, già investe in alternativi: private market, real estate, sul quale peraltro si intende lavorare (già sotto il 20% del patrimonio, ma vogliono ridurla ulteriormente) e fondi hedge. Tra gli indirizzi per il futuro la volontà di ridurre il numero dei sottostanti e quella di sviluppare mandati più personalizzati rispetto alle loro esigenze.
Successivamente ha preso la parola Massimo Corsini, Direttore Responsabile Fondo Pensioni Gruppo Sanpaolo IMI, riferendo del processo di selezione, tuttora in corso, di gestori, iniziato recentemente, che ha coinvolto tre dei sette fondi di previdenza complementare del gruppo per complessivi 120 milioni di euro, pari a poco meno del 3% del patrimonio dei tre fondi. Proprio per l’interesse che i rendimenti degli alternativi rivestono nella fase attuale, si è costituito un gruppo di lavoro in seno al gruppo, che si è successivamente mosso in maniera congiunta a livello di selezione, pur mantenendo tutte le prerogative di indipendenza di ogni singolo ente.
Particolarmente dubbioso è apparso il Vice Presidente della Cassa Forense, avv. Valter Militi, che circa le reali chance di successo dei recenti interventi del legislatore, ha detto: “lo schema previsto è destinato a non far funzionare il sistema, lo strumento di attuazione porta a tutt’altro punto di arrivo rispetto alla ratio del legislatore…sul tema degli investimenti nell’economia reale, la Cassa Forense ha provveduto da sé, potendo contare su di una struttura in grado di operare una selezione degli investimenti e degli strumenti, di comprendere i reali profili di rischio, inoltre, proprio perché crede nel Paese e nelle ricadute che gli investimenti reali possono fruttare per l’universo dei liberi professionisti, la Cassa ha in pancia investimenti di questo genere che sono più alti della media delle altre casse privatizzate, e da tempo ha iniziato un percorso di investimento in minibond e infrastrutture”.
Importanti e circostanziati anche gli inerventi di Paolo Stefan, Direttore Generale del Fondo Solidarietà Veneto e di Patrizia Claps, Dirigente Ufficio Redditi di capitale e diversi dell’Agenzia delle Entrate.
Il primo ha sottolineato come i fondi negoziali siano in ritardo rispetto agli investimenti alternativi, in Particolare, il Fondo, di cui è direttore nel 2009, è stato autorizzato ad effettuare investimenti diretti e non appena le condizioni lo hanno permesso si è intrapreso il percorso che ha portato a sostituire equity con equity non quotato, con una particolare attenzione per il mondo delle pmi, che costituiscono la spina dorsale del sistema produttivo veneto, il percorso si è concluso nel 2013 ed oggi gli investimenti in private equity coagulano circa il 5% delle risorse del fondo.
Anche sul lato dei minibond si è sviluppato un progetto parallelo, in gestione indiretta: è stato selezionato un gestore cui è stato affidato un mandato che comporta investimenti per 40 millioni (il 5% del patrimonio).
La Claps ha, infine, sottolineato quanto elevate siano le aspettative del governo sul bonus fiscale, ritenuto in grado di dare un forte impulso all’economia reale e, al tempo stesso, di compensare gli effetti prodotti dall’aumento della tassazione sul risparmio previdenziale, soffermato sui contenuti specifici del decreto, previsto dalla Legge di stabilità 2015, e sull’analisi delle condizioni previste per poter beneficiare del credito d’imposta, a partire dal periodo di imposta 2015.
Roma, 31 Gennaio 2016
Marcello Grotta