Giustizia, burocrazia e istruzione sono alcune delle grandi sfide con cui il Governo Meloni dovrà confrontarsi, già dal prossimo settembre, per cambiare marcia all’Italia e tenere il passo degli altri paesi europei.
Intervistiamo, su questi temi, Italo Cirielli, consigliere comunale di Fratelli d’ Italia a Cava de’ Tirreni e membro dell’esecutivo nazionale del movimento giovanile Gn (Gioventù nazionale).
Consigliere Italo Cirielli, nonostante la sua giovane età, ha già una grande esperienza nella politica locale e nazionale: a suo avviso da quale prospettiva a medio/lungo termine non può e non deve prescindere il rilancio del Sud?
“Ho sempre considerato che l’Italia corra più lenta di quanto potesse e che il modo migliore per rilanciarla a livello internazionale sia rendere il Sud un posto all’altezza delle sue possibilità e ROMA, la Città Eterna, una Capitale che possa reggere il confronto con le altre europee. Per quanto concerne il Sud Italia, il problema ha radici lontane e nello specifico di tipo sociale, geografico, economico, culturale e, soprattutto, storico. Non voglio fare una lezione di storia, non è il luogo e, sicuramente, non sarei la persona migliore per fare questo tipo di analisi, ma proverò a dare qualche prospettiva di riflessione sulle possibili soluzioni.
Il Sud aspetta, come del resto tutta l’Italia, le riforme istituzionali che l’aiutino a diventare uno Stato a misura e a servizio dei suoi cittadini. Nello specifico, mi riferisco alla riforma della giustizia, della burocrazia e dell’istruzione. Ritengo che la lentezza, la farraginosità e l’incertezza che avvolgono questi tre settori chiave siano un ostacolo insormontabile per uno sviluppo coscienzioso della società italiana”.

“Immagino una giustizia garantista, celere e certa nella pena e non strumento di attacco e di potere nelle mani di pochi; una burocrazia basata su poche regole certe che permetta alle persone oneste di poter realizzare quello sviluppo umano e sociale che tutti ci aspettiamo (ad oggi in Italia le regole, purtroppo, sono fatte per chi già rispettava il principio, mentre il disonesto, consapevole della lentezza e della confusione della giustizia, nonostante la regola, continua ad infrangerla).
Un altro tema centrale è quello dell’ istruzione come stella polare per la formazione dell’individuo e di un futuro impiego lavorativo…
“Bisogna valorizzare un’istruzione che metta al centro lo studente e, soprattutto, tutte le sue incertezze, che si basi più sul ragionamento e meno sul concetto, che offra le abilità che oggi e domani saranno richieste sul mercato del lavoro. Su quest’ultimo punto, vedrei con favore una riforma generale del sistema: partendo da una una scuola secondaria unica, che si fondi su quelle conoscenze che ogni cittadino, per ritenersi tale, deve possedere, e che, nel corso degli anni, offra corsi a scelta, che siano utili in settori specialistici della nostra economia. Questo perché, ad oggi, i giovani, a 14 anni, non hanno ancora la capacità di scegliere quale debba essere il loro futuro e, per di più, gli attuali istituì tecnici diventano ghetti dove anche chi vuole studiare è disincentivato dal clima esterno.
Come si vincono le sfide future che attendono il Sud e cosa si aspetta dal Governo Meloni?
“Tornando alle necessità proprie del Sud, si può, con un lavoro di sintesi, riassumere la soluzione in tre concetti: più infrastrutture moderne a sostegno dei cittadini e delle imprese, più presenza dello stato, attraverso una maggiore mobilitazione delle forze dell’ordine per combattere la piaga del malaffare e della criminalità organizzata, e, infine, un incentivo alle imprese, sotto forma di sgravi tributari e sussidi, magari allargando il sistema ZES, non a singole zone, ma a tutto il meridione, per dotare il Sud di un sistema produttivo all’altezza delle sfide che ci aspettano”.
Sabrina Trombetti