Parla Filippo Statuti: sport e solidarietà

Presentazione_bassaUn ponte solido tra l’Italia e il Perù, potremmo riassumere così il Torneo internazionale di calcio giovanile “Semilleros”.
Ne parliamo con il dottor Filippo Statuti, promotore del progetto e profondo conoscitore del Perù, Paese nel quale vive da oltre venti anni e dove porta avanti, ad altissimi livelli, varie iniziative legate al mondo del sociale.
In Italia, l’organizzazione è affidata a “Semilleros Italia” di Aldo Rossi Merighi.

Statuti, come è nata l’idea del Torneo Semilleros, giunto ormai alla quinta edizione?
Grazie ad un amico peruviano di origine italiana, Eugenio Maestri, giornalista de El Comercio e grande appassionato di sport che è stato il primo ideatore della formula attuale del Torneo. Parlando con lui abbiamo avuto l’intuizione di cercare sponsors per poter organizzare un campionato a Lima ed un Torneo a Roma cui avrebbe partecipato una selezione dei migliori giocatori del campionato svolto in Perù.
Quali sono gli obiettivi principali?
Vogliamo permettere ai giovani talenti del calcio di mostrarsi in un torneo internazionale e di potersi misurare con pari età stranieri, conoscendo nuove culture, non solamente sportive e rafforzando la propria autostima.
Ci può illustrare la storia del Torneo?
Al primo Campionato (2010) in Perù hanno partecipato 75 squadre formate da ragazzi under 15, solo alcune di esse erano divisioni giovanili di squadre o accademie ufficiali, la maggior parte erano squadre organizzate solo in occasione del Campionato da genitori coraggiosi o da appassionati che vivono nei quartieri periferici di Lima (barrios marginales o barriadas, il corrispettivo delle favelas brasiliane) e che, con le proprie scarse risorse economiche, finanziano la partecipazione di questi ragazzi al campionato. In Perù, purtroppo, esistono pochi campionati giovanili, tutti organizzati dalla federazione che però non danno spazio ai “giovani calciatori invisibili” che vivono nella povertà e che non sono parte delle divisioni giovanili delle squadre di serie A e B, anche da qui è nata l’idea del Semilleros, dare l’opportunità a questi ragazzi di poter sognare di avere una vita “normale” almeno nello sport ed insegnargli regole da rispettare in campo ed anche nella vita. Il regolamento del campionato è molto rigido e non si ammettono eccezioni.
L’evento è prima di tutto di carattere sociale…
La estrema povertà di molti dei ragazzi che hanno partecipato al torneo gli impedisce, in molti casi, di potersi spostare fuori della “barriada” che possiede piccoli impianti polivalenti in cemento, ma che manca di qualsiasi supporto di allenatori o tecnici, questo ruolo viene svolto da padri amorosi che fanno sacrifici al fine di permettere ai loro ragazzi di praticare il calcio misurandosi con altri però in quasi totale assenza di qualsiasi nozione tecnica. Un giorno Eugenio Maestri, parlando con uno di questi “padri allenatori” gli chiese in base a quale schema schierasse la squadra e che tattica utilizzasse, il genitore gli disse che acquistava CD di partite del Bayern ed in base a questo organizzava la tattica in campo.
A settembre l’iniziativa arriverà a Roma. Che cosa ci può anticipare?
Anche quest’anno i ragazzi peruviani saranno nella Capitale per mostrare il loro talento, nelle precedenti edizioni del “Semilleros Italia” hanno portato in Perù la coppa vinta dopo estenuanti partite sempre giocate nel totale rispetto delle regole e del rispetto per gli avversari, anche quest’anno siamo sicuri che la squadra peruviana potrà mostrare la propria riconoscenza agli organizzatori dando dimostrazione di bel gioco.
Previsoni per il futuro?
Andremo avanti. L’idea è quella di coinvolgere più città in Perù affinché partecipino al campionato del Semilleros ed ampliare la partecipazione ad altri Paesi che già hanno dato il loro parere positivo ad essere parte di questa iniziativa che va crescendo ogni anno.
Sabrina Trombetti