Intervista a Simone Di Stefano fondatore del Movimento politico “Sovranità – Prima gli Italiani”

DISTEFANOSOVRANITA'Di Stefano, lei è stato tra i fondatori del Movimento politico “Sovranità – Prima gli Italiani”, quali sono gli obiettivi del Movimento?

L’obbiettivo ultimo del movimento è trasparente nella scelta del nome stesso: vogliamo ridare a questa nazione la sua sovranità. In tutti i campi: politico, economico, militare, sociale, monetario, energetico, culturale. Il nostro è quindi un movimento sovranista, identitario e sociale, in grado di interpretare il disagio crescente fra i lavoratori, fra le famiglie, fra gli imprenditori e dar voce a chi in questa nazione non ha più nessun interprete delle proprie istanze sociali, ovvero gli Italiani, quelli che non sono coccolati da alcuna O.n.g., da alcuna Boldrini, da alcun grande quotidiano.

Ci può illustrare i punti più importanti e innovativi del programma politico del Movimento?

Riassumiamo per comodità la nostra proposta in tre punti chiave: stop immigrazione, no euro, no Ue. Quindi chiusura delle frontiere, smantellamento della rete finto-caritatevole che lucra sulla pelle degli immigrati, politica internazionale volta a bloccare i flussi prima ancora che nascano, con opportune politiche di sviluppo sui luoghi di nascita dell’immigrazione. No euro: ovvero proprietà della moneta e sovranità monetaria. No Ue: per farla finita con la dittatura dei burocrati, ovviamente con la speranza di poter creare un’altra Europa all’altezza della sua storia e dei suoi compiti in politica internazionale.

La Grecia in primo piano: quale è il suo parere sulla soluzione raggiunta da Tsipras, avrà conseguenze sul futuro assetto dell’Unione Europea e cosa dimostra?

Tsipras ha fallito, si è creato un’immagine da duro e da ribelle rifiutando dei memorandum e poi ha ceduto di fronte a diktat persino peggiori. Il suo governo ha causato più privatizzazioni e austerity dei governi liberali. Purtroppo questi cialtroni della sinistra, più o meno estrema, sono molto pompati dai media ma al dunque si rivelano palloni gonfiati, solo le forze nazionali possono salvare l’Europa. In Grecia è solo questione di tempo, come spero anche in Italia.

Secondo lei l’Italia sta uscendo dalla crisi economica?

No. Può darsi che ci siano degli aggiustamenti sistemici che possono interessare il grande capitale parassitario, ma le famiglie e i lavoratori faticano davvero a trovare spiragli di ripresa. Di più: credo che la ripresa non arriverà mai, nel senso che il modello economico dominante è probabilmente quello di una sempre maggiore precarietà, di misure sempre più antipopolari, di una regressione totale dei diritti sociali, di una tassazione sempre più vessatoria per i piccoli imprenditori. Tutte misure spacciate come temporanee ma che invece costituiscono l’orizzonte permanente cui siamo destinati. A meno che non intervenga un decisivo cambio di rotta, che però è impossibile con gli attuali governanti.

Come ridisegnerebbe una riforma del Welfare?

Con politiche abitative ispirate al progetto del “Mutuo Sociale”, aiuti sostanziali alle famiglie e politiche che rendano di nuovo possibile fare figli in questa nazione, cosa che invece oggi sfiora quasi l’impresa eroica. Per fare questo, però, bisogna prima tornare a stampare moneta e a essere sovrani sia politicamente che finanziariamente.

Roma 30 Ottobre 2015

Marcello Grotta