HOLACRACY OVVERO IL SISTEMA SOCIALE DELLA OLOCRAZIA IL NUOVO MODELLO AZIENDALE SENZA CAPI MA DOVE TUTTI SONO UGUALMENTE RESPONSABILI

MAR-HOLACRAZYE’ un nuovo modello organizzativo del lavoro aziendale proiettato da Brian Robertson – scrittore, autore del libro “Holacracy: The new management system for a rapidly changing world” – in cui non ci sono capi ma solo colleghi e senza che nessuno abbia un livello gerarchico superiore all’altro. Brian Robertson ha previsto che ognuno, nell’ambito lavorativo, si assuma le proprie responsabilità, passando dall’attuale sistema operativo a piramide a quello a cerchi nel quale non esisterà più il lavoro subalterno. Il funzionamento di questo particolare sistema lavorativo, olarchico, ovvero olocratico appunto, è impostato un pò come i sistemi operativi di Windows, o Mac Os o Linux che non prescrivono la maniera in cui le cose vanno fatte, si limitano a stabilire le regole alla base del gioco cioè come devono funzionare le relazioni lavorative per far sì che tutti camminino nella stessa direzione, quindi non si tratta assolutamente di una struttura anarchica, ma semplicemente di un’architettura diversa.

In buona sostanza l’Olocrazia è una tecnologia sociale o un sistema organizzativo di governance nel quale l’autorità e le decisioni sono distribuiti nell’ambito di una “Olarchia” di gruppi auto-organizzati anziché fissati in una gerarchia di tipo manageriale e come forma organizzativa aziendale. “Olarchia” nella terminologia di Arthur Koestler, è una connessione fra due Oloni, in cui l’Olone è al contempo una parte e il tutto.

La prima azienda ad aver adottato l’Olocrazia fu la Ternary Software, con sede a Exton in Pennsylvania, nota per avere sperimentato la forma di governance più democratica. Il fondatore della Ternary, Brian Robertson, scelse le migliori pratiche adattabili a questo sistema organizzativo, che nel 2007 prese il nome di Olocrazia. Nel 2010, Robertson elaborò la “Holacracy Constitution”, che stabilisce i principi e le pratiche di sistema preso ad esempio da altre società; così nel Giugno del 2015 Robertson, ha pubblicato il libro “Holacracy: The New Management System for a Rapidly Changing World” che illustra i casi di implementazione effettiva della Olocrazia nelle strutture aziendali.

L’idea innovativa, anzi rivoluzionaria, della Olocrazia parte dal presupposto che nel corso degli ultimi secoli la stragrande maggioranza della gente ha sempre pensato che il nostro attuale sistema politico sia il risultato di un attenta elaborazione di stampo liberale e che sia stato creato per il bene comune, ma, in verità, l’attuale sistema politico è nient’altro che la trasfigurazione di “Oligarchie travestite” che concentrano il potere della maggioranza nelle mani di una minoranza, senza controllo e si camuffano di Democrazie ma non hanno nessuna affinità con il bene comune anzi perseguono e tutelano solo interessi particolari. Nel corso del XVIII secolo una serie di fattori fecero emergere un desiderio collettivo ed universale di progresso in molte parti del mondo, un progresso inteso come sinonimo di libertà, ma poi, le Rivoluzioni che portarono alla caduta dei sistemi politici monarchici o oligarchici, che già non consentivano la partecipazione dei cittadini alla scelta dei membri dell’oligarchia stessa, fecero confluire di nuovo tutto il sistema di potere nelle mani di una elìte, un piccolo numero di persone, più potenti (economicamente o politicamente) e più libere degli altri cittadini, appartenenti alle masse, di investire gli ingenti capitali in loro possesso; le stesse costituzioni dei nuovi sistemi politici furono scritte da persone che detenevano i maggiori interessi economici collegati al possesso del capitale, quindi si dovette pensare a un modello che riuscisse a conciliare, anzi ad amalgamare la fame di libertà del popolo con la garanzia della continuità dei privilegi economici e politici precedentemente già consolidati e ciò avvenne inventando la “Democrazia rappresentativa”, termine apparso nel XIX secolo e modellato su una partecipazione minima di cittadini, in nulla comparabile con la più esemplare Democrazia ateniese. Con il libro “Democrazia in America”, del 1835 scritto da Alexis de Tocqueville, che equipara le “Oligarchie mascherate” alla Democrazia, inizia l’equivoco attuale di pensare che viviamo in una Democrazia effettiva; la verità, invece, è che le società moderne vivono immerse in un sistema capace di suggestionare le masse disomogenee di elettori grazie alla grande scenografia del voto, in realtà etero-diretto, attraverso la creazione di partiti politici che impongono linee di pensiero propinate da funzionari elitari cooptati dai partiti stessi. Se è vero che il sistema politico attuale è il risultato di una lunga lotta per l’emancipazione dei diritti naturali e civili degli individui, è però altresì vero che la classe dei capitalisti dal XVIII secolo in poi si è legata sempre più strettamente alla classe politica per mantenere i propri privilegi, formando un’Oligarchia che del “diritto di voto concesso a masse sempre più estese” si serviva per dare sfogo ad una sorta di circo elettorale, maschera di questa falsa democrazia, opportunamente strumentalizzata al fine di contenere il progresso sociale che sarebbe significato la distribuzione egualitaria delle risorse economiche e produttive.

In definitiva saranno proprio le Rivoluzioni Liberali a delegare tutto il potere del cd. Corpo Elettorale ad una minoranza elitaria di Burocrati-funzionari-Oligarchi o Grandi Eletti votati appunto dalle masse, condizionate dall’ignoranza sui principali argomenti di governo sociale ed economico ed emarginate dall’accesso alle informazioni e dalla conoscenza dei dati complessivi, che saranno costrette a deferire la discussione sulle soluzioni dei problemi ai leaders (parlamentari, giudiziari e di governo); questo produrrà la convergenza di potenti mezzi economici e politici in una ristretta cerchia oligarchica e lo sviluppo di pensieri unificati e la marginalizzazione di qualsiasi alternativa orientata ad una soluzione pragmatica dei problemi.

Il sistema stesso di votazione basato sulle leadership personali e non sulle idee ha prodotto alla fine un sistema politico rappresentativo che si basa sul concetto della maggioranza che spesso non è raggiunto alle elezioni e quindi sempre più spesso si hanno governi o maggioranze parlamentari eletti con molto meno del 20-30% della popolazione con diritto di voto, privi di effettiva autorità legale e dove maggioranza e minoranza si confondono in quanto hanno per lo più gli stessi interessi, che provocano inevitabilmente gravi stati di crisi (ecologica, economica, sociale, morale), la polarizzazione del potere, l’amplificazione dei conflitti di interesse e conseguente l’instabilità definitiva del sistema stesso non essendovi alcuna corrispondenza tra la volontà popolare e le decisioni dei governi.

Ma il mondo cambia e non sta mai fermo e cambiano i modelli e le leggi che lo governano e per un contesto che si modifica con una velocità progressiva ed esponenziale è fondamentale trovare nuovi sistemi di organizzazione, valutazione, misurazione, ma non basta cercare di migliorare le strutture esistenti non più efficaci ma occorre trovare nuovi paradigmi organizzativi che devono essere sviluppati e implementati perché oggi ci sono le tecnologie che consentono di farlo, sapendo adattare leggi e modelli al cambiamento e capendo quando è il momento di abbandonare meccanismi consolidati per adottarne di nuovi; questo processo coinvolge ogni aspetto della vita: dai processi di evoluzione tecnologica a quelli di innovazione sociale ed economica.

Un esempio già sperimentato e dimostrato è quello della Blockchain o catena dei blocchi, che grazie ai Bitcoin ha dimostrato di funzionare e di poter rappresentare una potenziale alternativa alle organizzazioni centralizzate alle quali oggi siamo abituati. I Bitcoin non hanno bisogno della banca centrale e questo paradigma è tecnicamente estendibile a qualsiasi altro aspetto, si pensi per esempio alle reti elettriche oggi altamente centralizzate ma destinate a modificarsi rapidamente quando sarà più efficiente produrre energia nel luogo in cui essa viene consumata senza che vi sia la necessità di gestire, mantenere, installare, aggiornare le attuali infrastrutture di distribuzione. Servono, in definitiva, dei cambiamenti strutturali non solo per gli aspetti pratici e operativi ma anche per quelli della gestione delle aziende e di altri organismi e l’Olocrazia è, in questo senso, il modello possibile delle organizzazioni aderenti alla filosofia della autonomia decentralizzata basata sul volontariato, la cd. “Cryptoequity”, che elimina l’approccio centralizzato tipico delle democrazie rappresentative le quali stanno ampiamente dimostrando di essere non solo inefficienti ma anche causa di distorsioni come corruzione, concussione, clientelismo proprio perché accentrano il potere. L’Olocrazia, applicabile a qualsiasi sistema organizzato, comincia ad essere adottata da imprese e soggetti non-profit in vari Paesi come Stati Uniti, Francia, Germania, Svizzera, Nuova Zelanda, Australia e Regno Unito, dove le decisioni non vengono prese più per scale gerarchiche, qui del tutto abolite, ma secondo un modello in cui l’autorità è distribuita e attuata da gruppi auto-organizzati che interagiscono tra loro e danno a ogni componente il medesimo valore decisionale. Tra le aziende che già utilizzano il meccanismo di Holacracy c’è per esempio la piattaforma editoriale online, che tutti possono utilizzare e che sta avendo un certo successo, che si chiama Medium. Il passo successivo sarà la nascita di quelle che SingularityHub definisce come le ownerless company”, le aziende senza proprietari, basate sui principi della Blockchain, che alla fine daranno vita ad un sistema di gestione delle cose e dei servizi pubblici fondato su un sistema distributivo di democrazia diretta. Altra sperimentazione ben avviata è quella dell’azienda Bitnation, altra organizzazione che si occupa di decentralizzazione, in questo caso le applicazioni sono basate sugli smart-contract che garantiscono le funzionalità delle transazioni.

“Bitnation è il Sistema Operativo di una Governance 2.0, progettata per sovvertire l’oligopolio degli Stati nazionali mediante l’offerta di servizi di governance più comodi e sicuri come Bitcoin e Blockchain che non sono due cose troppo diverse ma anzi potrebbero essere sinonimi. La Blockchain, in particolare, ha una gamma di applicazioni tendenzialmente infinite: può permettere a qualunque persona, o gruppo di persone, di collaborare, intessere relazioni lavorative, professionali, contrattuali, senza dover fare appello ad un’autorità centrale che ne sancisca la validità.; che è quello che fa Bitcoin per i pagamenti di beni e servizi, solo che la Blockchain può essere applicata a tutto ciò che necessita di una relazione tra persone con scambi garantiti, dove, invece che notai, istituzioni, esperti d’arte etc., per garantire o la proprietà intellettuale o anche altro come ad es. delle elezioni politiche, entra in gioco appunto Blockchain, un algoritmo inattaccabile, che genera e garantisce fiducia tra le persone appartenenti ad una stessa comunità.

E’ la Blockchain la vera forza di Bitcoin. Perché nella Blockchain sono registrate tutte le transazioni fatte in Bitcoin, come in un libro contabile aperto e controllabile da tutti, inoltre tutti possono controllare la Blockchain, ma nessuno la può possedere perché ogni transazione deve essere approvata dal 50% più uno dei nodi della catena di blocchi.

MAR-Holacracy1Esempio pratico è quello della Governance 2.0 dell’azienda Bitnation realizzata in Estonia – paese da oltre 10 anni all’avanguardia del moderno e-government – basata sulla tecnologia Blockchain che permette di utilizzare una piattaforma di Governance “fai da te” esistente esclusivamente sulla Blockchain e che consente ai cd. “e-residents o cittadini digitali globali”, domiciliati in Estonia, di bypassare i sistemi di governance degli Stati nazionali grazie ai programmi di e-Residency e Public Notary, offrendo, agli stessi utenti, servizi di un Paese senza confini dove si possono notarizzare contratti e certificati sulla Blockchain cioè firmare, verificare e criptare documenti e contratti in maniera digitale, creare un’azienda estone online in 24 ore con un indirizzo fisico in Estonia garantito da un servizio esterno, e amministrare l’azienda da qualunque luogo del mondo. E’ questa la Cryptoequity.

Un’ultima considerazione: potrebbe venire quasi automatico pensare che l’Olocrazia si avvicini molto alla Oclocrazia, il governo delle masse, che Platone considerava in modo negativo come forma degenerativa della democrazia e benché vi siano similitudini strutturali l’Olocrazia è invece un sistema organizzato, decentralizzato e non gerarchico reso possibile dalle tecnologie disponibili che erano nemmeno immaginabili quando Platone pensò al concetto di Oclocrazia quale ultimo stadio dell’ordine consequenziale di Aristocrazia, Timocrazia, Oligarchia, Democrazia. In un’ottica contemporanea quindi la Oclocrazia può non essere più vista esclusivamente come la “pressione popolare delle folle” sui sistemi di governo ma piuttosto come il diretto coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni politiche e nell’amministrazione sociale secondo il modello Olocratico secondo uno schema organizzativo che nella storia ha trovato efficace applicazione in contesti come le città stato dell’antica Grecia dove la concreta gestione autonoma su territori ben definiti e limitati nella loro estensione nei quali è più semplice applicare la democrazia diretta eliminando quindi lo strato intermedio che oggi è il ventre molle della democrazia rappresentativa. L’Olocrazia sarebbe quindi meglio della Democrazia? La risposta è racchiusa nella evoluta maturità di coloro che avranno il coraggio di partecipare a questo nuovo sistema.

Roma, 31 Marzo 2016

Marcello Grotta