Società fantasma con esotiche sedi legali. Intermediari e broker improvvisati ed improbabili che sembrano usciti dai polizieschi anni 80, quelli per intenderci di Tomas Milian o di Lino Banfi. E soprattutto un ordine di 9.500.000 di mascherine ordinate dalla Regione Lazio: pagate in anticipo e mai consegnate. Il problema è che questo non è un film di spionaggio dove i fessi vengono salvati ed i cattivi arrestati. Non è nemmeno uno degli episodi del commissario Montalbano, nonostante la strettissima parentela dei protagonisti. Questa è la paradossale situazione che ha vissuto la Regione Lazio in tempo di emergenza Coronavirus con presidente Nicola Zingaretti. Milioni di cittadini del Lazio lasciati senza la protezione principale(la mascherina) in piena pandemia, a causa di un gravissimo errore di valutazione. Medici, infermieri e volontari in prima linea senza armi né difese. Intervistiamo, in esclusiva, Daniele Giannini, Consigliere Regione del Lazio (Lega Noi con Salvini) a cui chiediamo di fare luce su questa oscura vicenda e soprattutto di rappresentare anche la nostra voce nel prossimo Consiglio Regionale.
Zingaretti nella bufera: 9 milioni e mezzo di mascherine ordinate dalla Regione Lazio, ferme a Shangai, e che non arriveranno più.Un ritardo che ha messo in serio pericolo e a rischio la salute di dottori, operatori sanitari, medici di base, infermieri e di tutti i cittadini laziali. Consigliere Giannini, può spiegare a tutti i nostri lettori come è stato aggiudicato l’appalto e soprattutto di chi è la responsabilità per un acquisto quanto meno frettoloso?
L’emergenza sanitaria ha consentito alla Regione di procedere in deroga alle normative vigenti, ma rimane un mistero il criterio attraverso il quale abbia affidato una fornitura del genere, per un importo di oltre 35 milioni di euro, alla Eco.Tech, piccola società che commerciava lampade al led. A firmare gli atti è stato il responsabile dell’Agenzia Carlo Tulumello, nominato con delibera di giunta regionale nel novembre 2016, con un incarico quinquennale, ma è impensabile che i vertici politici della Regione non fossero informati di quanto stesse accadendo.
Tre giorni fa (23 aprile) finalmente il governatore Zingaretti getta la maschera e la Regione Lazio comunica la risoluzione del contratto concesso alla società Ecotech, visto il mancato rispetto di tutti i termini connessi. In che modo la Regione Lazio potrà richiedere indietro i soldi corrisposti in anticipo, considerando che la suddetta società di Frascati ha un capitale sociale di 10 mila euro e che, a quanto dicono i giornali, ha la sede legale in un paradiso fiscale?
Non vorrei interpretare il ruolo della Cassandra, ma temo che gli uomini di Zingaretti difficilmente recupereranno la montagna di soldi dei contribuenti. Le due fidejussioni, per un importo di 14 milioni di euro, emesse lo scorso 20 aprile, dalla Seguros a beneficio dell’Agenzia regionale, hanno dimostrato l’inadeguatezza di questa Amministrazione. Contraente della polizza è quella Eco.Tech a cui, come lei accennava, la Regione ha disposto tardivamente la risoluzione del contratto. Se la ditta di Frascati non riuscisse a restituire i 14 milioni, dovrà provvedervi la Seguros, società domenicana dietro la quale figura un broker di Barletta imputato per un processo di camorra a Benevento, che, tuttavia, non è abilitata all’esercizio dell’attività assicurativa in Italia, come confermato dall’istituto per la vigilanza.
Sappiamo che c’è una indagine in corso da parte della Procura di Roma. Su questa vicenda tuttavia restano poche luci e molte ombre. Alcuni quotidiani hanno scritto che il prezzo pagato dalla Regione ha all’Ecotec per le mascherine era addirittura il doppio rispetto a quello di ditte più note e sconosciute. Non solo l’intermedio che ha rilasciato la fideiussione ha un passato, alquanto, torbido… Da parte lesa a truffa non pensa che il passaggio sia molto breve?
Senza interferire sull’operato della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica di Roma che sta indagando per “inadempimento di contratti di pubbliche forniture”, ritengo che al momento l’unica parte lesa sia rappresentata dal personale sanitario e dai pazienti che, sin dalla fase iniziale dell’emergenza, hanno lamentato la cronica carenza di mascherine. Qualcuno dovrà spiegarci in che misura l’insufficienza dei dispositivi protettivi abbia inciso sulla diffusione dei contagi e sull’impennata dei decessi.
Seppur dai banchi dell’opposizione, quali saranno le proposte della Lega per rilanciare, subito e in maniera massiccia, formazione, lavoro e politiche giovanili?
Anche la Giunta, al pari del governo nazionale, è ostaggio di un comitato tecnico-scientifico che, senza alcuna legittimità democratica, le detta la linea. È per questo che la Lega, dopo l’annuncio della ripartenza (falsa) di Conte, rivendica il diritto di tornare a lavorare in sicurezza. Invitiamo Zingaretti a venire in aula per confrontarci su proposte concrete per il rilancio dell’economia regionale. Prevediamo una social card destinata all’acquisto di generi alimentari e farmaci per nuclei familiari con almeno un figlio a carico e attestazione Isee di massimo 30mila euro; sostegni, in base al quoziente familiare, per canone di locazione e mutuo prima casa; contributi straordinari per acquisto di pc destinato a bambini da 6 a 15 anni; estensione anche agli asili nido non accreditati degli incentivi previsti; sospensione del pagamento dei contributi regionali per non soffocare quelle attività prossime alla riapertura; contributo una tantum, pari a 1.000 euro, agli studenti universitari; proroga di validità per gli abbonamenti del trasporto pubblico locale; abbassamento delle rette per quelle attività sportive consentite.
A.R.M.