Dalla celebrazione dei 60 anni della Lega Pro nel prestigiosissimo Salone dei Cinquecento, a Firenze, con la presenza del Presidente FIFA, Gianni Infantino, alla presentazione del calendario 2019-2020: sono giorni intensissimi per il Presidente Francesco Ghirelli che, tra passato e futuro, detta la linee guida del “campionato dei Comuni italiani”
Un grandissimo evento ha salutato a Firenze i 60 anni della Lega Pro: una seconda giovinezza da vivere? Con quale obiettivo per il futuro?
Le radici della storia più sono profonde e forti e più consentono di innovare: noi dobbiamo essere la lega della formazione dei giovani (calciatori, allenatori, arbitri, assistenti, dirigenti…) e quella che toglie dai pericoli della strada i giovani. Dobbiamo fare in modo che la nostra identità sia netta. Dobbiamo essere la lega delle regole, non possiamo sbagliare perché sono valori non negoziabili. Su questo dobbiamo pretendere che il ruolo che svolgiamo ci venga riconosciuto, non chiediamo assistenzialismo ma risorse da utilizzare per migliorare ciò che siamo: la lega del calcio dei Comuni d’Italia.
Il prossimo 25 agosto ripartirà il campionato, che già da oggi si preannuncia spettacolare: quale è la situazione dei ripescaggi? Alcune piazze promettono battaglie legali, contestazioni e ricorsi
Ogni club è giusto che faccia tutto quello che ritiene sia necessario per vedere riconosciuto un suo diritto. Una cosa, però, deve essere chiara: lo si può fare con fermezza ed autorevolezza. Se si dovesse pensare che urlare o ancor peggio minacciare sia il modo migliore di far valere ragioni che non esistono, mi spiace, ma si sbaglia strada. Per quanto mi riguarda ho lavorato con l’on. Pio La Torre, ucciso a Palermo dalla mafia e quindi conosco bene linguaggi e modalità e so come combatterle senza se e senza ma.
Come valuta l’attuale corso della F.I.G.C.?
Quale aggettivo userebbe per definire quello che da molti è considerato il nuovo rinascimento del calcio?
Il Presidente Federale Gabriele Gravina sta facendo una rivoluzione ed un cambiamento che solo gli stolti possono ritenere cosa ovvia.
Il termine giusto è: obbligato. Eravamo arrivati ad un punto di non ritorno e il giocattolo (il gioco del pallone) rischiava, seriamente, di scoppiare.