GHIRELLI: UNA NUOVA LEGA PRO PER RIPORTARE TUTTI I GIOVANI ALLO STADIO

Saggezza, esperienza, entusiasmo le doti migliori del neo Presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, che raggiungiamo al telefono durante uno dei suoi numerosi viaggi come “ambasciatore del calcio”.

Presidente Ghirelli, tra calcio e politica quale è la sua passione più grande? Soprattutto, è più complicato gestire un elettore inferocito o un tifoso tradito?

La politica è un campo che ho, personalmente e definitivamente, chiuso nel 1993.

Il calcio è la mia passione immensa ed irresistibile, un sogno che si avvera ogni volta che la palla torna al centro del campo per iniziare la partita. Il calcio è la splendida metafora della vita, l’incrocio delle emozioni, prima che inizi non sai se gioirai o piangerai e passeranno solo novanta minuti tra la speranza e la conclusione. Un concentrato unico e irresistibile, il gioco più popolare al mondo. Mamma mia, che fortuna che ho avuto!

Quale il primo punto all’ordine del giorno nella sua agenda ?

RIportare i ragazzi e le ragazze allo stadio. Spesso mi sorprendo nel constatare la superficialità di chi discute di numeri, limitandosi a dire, abbiamo meno spettatori. No, bisogna andare più a fondo nell’analisi: meno spettatori, media età elevatissima. Non c’è futuro, bisogna portare ad interessarsi del calcio i ragazzi, se vogliamo il futuro oltre che l’oggi. Da noi, i ragazzi, spesso, non sanno nemmeno di avere una squadra della loro Città che gioca in Serie C. Noi, allora , dobbiamo provare a catturare la loro attenzione raccontando una emozione, una storia. Dobbiamo usare i mezzi tecnologici dei giovani, smartphone, tablet, social, ecc. E, dopo un lungo tragitto, forse li porteremo allo stadio. Qualcuno mi chiede “E quanto tempo ci vuole?”, lo guardo e gli rispondo duramente” Il problema non è quanto tempo ci impiegheremo. Il problema è quando inizieremo a fare”. E noi abbiamo su questo un progetto vincente.

La Lega Pro, oltre che di tanta passione, vive anche di credibilità . Come si combatte il fenomeno dei tanti presidenti “improvvisati” che danneggiano, oltre che le società, anche l’intero sistema?

Mettendo regole che impediscano di farli entrare nella proprietà. E se riescono a farlo, mettendo regole per le iscrizioni al campionato che non consenta di farli entrare. E se, nonostante tutto ce la facessero, mettendo regole che impediscano la finanza creativa e chi non paga gli emolumenti dei tesserati per due volte, vanno messi fuori dal campionato. Dal 18 di dicembre pv, se il consiglio federale approverà le norme per la iscrizione ai campionati proposte dal presidente Gravina: è la rivoluzione!

Calcio, cultura e territorio: quali sono le iniziative sociali che la Lega Pro sta portando avanti per riavvicinare i tantissimi appassionati dopo le fastidiose polemiche legate ai ripescaggi?

Non fastidiose polemiche, lei è troppo Buona, hanno fatto un disastro, hanno “stramato” un diritto. Questo va sanato! Noi siamo la lega del calcio dei Comuni d’Italia, noi siamo il reticolo che insieme al volontariato, alle professioni, teniamo unita un’Italia un poco “scassata”. Allenare giovani portandoli lontani dai pericoli è la nostra mission; lottare contro la dispersione scolastica per dare un percorso formativo ai giovani calciatori è il nostro tratto distintivo sociale; parlare di etica nelle scuole e mettendo insieme ciò con l’attività sportiva è opera meritoria. Noi, i club facciamo questo.

Cosa pensa dell’introduzione delle seconde squadre di serie A nel suo campionato?

Credo che il modo come i commissari lo hanno fatto, ancor mi offende per la superficialità con cui hanno operato. Se, come credo, le seconde squadre debbono servire per ridare il sogno ai miei nipotini di provare la gioia che io, il loro nonno, ha provato nel 1982 in Spagna e nel 2006 in Germania, ho l’obbligo di dire “Obbedisco” e di lavorare per un progetto emozionante.

Per ritornare alla sua esperienza politica, quale è la sua valutazione sui primi sei mesi del governo giallo verde?

Per quanto riguarda il calcio e lo sport in generale, tutto il bene possibile. Vuole un esempio? Semiprofessionismo, ho vissuto le richieste fatte ai governi precedenti. La risposta? Quella dei burocrati soprannominati “c….di pietra”. Mi scuso per il linguaggio oxfordiano ! Vuol sapere del progetto sul Coni ? È la conclusione di un percorso che è stato fatto in tutti i paesi dell’Europa, ad esclusione dell’Italia. Ora, occorre parlare del nuovo soggetto “Sport e Salute” ( il nome, si poteva far meglio) e vedere il ruolo delle federazioni. Una sfida nuova ed affascinante ci aspetta. Mettiamoci al lavoro: RIFORME, INNOVAZIONI, REGOLE, SOSTENIBILITÀ ECONOMICA, NUOVA GENERAZIONE DI GIOVANI DIRIGENTI SPORTIVI, SCIENZA E RICERCA, sono le condizioni per far meglio dove già facciamo bene (nuoto, scherma etc.) e ricominciare dove va male ( calcio, atletica, etc).

Sabrina Trombetti