“ECONOMIA COLLABORATIVA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE”: COME LO SHARING ECONOMY SPINGE VERSO UNA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE.

NOV-SHARINGECONOMYVenerdì 30 Ottobre 2015 si è conclusa la lunga maratona di appuntamenti “Call4innovators”, la call lanciata dalla Regione Lazio, attraverso Lazio Innova, per far emergere gli innovatori del territorio regionale e farli dialogare, mettendoli in rete, durante il periodo dell’EXPO, con un tema di estrema attualità che coniuga condivisione e tecnologia.
L’auditorium dell’Ara Pacis di Roma ha ospitato l’ultimo evento tra quelli regionali di Expo 2015 della “Call4innovators”. Una grande partecipazione di pubblico, con scambi di opinioni e di esperienze tra esperti, operatori di settore e cittadini hanno dato vita ad un lungo dibattito dal titolo “Economia collaborativa per lo sviluppo sostenibile”. L’incontro, organizzato da Lazio Innova, è stato coordinato dall’ENEA – uno dei diversi partner scientifici che, in questa fitta serie di appuntamenti, ha apportato un alto contributo divulgativo alle manifestazioni specialistiche della Call, assieme alle università del territorio, enti e centri di ricerca che si sono avvicendati nel coordinamento dei diversi workshop tematici – e moderato dal suo direttore della divisione Agro-food e Biotecnologie Massimo Iannetta.
Sono intervenuti: Mario Jorizzo (ENEA), Roberta Ragni (Capo Redattore GreenBiz), Grazia Barberio (ENEA), Massimo Iannetta (Direttore divisione Agro-food e Biotecnlogie ENEA), Maurizio Paschero (Ricercatore Università Sapienza POMOS polo mobilità sostenibile), Leonardo Zaccone (Fondatore FabLab Roma Makers) e Cristiana Brega.
Il direttore generale di Lazio Innova, Andrea Ciampalini, a margine di questo diciottesimo e ultimo appuntamento Expo a Roma, ha sottolineato la grande importanza strategica dei workshop nati con la Call4Innovators che “hanno coinvolto più di 2.000 persone e circa 100 innovatori – ha dichiarato Ciampalini – e noi abbiamo anche selezionato, nell’arco degli ultimi mesi, circa 30 startup innovative che abbiamo portato, grazie a un accordo firmato tra Lazio Innova e ItaliaCamp, al Vivaio delle idee all’Expo di Milano. Queste 30 aziende – ha proseguito Ciampalini – sono state ascoltate dalle commissioni e, quindi, le migliori sono state sottoposte a un confronto con potenziali investitori. È stata un’iniziativa di grande successo, un’occasione attraverso la quale le imprese che hanno partecipato alla nostra Call hanno avuto l’opportunità di raccontarsi a Expo”.
L’economia collaborativa non è solo un settore emergente. Non è solo per start-up. Lo sharing economy è piuttosto uno strumento che offre una prospettiva di trasformazione sul piano sociale, ambientale ed economico che può essere creato da un numero di risorse, in modi e su scala che prima non esisteva. I principi fondamentali possono essere facilmente applicati in quasi ogni contesto, che si tratti di un gruppo multinazionale o di un gruppo di condivisione in ambito locale.
La sharing economy , però, non è ad oggi, univocamente definita in tutti i suoi aspetti e solleva ancora domande su cosa significhi per la società, o anche dove si debbano tracciare i suoi confini: un nuovo modo di organizzare l’economia, o un fenomeno antico quanto l’umanità stessa? Una più equa, più verde alternativa all’economia di mercato, o un’economia di mercato più nuova o più efficiente? Una tecnologia che ci libera dal potere dei monopoli, o un distruttore di posti di lavoro stabili e dei diritti dei consumatori?
Questa incertezza si riflette sui sistemi di governance, che oscillano tra la promozione, la regolazione e il divieto di attività di condivisione e di collaborazione, sui sistemi di produzione dove le grandi imprese sono incerte se considerarla un’opportunità o una minaccia e infine sui singoli cittadini che si interrogano sulla novità e sui reali benefici.
Vi è, pertanto, la necessità e l’opportunità per i governi- locali, nazionali e comunitari- di capire di abbracciare e soprattutto di applicare i principi dell’economia della condivisione per fare un uso più intelligente delle risorse fisiche, delle competenze e delle conoscenze disponibili in ogni comunità e in ogni città.
Da un lato le nuove forme di servizi “implementati dal basso” possono aiutare a soddisfare meglio le diverse esigenze di consumo e di produzione, dall’altro esse rappresentano anche nuove sfide per l’elaborazione delle politiche e della regolamentazione nei diversi settori.
L’ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie), l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, è da sempre impegnata a supporto del tessuto produttivo territoriale e della Pubblica Amministrazione, nello sviluppo dei sistemi innovativi sistemici come l’eco-innovazione, che comportano cambiamenti non solo nei processi produttivi e nelle tecnologie ma anche nei modelli di consumo, di comportamento e di organizzazione dei sistemi economici. In quest’ottica l’economia della condivisione si affianca e supporta il processo di transizione verso un modello di sviluppo socio economico sostenibile basato, anche, sull’ uso efficiente delle risorse e le basse emissioni di carbonio. L’economia collaborativa (sharing economy) è un fenomeno socio-economico che consiste nel mettere a disposizione – vendendo, prestando, affittando – di una comunità di utenti beni e/o servizi inutilizzati o sottoutilizzati da parte di chi li possiede. Sembrerebbe un trend nuovo, ma in realtà è da sempre che gli esseri umani condividono o scambiano cibo, strumenti, tempo. La vera novità sta, invece, nella trasposizione di questa abitudine sulla rete che funge da grande catalizzatrice. In un contesto economico globale in crisi, la tendenza “win-win” è in continua evoluzione, è applicata a tanti settori (servizi, settore immobiliare degli affitti, carpooling, ecc.) ed è agevolata sia dal web che dalle app mobili in continua crescita.
Per quanto riguarda il settore degli affari, da intendersi come impresa, questo tipo di economia può essere introdotta su due livelli: da un lato, le grandi e medie imprese possono creare dei servizi destinati proprio allo scambio con i loro stessi impiegati o utilizzarli esternalizzandoli. Dall’altro, i lavoratori e gli artigiani indipendenti possono registrarsi su piattaforme di servizi di collaborazioni, per mettersi in contatto con altri privati e, dunque, creare opportunità.
Tra i vantaggi dell’economia della condivisione troviamo il guadagnare tempo (e si può dire anche fatica) a ricercare il giusto partner per gli affari o il servizio di cui si ha bisogno. Infatti, utilizzando un’app mobile o un sito internet specifico, è possibile rispondere rapidamente a bisogni mirati con un clic. In un contesto di impresa, questo ha un impatto più ampio e favorevole, poiché è più gestibile con le altre attività senza costituirne un peso.
Fare appello ai servizi di condivisione consente di incontrare molte figure professionali, soprattutto nell’ambito del coworking e nell’utilizzo di uffici comuni. Le opportunità derivate dalla creazione di queste reti di relazioni professionali agevolano lo scambio di idee, aiutano nella formulazione e costruzione di progetti con le persone giuste, creano impiego e consentono di scoprire nuove tendenze e innovazioni.
Relazionarsi e mantenere i contatti con professionisti provenienti da settori diversi dal proprio, o utilizzare una piattaforma di matchmaking consente di sviluppare sempre più, aumentandole le cifre d’affari.
Applicare l’economia collaborativa risulta molto utile per gli artigiani e i lavoratori indipendenti che desiderano essere in contatto con i propri clienti sul web, oltre a risultare più visibili sul web.
L’intervento del responsabile Internazionalizzazione, Reti e Studi di Lazio Innova, Luigi Campitelli, ha concluso i lavori del convegno.
Roma, 30 Novembre 2015

Alexia Perazzi