Federmanager, una realtà solida e ramificata, un motore che intende contribuire allo sviluppo del Paese e al rilancio dell’economia. Il Presidente Stefano Cuzzilla spiega le strategie ed i progetti che intende portare avanti. Puntando su una variegata gamma di servizi all’avanguardia. Il dialogo con il governo è incentrato su temi economici, in particolare sulla delicata legge di Bilancio e sulla riforma delle pensioni. Presto ci saranno novità per i rapporti con i paesi stranieri, soprattutto con la Cina.
Presidente Cuzzilla, quali sono le principali attività di cui si occupa Federmanager?
Rappresentiamo il ruolo professionale del manager, in servizio e in pensione, nei confronti dell’opinione pubblica e delle istituzioni, come protagonista dei processi di innovazione, conoscenza e cambiamento. La nostra categoria si mette a disposizione del Paese perché non solo è una leva di sviluppo fondamentale in azienda, ma anche perché restituisce valore alla società, contribuendo al generale benessere.
Con le nostre 57 sedi distribuite su tutto il territorio nazionale siamo in grado di rispondere alle reali esigenze dei nostri iscritti: incentiviamo l’adesione ai Fondi di previdenza integrativa, che si aggiungono ai trattamenti pensionistici di legge; promuoviamo l’accesso ai Fondi interprofessionali e di formazione continua e forniamo la consulenza necessaria; ci prendiamo cura della persona attraverso i nostri Fondi di assistenza sanitaria integrativa e le tutele assicurative; offriamo un network interamente dedicato alle convenzioni commerciali. Tutto questo può essere letto in logica di servizio nei confronti degli associati. Ma c’è anche un’altra dimensione: è il nostro impegno per far affermare modelli di welfare e di crescita, umana, professionale e familiare, che contribuiscono alla sostenibilità del sistema sociale ed economico.
Ci può anticipare i prossimi impegni in agenda?
Siamo appena tornati dal Forum Ambrosetti, che si svolge ogni anno a Villa d’Este a Cernobbio. Abbiamo discusso di temi economici con ministri, premi Nobel, economisti e in quella sede abbiamo presentato un’anticipazione dello studio “Bravi Manager Bravi”, realizzato insieme a The European House Ambrosetti e che potete leggere sul nostro sito www.federmanager.it/pubblicazione/bravi-manager-bravi-uno-studio-sul-management-efficace-responsabile/.
A novembre pubblicheremo i risultati finali di questo lavoro, che sta coinvolgendo centinaia di manager in tutta Italia, con cui vogliamo restituire un’immagine il più fedele possibile del management efficace e responsabile.
Tutto l’autunno sarà un periodo molto ricco di appuntamenti che vedranno protagonisti i territori.
Il prossimo 3 ottobre, inoltre, saremo protagonisti insieme a Confindustria del lancio dell’Osservatorio mercato del lavoro e competenze manageriali di 4.Manager, la nostra nuova associazione bilaterale.
A metà ottobre, dopo il successo dello study tour che abbiamo organizzato a giugno scorso in Silicon Valley, ripeteremo questa esperienza unica di formazione, dedicata ai manager, ai quali offriamo l’opportunità di visitare la Cina e incontrare potenziali investitori e di inserirsi in quel contesto di mercato. Si chiama “Cina double chance”, rientra nel progetto Mind ed è realizzato dalla nostra Federmanager Academy.
A inizio novembre, infine, avrà luogo il Congresso Federmanager, che rappresenta il momento istituzionale più importante per la nostra Organizzazione in quanto aprirà gli orizzonti ad un nuovo triennio.
Nel mezzo, ci sono le normali attività che conduciamo come Organizzazione di rappresentanza. Su tutti, voglio citare il rinnovo del contratto per i dirigenti industriali, che scade a dicembre. Siamo a lavoro da mesi per arrivare a siglare, come auspichiamo, un nuovo contratto collettivo con Confindustria che sia innovativo e tutelante per i colleghi.
Con quale pacchetto di proposte sul piano economico vi piacerebbe confrontarvi con il governo e con il mondo politico in generale?
Abbiamo aperto un ampio dialogo con il nuovo governo. Ci sono questioni urgentissime come Ilva, Alitalia e su altre situazioni aziendali critiche che ci auguriamo siano risolte velocemente. Ci confronteremo presto anche sulla Legge di Bilancio, che sarà il primo banco di prova vero dell’esecutivo. Saremo vigili su questo tema, ma anche propositivi, caratteristica che ci ha sempre contraddistinto.
Inoltre, sul tavolo c’è la spinosa questione delle pensioni su cui chiediamo serietà e non annunci. Non è irrilevante il “come” si affronta il tema né tantomeno la determinazione del “cosa” si deciderà di proporre. Del resto, si tratta di diritti acquisiti dopo una vita di lavoro e noi su questo saremo fermi e decisi.
Ci auguriamo che il dibattito sulla Legge di Bilancio includa il tema dell’investimento sulle competenze e capitale umano. Noi chiediamo di incentivare fiscalmente l’inserimento dei manager nelle PMI perché osserviamo che la cosiddetta Quarta Rivoluzione industriale sta dimostrando che senza managerialità non solo non si cresce, ma si finisce ad essere esclusi da un meccanismo altamente selettivo di cui solo in parte è responsabile il digitale. Dalle ultime stime dell’Istat è emerso un fattore di crescita del Pil pari a +0,9% che non è assolutamente sufficiente ad agganciare la ripresa economica. È necessario, quindi, trovare strumenti in grado di aiutare le imprese a ripartire, attraverso investimenti che alleggeriscano il costo del lavoro, specie se di alta qualifica.
L’arrivo alla Juve di Cristiano Ronaldo, icona mondiale, ha monopolizzato i media per circa un mese. Il suo brand fattura come una industria. Questo calcio avrà sempre più bisogno di figure manageriali. Qual è il vostro rapporto con le società italiane ed estere?
Il calcio, come anche tutte le realtà produttive che intendono cavalcare la ripresa economica, ha bisogno di figure manageriali che hanno un ruolo unico e imprescindibile nel conseguimento dei risultati attesi. Crediamo molto anche nel valore del team che le discipline sportive sviluppano, perché constatiamo costantemente nel nostro lavoro che la gestione condivisa degli obiettivi è una chiave di volta per massimizzare la performance aziendale.
L’industria dello sport è una leva economica ma anche sociale: non potrebbero esserci l’attività fisica a scuola, le giovanili e l’agonismo se non fosse presente nei cittadini un’immagine popolare dello sport. Dico sempre che lo sport va inteso come strumento di benessere e rappresenta la prima forma di prevenzione sanitaria. In Federmanager ci dedichiamo anche a questo, a costruire consapevolezza sull’importanza degli stili di vita adeguati e della pratica sportiva. Lo facciamo attraverso convegni, campagne di prevenzione gratuite per chi è iscritto ai nostri Fondi sanitari integrativi, manifestazioni sportive come il nostro Campionato nazionale di sci. Anche questo per noi è prendersi cura dei nostri iscritti.
Sabrina Trombetti