Il Comune di Firenze ha accolto e condiviso il Progetto Internazionale MCH – Mediterranean Common House, sviluppato da IASEM – Istituto Alti Studi Euro-Mediterranei, con la finalità di edificare “La casa comune Mediterranea, costruita sul senso della comunità per favorire il dialogo e lo scambio di intelligenze tra i diversi Paesi del Mediterraneo e del Mediterraneo allargato”.
Così, si è svolto il 3 Maggio presso il Palazzo Medici Riccardi, del capoluogo fiorentino, il workshop organizzato dallo IASEM, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Italia-Kuwait e con il patrocino delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Comai), per preparare il lancio ufficiale del Progetto, previsto per l’autunno 2016. La giornata ha coinvolto ospiti di rilievo: Miriam Zamparella, Delegato dell’Assessore alle Relazioni Internazionali del Comune di Firenze; Pierandrea Vanni, presidente Associazione nazionale Italia-Kuwait; Enrico Granara, Ministro plenipotenziario e coordinatore per gli Affari Multilaterali del Mediterraneo e del Medio Oriente – Ministero per gli Affari Esteri; Foad Aodi, Focal Point per l’Integrazione in Italia per l’Alleanza delle Civiltà (UNAoC) e presidente delle Comai; Marco Cellai, già parlamentare europeo, presidente del centro culturale Firenze-Europa; Francesco Bosi, già Sottosegretario alla difesa, presidente dell’Associazione “La scelta. Uscire insieme dai problemi” e Paolo Bartolozzi, già membro del Parlamento Europeo.
Giuseppe Papaleo, Presidente dello IASEM, ha citato il Documento portante del lavoro dell’MCH: il Manifesto della Civiltà Mediterranea, una carta di valori “per ripensare il dialogo interculturale e geopolitico, la cui sottoscrizione è aperta a tutti gli individui, le Associazioni e le Istituzioni che vi si identifichino”. La moderazione è stata affidata a Pierpaolo Grezzi, Coordinatore scientifico dello IASEM, che ha invitato al confronto tutti i partecipanti.
Ha introdotto i lavori Pierandrea Vanni: “Vogliamo contribuire attivamente ripercorrendo la storia della nostra Associazione a rafforzare il rapporto tra tutti i Paesi del Mediterraneo, inclusi i Paesi del Golfo, che hanno motivazioni politiche, culturali ed economiche per sentirvene parte integrante”. Miriam Zamparella ha ribadito la necessità di prestare attenzione oltre che alla cultura anche all’analisi del fattore economico-finanziario per intensificare la cooperazione tra le due sponde.
“Dobbiamo rispondere a quello che ci chiede il mondo Arabo, costruendo ponti di dialogo e contrastando qualsiasi strumentalizzazione della religione islamica. Progetti concentrati sulla formazione, le donne arabe, i giovani e il lavoro e la tutela della salute dei bambini – aggiunge – sono tutti potenziali strumenti per trovare la “cura” al pregiudizio e alla paura”, dichiara il Dott. Foad Aodi.
“Il contributo italiano allo sviluppo del dialogo, già dimostrato nel corso degli anni attraverso la RIDE – Rete Italiana per il Dialogo Euromediterraneo – rilanciata due anni fa con il contributo determinante della Fondazione Mediterraneo a Napoli, punta ad un lavoro sinergico, mirato alla valorizzazione delle diverse competenze, per metterle in rete e facilitare nuove iniziative da parte di tutti i soggetti italiani interessati al dialogo euro-mediterraneo. Tra i punti di maggiore interesse, l’attenzione alla formazione dei giovani e a tutte le esperienze di avviamento al lavoro all’insegna della mobilità e del co-sviluppo”, è ciò che ha dichiarato il rappresentante della Farnesina, Enrico Granara.
Lo IASEM, Istituto Alti Studi Euro Mediterranei, è un istituto indipendente nato nel 2011 dall’iniziativa dell’Ing. Giuseppe Papaleo, professionista nel settore delle infrastrutture, e del Dott. Pierpaolo Grezzi, studioso del pensiero arabo-islamico, con l’ obiettivo di contribuire a sostenere le azioni politiche di cooperazione, le interazioni economiche e gli scambi culturali nel Mediterraneo, considerata un’area geopolitica e geo-economica destinata a divenire uno dei più grandi poli di concentrazione decisionale e di rinnovamento globale dei prossimi decenni.
Un Centro di studi e consulenza internazionale dedicato specificamente all’area euro-mediterranea, nato con l’intento di creare una struttura che potesse mettere in campo iniziative volte a generare una sinergia virtuosa tra attività economiche e cooperazione culturale nel Mediterraneo, promuovendo contemporaneamente processi di diplomazia dal basso e, quindi, di spinta verso una maggiore sensibilità politica al tema dell’integrazione mediterranea.
Lo IASEM approfondisce i fenomeni geopolitici, le interazioni economiche e le dinamiche culturali nell’area, al fine di elaborare proposte concrete e di favorire una effettiva conoscenza tra le differenti realtà mediterranee. Una conoscenza non solo teorica, ma anche pratica, favorita da scambi culturali, seminari, progetti di integrazione.
L’Istituto mette il proprio know-how a disposizione di enti pubblici e privati per la realizzazione di programmi che favoriscano le interazioni diplomatiche, culturali ed economiche tra i diversi Paesi dell’area euro-mediterranea.
Il Mediterraneo è inteso come una piattaforma sulla quale è necessario costruire una nuova Casa Comune, fondata sul rispetto, sulla reciprocità, sullo scambio di conoscenze ed esperienze, sul dibattito interno, sulla costruzione di nuove reti economiche.
L’apertura graduale di spazi di condivisione nel Mediterraneo è parte integrante della visione e dell’operato dello IASEM. Tra le azioni programmatiche, lo IASEM mette al suo centro le attività di alta formazione, al fine di offrire ai giovani che intendono lavorare nell’area mediterranea e alle future classi dirigenti approfondimenti utili e strumenti interpretativi necessari a capire i contesti culturali, geo-politici ed economici in cui si andrà ad operare.
Giuseppe Papaleo è un Ingegnere Civile e Imprenditore italiano, specializzato nel settore delle costruzioni civili e stradali. Dal 2013 è Amministratore Unico della Papaleo Srl. e, in seno all’azienda familiare, ha maturato una significativa e specifica esperienza, dall’implementazione alla gestione del Settore dei Sistemi di controllo Qualità e di Prodotto e del settore della Sicurezza sul Lavoro. È stato Direttore Generale del C.R.O. Med. – Centro per la Ricerca sull’Oriente e il Mediterraneo. È fondatore e, dal 2011, presidente dello IASEM, per il quale ha curato in particolare la rete di relazioni internazionali, sviluppando relazioni pubbliche con molti Paesi del Mediterraneo e con le Istituzioni europee. Ritiene fermamente che l’integrazione mediterranea raccolga in sé la sfida più importante per il rilancio e l’attuazione delle politiche internazionali.
Il prof. Foad Aodi è presidente della Comai, Comunità del mondo arabo in Italia. L’obiettivo di questa comunità è creare un punto di riferimento in Italia che operi per la promozione della cultura araba e dell’integrazione sociale e culturale. Ed in particolare: promuovere il dialogo culturale e religioso all’interno delle varie civiltà e culture; promuovere la formazione e l’aggiornamento culturale relativo alle arti, la lingua, la letteratura, lo spettacolo, lo sport, la storia e la cultura araba ed italiana; promuovere il ruolo della famiglia nella società araba ed italiana facilitando gli incontri e gli scambi culturali fra le donne e fra i giovani e gli studenti della seconda e terza generazione ed il loro inserimento scolastico ed universitario; incoraggiare e sostenere incontri, seminari e convegni riguardanti la costituzione e legislazione italiana ed i diritti e i doveri degli immigrati in Italia al fine di promuoverne la loro completa integrazione; promuovere una collaborazione con tutte le ambasciate, comunità ed associazioni straniere, nonché con le istituzioni italiane al fine di creare dei canali comunicativi di riferimento per gli scambi culturali e professionali; promuovere lo scambio culturale tra l’Italia ed i nostri paesi di origine, sempre a favore di una maggiore integrazione interculturale, e promuovere, allo stesso tempo, uno scambio in ambito scientifico-sanitario appoggiando ed usufruendo anche della collaborazione con l’AMSI (Associazione Medici di origine Straniera in Italia) sia a livello nazionale che internazionale; fornire supporto alle attività giornalistiche, agli istituti di ricerca in ambito nazionale ed internazionale finalizzate alla valorizzazione della cultura araba ed italiana; promuove l’istituzione di mezzi di comunicazione e/o testate in lingua araba ed italiana.
La Comai si è costituita dopo due anni di consultazione con tantissimi cittadini di origine araba in Italia, è coordinata dal “Comitato dei fondatori”, presieduto dal prof. Foad Aodi e composto da universitari, medici, ingegneri, architetti, fisioterapisti, insegnanti, imprenditori, ricercatori, studenti, impiegati, tutti di diverso credo religioso e provenienti da varie nazioni arabe e per la maggioranza già cittadini italiani impegnati da anni nel volontariato a favore di una integrazione completa di tutti i cittadini di origine straniera in Italia.
Roma, 31 Maggio 2016
Alexia Perazzi