Autonomia energetica, difesa del lavoro e Iva ridotta: queste le soluzioni per risollevare l’Italia che delinea l’onorevole Luciano Ciocchetti, candidato di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati per il collegio uninominale Roma 6, che comprende l’XI Municipio, il XII Municipio e Fiumicino, nelle prossime elezioni del 25 settembre.
Onorevole Ciocchetti, le liste sono state appena chiuse. Si parte per l’ultimo mese di campagna elettorale. Il Pd perde pezzi ogni giorno, i 5 Stelle sono ormai ridotti ai minimi termini. L’unica incognita è il tandem Renzi-Calenda: Quanto può incidere il terzo polo sul voto dei moderati?
“Mi sembra che i sondaggi parlino abbastanza chiaro. Non c’è posto per un terzo polo, un centro così come lo abbiamo conosciuto e vissuto per tanti anni non esiste più. Oggi abbiamo due strade davanti a noi: un polo spostato a sinistra e un polo di centrodestra. Appunto, di centrodestra. Questo vuol dire che la gran parte di quelli che possiamo definire moderati la loro scelta l’hanno già fatta. Cosi come ho fatto io quando insieme a tanti amici ho deciso rispondere in modo affermativo all’invito fatto da Giorgia Meloni ad Atreju nel 2018 di aprire il suo partito ai moderati. E infatti Fratelli d’Italia è cresciuto sempre di più”.
Fratelli d’Italia continua a volare nei sondaggi. L’unico rischio potrebbe essere rappresentato dall’astensione, da sempre nemico atavico del centro destra? Quali sono i vostri argomenti più validi per convincere gli indecisi e i tanti giovani delusi a votare Giorgia Meloni?
“L’astensionismo è un problema serio che riguarda tutto il nostro sistema politico e non è una questione solo italiana. Basti guardare a quello che è successo alle ultime legislative in Francia dove si è registrato un astensionismo record. E a disertare le urne sono stati soprattutto i giovani. Il problema vero è che la politica deve tornare a essere credibile. I giovani hanno perso fiducia nei partiti perché pensano che qualunque schieramento vada al governo per loro non cambia niente. E invece non è cosi. Qualcosa può cambiare se chi governa rimane coerente ai propri valori e alle proprie idee, e non se cambia opinione per motivi di opportunismo politico. Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia sono stati sempre chiari e lineari. Si possono condividere o meno le nostre idee ma di certo non si può dire che non abbiamo una linea politica precisa e dai contorni ben definiti. Siamo stati noi a promuovere il patto anti – inciucio per vincolare tutti i partiti della coalizione di centrodestra al rispetto degli impegni programmatici presi con i cittadini. Ecco, agli indecisi e ai giovani dico che votando Giorgia Meloni e Fdi votano una leader e un partito sempre leale con gli italiani, e non mi sembra cosa da poco”.
Come tutte le volte, anche questa campagna elettorale estiva, si giocherà anche e soprattutto fuori i confini nazionali: quali sono i vostri rapporti con l’Unione europea e cosa rispondete alle critiche strumentali provenienti, proprio, da chi maliziosamente, in Europa vi taccia di sovranismo ed euroscetticismo?
“Chiariamo una volta per tutte. Noi siamo per l’Unione Europea, ma è sotto gli occhi di tutti che cosi com’è non funziona. E’ inadeguata a fronteggiare le grandi sfide dei nostri tempi. Serve una profonda revisione dei Trattati e una diversa Europa che si occupi dei grandi temi: sicurezza, immigrazione, energia, visione di politica estera. E poi serve maggiore tutela degli interessi nazionali nella discussione dei dossier legislativi europei, anche alla luce dei cambiamenti avvenuti nel contesto internazionale, con particolare riferimento alla transizione ecologica. Se per sovranismo intendiamo tutela dell’interesse nazionale e difesa della patria ben venga. La nostra idea è un Europa confederale e non federale”.
Quali sono i punti del programma che Fratelli d’Italia ritiene più indispensabili ed urgenti una volta che sarà alla guida del Paese?
“Le questioni da affrontare sono tante. Direi innanzitutto la sfida dell’autosufficienza energetica con la diversificazione degli approvvigionamenti energetici, il pieno utilizzo delle risorse nazionali, anche attraverso la riattivazione e nuova realizzazione di pozzi di gas naturale in un’ottica di utilizzo sostenibile delle fonti, e l’aumento della produzione dell’energia rinnovabile. E poi la difesa del lavoro, dell’impresa e dell’economia, a cominciare dal taglio del cuneo fiscale in favore di imprese e lavoratori, da una maggiore tutela del potere d’acquisto di famiglie, lavoratori e pensionati di fronte alla crisi economica e agli elevati tassi di inflazione, fino ad arrivare a interventi sull’IVA per calmierare i prezzi dei beni di prima necessità e ad un ampliamento della platea dei beni con IVA ridotta”.
Dalle ultime stime in autunno oltre 2milioni e mezzo di italiani avranno difficoltà anche a fare la spesa. Quale la vostra “cura d’urto”?
“Pensiamo ad una serie di interventi per migliorare il nostro welfare. Ad esempio la ridefinizione del sistema di ammortizzatori sociali al fine di introdurre sussidi più equi ed universali, la sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro, l’innalzamento delle pensioni minime, sociali e di invalidità, la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, per favorire il ricambio generazionale. E poi un maggiore sostegno alla famiglia, con interventi mirati alla riduzione dell’aliquota IVA sui prodotti e servizi per l’infanzia, l’aumento dell’assegno unico e universale, la progressiva introduzione del quoziente familiare.”
Un suo giudizio sul Governo Draghi: è stato, davvero, il “governo dei migliori” oppure ha sancito l’ennesimo, forse definitivo, fallimento di tecnici (seppur autorevolissimi) inadatti a calarsi nelle dinamiche della politica?
“L’autorevolezza di Mario Draghi non si discute. Si è trovato alla guida del paese in un contesto nazionale e internazionale veramente difficile e complicato. Fratelli d’Italia ha scelto di stare all’opposizione del suo governo dove c’era tutto e il contrario di tutto, e lo ha fatto sempre in maniera costruttiva, non mancando di dare il proprio sostegno come nel caso della guerra in Ucraina e nella convinta adesione dell’Italia al Patto Atlantico, ma anche manifestando tutta la contrarietà ad una serie di provvedimenti assolutamente non condivisibili. Giorgia Meloni si è sempre contraddistinta per la richiesta di un ritorno alle elezioni perché aveva ben chiaro che quello che era stato definito governo dei migliori faceva acqua da tutte le parti, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Adesso deve tornare in campo la politica con la ‘P’ maiuscola. La vera sfida è tra sinistra e centrodestra, tra due culture diverse e con i loro programmi. Basta ambiguità”.
Sabrina Trombetti