In campo, come in politica, con un imperativo: rispetto delle regole.
Gianluca Castaldi, ex arbitro, Dirigente Nazionale A.I.A., da due legislature al Senato con il M5 Stelle, oggi Capogruppo, ha un sorriso rassicurante, lo stesso che utilizzava per calmare e tranquillizzare gli animi dei più facinorosi, durante i derby più caldi nella sua bellissima Regione, l’Abruzzo.
Lo incontriamo nella Segreteria di Presidenza del Senato, e ci mette, subito, a nostro agio, con modi garbati e amichevoli.
Colpisce la sua grande passione per il calcio e il mestiere di arbitro, appreso dal papà Gianni Castaldi, uno dei fischietti più famosi negli Anni ‘80.
Senatore Castaldi, in Italia il movimento calcio muove milioni di appassionati. Troppo spesso, però, si dimentica che, oltre ai fasti della serie A, ci sono le categorie minori, e qui un dato preoccupa: l’aumento della violenza, fuori e dentro il campo.
I numeri sono impietosi! Bisogna intervenire per debellare chi utilizza lo sport per sfogare le proprie frustrazioni! La capacità di comprendere che un giovane possa commettere un errore in buona fede è alla base di tutto. Questi ragazzi sono animati da passione profonda per ciò che fanno, orgogliosi, fieri di dirigere una competizione e contribuire al corretto svolgimento della stessa. Questa passione è spesso costretta a fare i conti con le violenze subite, che possono persino arrivare compromettere la stabilità psicologica di un giovane arbitro. Quando questo accade lo sport perde una delle sue parti migliori: perde cioè una persona che, quasi gratuitamente, è bene ricordarlo, si rende disponibile impegnandosi ad essere giudice terzo in una sfida.
Di recente lei ha proposto un disegno di legge che tuteli i direttori di gara. In che modo andrà a salvaguardare gli arbitri? Quanto inciderà nell’ordinamento Sportivo?
Il mio disegno di legge ha l’obiettivo di assegnare la competenza al tribunale ordinario, in composizione monocratica, del delitto di lesioni personali lievi e lievissime, di cui all’articolo 582 del codice penale, commesso in occasione di manifestazioni di carattere sportivo. In base alla legislazione vigente – articolo 582 del codice penale e articolo 4 del decreto legislativo n. 274 del 2000 – al netto di eventuali circostanze aggravanti, laddove la prognosi risulti inferiore a venti giorni, il delitto è infatti di competenza del giudice di pace, procedibile a querela. In tal modo, attraverso l’estinzione del reato conseguente a condotte riparatorie la vittima di reato rischia di non trovare ristoro integrale neppure delle spese legali. Quindi, in estrema sintesi, la mia proposta mira a fornire un efficace strumento di contrasto al fenomeno della violenza contro gli ufficiali di gara, nonché di possibile ristoro – quantomeno legale – alle vittime di tale fattispecie delittuosa.
Le istituzioni sportive, l’A.I.A. in particolare, sta collaborando a questa proposta? Sono previste campagne di sensibilizzazione e di informazione?
L’AIA è sicuramente interlocutore informato. Già nella scorsa legislatura la questione fu al centro di un interessante e partecipato convegno qui in Senato! Il supporto del mondo arbitrale e di tutte le Federazione Sportive Italiane è fondamentale per divulgare questa notizia e sensibilizzare il Parlamento, al fine di garantire una rapida approvazione del provvedimento. D’altra parte in Senato la classe arbitrale è ben rappresentata! Come saprà ci sono ben 4 arbitri eletti nei vari schieramenti politici! Il tema è comune e molto sentito. Spero in un iter veloce e nel supporto di tutti gli schieramenti politici.
Sappiamo che suo papà, Gianni Castaldi, negli anni Ottanta, è stato un grandissimo arbitro e che poi anche lei ne ha seguito le orme… È più difficile arbitrare una gara tra 22 scalmanati o governare insieme alla Lega di Salvini?
Bella domanda, due cose complicatissime! Scherzi a parte, nella prima ci aiuta il Regolamento del Calcio, nella seconda il Contratto di Governo. In entrambi i casi l’utilizzo della regola 18 del calcio, non scritta, aiuta: il buon senso!
Sabrina Trombetti