“CARCERE, DROGA E TERRITORIO”

Si è tenuto a Roma dal 28 al 29 Aprile il Convegno Tematico Nazionale “Carcere, Droga e Territorio”, organizzato da FEDERSED “Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti dei Servizi delle Dipendenze”.

carcere-droga-bocciatura-legge-fini-giovanardiGli operatori del settore riuniti hanno raggiunto le seguenti conclusioni: in Italia il legame fra il consumo di droghe ed il carcere è stato da sempre indissolubilmente connesso ad una cornice normativa che, solo in parte, in questi ultimi decenni, è stata in grado di interpretare coerentemente, dal punto di vista giuridico, il fenomeno del consumo di sostanze nel rispetto delle evidenze scientifiche e dei bisogni di cura e riabilitazione del consumatore problematico.

Non meraviglia, quindi, come oggi, il DPR 300/90, pur con la più recente revisione della tabellazione delle sostanze introdotta dalla Legge 79/2014, non riesca più ad interpretare, in maniera organica ed armonica, i criteri che dovrebbero guidare la definizione di uso, consumo patologico, le misure sanzionatorie, nonché le opportunità di cura e riabilitazione. E’ per questa ragione che, probabilmente, il DPR 309/90, anche con le sue più recenti modifiche, non può più essere emendabile, ma dovrebbe lasciare il posto ad una più moderna normativa ispirata alle più recenti evidenze scientifiche.

L’evidenza che il sistema d’intervento debba essere rivisto, in base ad una cornice normativa più moderna e basata sulle evidenze scientifiche, è dimostrata dai dati. Oggi in Italia circa 18.000 detenuti presentano dei problemi correlati all’uso di sostanze, e di questi circa 2.000 hanno potuto accedere, nell’ultimo anno, a programmi di misura alternativa alla carcerazione. Le cause di una siffatta situazione sono dovute ad una non coerente definizione dei criteri medico-legali per la certificazione di alcol/tossicodipendenza in carcere, ad una incapacità, da parte della normativa attuale di offrire le migliori opportunità terapeutiche e riabilitative per i consumatori di sostanze recidivi, e alla mancanza di risorse, sia per i trattamenti intramurari che per quelli sul territorio. In altre parole, è l’inadeguatezza delle politiche sulle droghe di questi ultimi anni che ha prodotto in Italia un enorme numero di detenuti fra i consumatori di sostanze, incrementando notevolmente il problema del sovraffollamento carcerario e la recidiva nell’uso di sostanze e nel reato di coloro che tornano in libertà.

Ancora più evidenti sono le conseguenze di una assenza delle applicazioni delle misure di riduzione del danno in carcere.

rebibbia_Carcere_cartello-2Una recente ricerca europea realizzata da FeDerSerD, su un campione di circa 15.000 detenuti, ha dimostrato come l’Italia sia uno degli ultimi Paesi Europei nell’applicazione delle misure di riduzione del danno in carcere, così come nella corretta somministrazione dei farmaci sostitutivi, come suggerito dalle best practices.

Preoccupa, altresì, da sempre la condizione di centinaia di consumatori di sostanze che, ancora oggi, sono internati negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, il cui destino di cura e riabilitazione è ancora incerto a causa di normativa che, se da una parte vuole coraggiosamente chiudere immediatamente i “manicomi criminali”, dall’altra non è in grado di offrire percorsi certi sul territorio e le risorse necessarie per realizzarli.

Sono questi i presupposti che portano oggi un gran numero di consumatori di droga in carcere, che diminuiscono le loro possibilità di cura e riabilitazione, e inducono a tradire i mandati degli articoli 27 e 32 della Costituzione, che prescrivono il dovere di garantire ai detenuti, anche consumatori di sostanze, il diritto alla salute, nello stesso modo dei cittadini in libertà.

Il diritto di cura del consumatore di sostanze in carcere diventa, perciò, il paradigma dei diritti . che in questi anni – sono stati negati a chi ha consumato sostanze e ne è diventato dipendente, e del fatto che il carcere potesse diventare un “pezzo” effettivo ed efficace della catena di cura del territorio.

E’ partendo da queste premesse che il Convegno Tematico Nazionale FeDerSerD ha cercato di affrontare nella prima giornata, le responsabilità e gli impegni delle Istituzioni per il rispetto del diritto alla salute del consumatore di sostanze e, nella seconda giornata, raccogliere e presentare le più importanti esperienze di trattamento e le best practices. E’ dalle sintesi di queste che il convegno vuole, infine, produrre una “carta per i diritti del consumatore di sostanze detenuto” che contenga i più importanti principi etici e scientifici di trattamento, in grado di stimolare gli operatori all’applicazione delle best practices ed i policy makers ad una revisione radicale della normativa, ad esclusivo beneficio dei consumatori e dei loro diritti.

Roma, 30 Maggio 2015

Marcello Grotta