Quasi tutti dispongono di un’autovettura e in ogni caso di un mezzo di trasporto munito di un classico motore endotermico. Tali motori necessitano ovviamente di qualcosa che provochi al loro interno le esplosioni necessarie per far funzionare il sistema. Nella sostanza infatti padre Barsanti incernierò, diciamo così, una palla di cannone e si pensava di ottenere l’energia necessaria utilizzando direttamente la polvere nera. Ad oggi si ottiene con combustibili e carburanti quali benzina, gasolio, gas di petrolio liquefatto e gas metano. Ipotizziamo per un attimo l’assenza di impianti di rifornimento pubblici per cui ognuno debba effettuare il rifornimento presso il proprio domicilio provvedendo anche a prepararsi tutto il necessario partendo dalla materia prima. Follia! Qualcosa di molto simile avviene attualmente. Anche se non è una novità, essendo stata già negli anni venti del novecento oggetto di approfonditissima ricerca, persino da parte di Ferdinand Porsche, e ritenuta la soluzione di ogni problema legato alla locomozione, l’auto a propulsione elettrica si sta diffondendo molto, tanto che alcune fabbriche di auto hanno sostenuto di volersi dedicare a produrre unicamente tale tipo di veicoli. E’ indubbio che la resa di un motore ad energia elettrica, tralasciando gli aspetti legati all’ecologia, sia molto più grande di quella di un ciclo Otto e quindi totalmente preferibile. L’energia elettrica inoltre, pur che a basso voltaggio, è facilmente stoccabile all’interno di accumulatori nei quali negli ultimi anni si è riusciti ad ottenere, mediante l’utilizzo di particolari metalli,capacità considerevoli. I tempi di ricarica degli accumulatori sono però molto lunghi e quasi sempre l’operazione si effettua attualmente per chi possiede la cosiddetta auto elettrica nel garage di casa propria o di qualche ufficio impiegando molte ore. La necessità di dover utilizzare cavi , prese e spine non è entusiasmante e le centraline pubbliche, nel frattempo realizzate, sono molto spesso in condizioni inadatte all’uso. Si potrebbe anche dire quindi che i tempi di ricarica degli accumulatori sono quasi gli stessi necessari per raffinare una grande quantità di combustibile. Tutto questo appare illogico e penalizza molto l’utilizzo di questi veicoli se non di quelli cosiddetti ibridi poiché forniti di entrambi i tipi di propulsione sopra detti. Anche questo appare illogico oltre che costoso perché, una volta effettuata la scelta del tipo di motore,quello si deve poter utilizzare. Purtroppo le istituzioni,quelle che siano, sono sempre più carenti sia a livello nazionale che internazionale anche se comunitarie e molto spesso si sorride quando si viene a conoscenza degli argomenti dibattuti e delle decisioni prese in merito. Chissà se sarebbe difficile in seno ad esse determinare una unità di capacità per gli accumulatori nonché il tipo di accumulatore da utilizzare sui veicoli eguale per tutti anche nelle dimensioni. Ad esempio un ciclomotore, per le proprie necessità energetiche attualmente è dotato di un serbatoio della capacità di qualche litro ben diverso da quello di una berlina, di un’auto sportiva o di un autocarro ma il contenuto è lo stesso ed è facilmente e rapidamente reperibile nella quantità desiderata, ciò deve accadere anche per la propulsione mediante motori elettrici .Chissà se non sarebbe utile individuare quindi un accumulatore di determinata capacità e dimensioni concettualmente paragonabile al litro dell’attuale carburante, da utilizzare in quantità differenti su ogni tipo di veicolo munito di propulsione ad energia elettrica. Ovviamente non è un liquido erogabile ma una struttura solida munita di due poli che ,collegati tra loro,possano alimentare il sistema. Chissà se, prendendo in considerazione il caso di un’automobile, non si potrebbe realizzare negli spazi lasciati vuoti dalle marmitte,dal serbatoio ecc. dei cassetti di varia grandezza in grado però di ospitare solo il tipo di accumulatore individuato in numero di unità necessario per garantire una buona autonomia. I cassetti,dotati di contatti a pattino, pongono immediatamente in serie gli accumulatori in modo tale da rendere rapidissima la sostituzione presso appositi impianti che provvedono poi alla ricarica tramite pannelli solari o sistemi affini per altre ulteriori sostituzioni ad utenti diversi. Sarebbe un poco come una vecchia stazione di cambio dei cavalli dove si lascia energia esaurita inserendone di nuova. Alla chiusura ogni cassetto si connette al sistema elettrico. Ovviamente essendo quasi sempre le potenze commisurate alle dimensioni non dovrebbero porsi problemi di capienza. Analogamente per cicli assistiti e motocicli si può utilizzare l’ampio interspazio tra le ruote. Chissà dunque se la tranquillità conseguita nella possibilità di un rapido e capillarmente disposto sistema di rifornimento di energia elettrica per autotrazione non potrebbe sviluppare definitivamente tale tipo di motorizzazione per altro assai economica sia costruttivamente che nel’utilizzo. Certo l’accumulatore da sostituire è sicuramente più scomodo rispetto all’erogazione del carburante ma si intende discorrere di un parallelepipedo del peso al massimo di un paio di kilogrammi. Si tenga anche presente che si possono realizzare accumulatori di potenza pari a quelli normalmente in commercio con dimensioni e peso pari alla loro metà disponendo di un anodo atmosferico. Ne deriverebbe il doppio della energia a parità del volume oltre al dovuto riconoscimento agli studi del compianto prof. Mascioli, illustre fisico che tanti anni dedicò, risolvendolo, a questo problema. Dunque ricapitolando chissà se si potrebbe operare nel seguente modo:l’organizzazione internazionale competente individua l’unità di misura dell’accumulatore adatto all’alimentazione della motoristica per trazione elettrica dandone anche le dimensioni. Tutti i costruttori si uniformano al voltaggio, all’amperaggio ecc. anche nel realizzare in tutti i veicoli appositi contenitori scorrevoli all’altezza del pianale commisurati alle potenze e alle autonomie. Si realizzano impianti stradali in città e fuori dove con sistemi ecocompatibili si ricaricano gli accumulatori sostituiti perché scarichi e ovviamente si consegnano quelli carichi,quelli lasciati una volta ricaricati costituiranno il rifornimento energetico per altri veicoli nel numero di unità di misura necessario. Gli accumulatori sono posti in cassetti nei quali possono scorrere rapidamente,con garanzia del contatto immediato,la chiusura degli stessi provoca l’immediata chiusura del circuito. Chissà se,infine,i grandi interessi ancora legati al settore dell’autotrazione lascerebbero attuare quanto sopra detto.
Guido Rossi Merighi