ASSTEL 2015: “LA FILIERA DELLE TELECOMUNICAZIONI E L’ITALIA”

Agcom-640x412Si è tenuto a Roma, a Palazzo Rospigliosi, il quarto rapporto Asstel sulla filiera delle Telecomunicazioni in Italia. Sono intervenuti Cesare Avenia, Presidente di Assotelecomunicazioni Asstel, Angelo Maria Cardani, Presidente Agcom, Elio Catania, Presidente Confindustria Digitale, Antonello Giacomelli, Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico, Massimo Angelini, responsabile Public Relations Wind, Andrea Antonelli A.D. Almaviva contact, Massimo Canturi A.D. Comdata, Massimo Cestaro, segretario generale Slc/ Cgil. Ha Illustrato il risultato del Rapporto Andrea Rangone, Direttore degli osservatori ICT E Management del Politecnico di Milano.

E’ stato confermato l’allargamento della forbice fra Copertura e Utilizzo delle infrastrutture di rete. La copertura accelera, mentre l’utilizzo parte da un livello tra i più bassi in Ue e cresce al minor tasso annuo.

A Marzo 2015 la copertura della banda larga mobile 4G (Lte) in Italia ha raggiunto l’ 84% della popolazione, superando la media Europea, attestata all’80%, e collocandosi seconda dopo l’Uk. L’Italia registra così il maggior tasso di crescita di questa infrastruttura in Ue, considerando che a Marzo 2014 la copertura riguardava il 55% della popolazione. In base ai piani di investimento resi noti dagli Operatori, nel 2017 l’accesso al 4G sarà disponibile al 95% della popolazione. Siamo, al contrario, il fanalino di coda in Europa sull’utilizzo della Lte. Infatti a fine 2014 risultava che solo il 6% delle sim Italiane aveva attivo un contratto 4G, contro il 12% degli utenti in Spagna, il 18% in UK, il 20% in Germania.

Se la banda larga fissa base (> 2Mbps) copre il 99% delle abitazioni, l’utilizzo di questa tecnologia riguarda solo il 23,4% della popolazione, a fronte di una media Ue del 30,9%. Ma il dato più allarmante è che la crescita della domanda di banda larga fissa base è in assoluto la più lenta in Ue, pari a 0,1 punti percentuali (Luglio 2013/ 2014). Contemporaneamente l’incremento medio Europeo è stato di 1, 6 pp., quello della Spagna si è attestato a 1,7 pp e quello dell’UK, il più elevato, si è innalzato di 3,5 pp.

Per quanto riguarda la copertura a banda ultra larga, superiore a 30 Mbps, l’accelerazione degli investimenti attivati dagli operatori ha consentito di passare dal 21% delle abitazioni di Dicembre 2013 al 32% di Maggio 2015 (pari a 8 milioni di abitazioni). Rimane elevato il ritardo rispetto alla media Europea (62% delle abitazioni, a Dicembre 2013), ma secondo i piani dichiarati dagli operatori, questa infrastrutturazione coprirà il 75% delle abitazioni Italiane.

La filiera Italiana delle Tlc, che comprende gli operatori di rete fissa e mobile, i fornitori di terminali, di apparati e di servizi di rete, le aziende di software per le telecomunicazioni, le infrastrutture di rete e le aziende di Contact Center, nel 2014 ha visto diminuire i ricavi del 5% rispetto all’anno precedente (la contrazione a fine 2013 era stata del 7%). Il settore ha chiuso l’ anno con un fatturato di 42,3 mld di Euro, contribuendo al Pil con una quota pari al 2,6%. In totale, dal 2008 ha perso circa 11,5 mld, pari al 21% del valore iniziale.

Il comparto degli operatori Tlc, che copre il 75% del mercato, ha registrato la maggiore contrazione pari al 7%, bruciando oltre 2,5 mld di Euro. In totale, dal 2007 al 2014, la perdita è stata di quasi 14 miliardi di euro ( – 30% del valore inziale).

Dettagliatamente, si vede che l’anno scorso i ricavi da rete mobile sono diminuiti del 10%, pari a – 1, 7 miliardi di euro; complessivamente in sette anni gli Operatori mobili hanno perso quasi 8 miliardi di euro, vale a dire un terzo del valore iniziale. La perdita maggiore è attribuita alla componente di fonia, che in un solo anno ha perso 1, 3 miliardi di euro e in sette anni ha perso addirittura più della metà del valore iniziale, nonostante continuino a crescere i volumi di traffico ( + 32% di crescita negli ultimi quattro anni).

Nel 2014 i ricavi da rete fissa sono scesi del 5%, con una perdita complessiva di poco meno di 1 mld di Euro. Il calo in sette anni è stato pari al 27%, ovvero 6 miliardi di euro in valore assoluto. Nel 2014 è ancora più pesante degli anni passati. La riduzione della spesa in fonia (-12%) pari a 700 milioni di euro.

Nonostante il trend molto negativo di ricavi e margini, gli investimenti degli operatori Tlc nel 2014 sono cresciuti del 7% ( 400 milioni in più del 2013). Aumentata anche l’ incidenza sui ricavi, arrivando al 17% (il valore più alto raggiunto da sette anni a questa parte). L’incremento degli investimenti degli Operatori è ancora più rilevante, se letto nello scenario macroeconomico complessivo, in cui si evidenzia che gli investimenti complessivi delle imprese nello stesso periodo sono diminuiti di oltre il 3%.

Da una recente analisi, emerge la diminuzione complessiva dei prezzi dei servizi mobili del 49% in quattro anni (2011/2014) . Effettivamente, appare sempre più evidente che la liberalizzazione nel settore delle Tlc, per l’ intervento del regolatore e la concorrenza fra gli Operatori, ha portato forti riduzioni dei prezzi non riscontrabili in altri settori, come quelli dell’energia, dei trasporti, della raccolta dei rifiuti, per i quali l’Autorità evidenzia forti incrementi.

Nel 2014, il comparto dei Contact center in outsourcing cala leggermente tra l’1% e il 2%, con un fatturato complessivo di circa 1,91/ 1,93 miliardi di euro. Tale valore include le attività di inbound (customercare, vendite, back- office), outbound, altri servizi (soluzioni ICT, attività di logistica, ricerche di mercato, ecc..), ricavi provenienti dall’estero e ricavi da subappalto. Si tratta di un mercato frammentato, in termini di numerosità di aziende, circa 200, ma concentrato da un punto di vista di fatturato. Infatti le prime dieci imprese rappresentano la metà del fatturato e le prime trenta raggiungono l’80%. Nel 2014 le attività in outbound hanno rappresentato poco meno di 1/5 del totale fatturato.

La forte contrazione dei ricavi della filiera delle Tlc ha avuto un impatto anche sui livelli occupazionali, pur attenuato da accordi fra le Parti Sociali. Nel 2014 il numero di addetti della filiera delle Tlc in Italia (dipendenti e somministrati) per un totale 119.800 addetti, è calato del 3%.

Rilevante è il dato della crescita dell’età media anagrafica dei dipendenti: più del 60% ha oltre 40 anni (contro il 49% del 2010). Di contro si riduce il numero degli under 30: da 13% a 7% in quattro anni. Tale andamento rappresenta un ostacolo alla forte necessità della filiera di generare innovazione in un contesto sempre più competitivo in cui i giovani possono dare un contributo determinante per lo sviluppo del settore.

Roma, 29 Giugno 2015

Alexia Perazzi