COLONIA ITALIA, IL NUOVO LIBRO DI GIOVANNI FASANELLA E MARIO JOSÈ CEREGHINO CHE SPIEGA IL SISTEMA DI CONTROLLO POLITICO ECONOMICO E SPIONISTICO DEGLI INGLESI ESRCITATO PER OLTRE UN SECOLO SULL’ITALIA

Colonia Italia”, di Giovanni Fasanella e Mario Josè Cereghino descrive, puntigliosamente e senza esclusione di colpi, la guerra interminabile combattuta da più di due secoli dalla diplomazia e dai servizi segreti di Sua Maestà per sottomettere l’Italia e controllarne l’opinione pubblica italiana in funzione degli interessi economici e politici inglesi.

MAR-COLONIAITALIAIl libro, basandosi sulla scoperta di nuovi documenti trovati negli archivi di Stato di Kew Gradens, a Londra che rivelano l’esistenza di una vera e propria macchina della propaganda occulta della diplomazia e dei servizi segreti britannici, ricostruisce i meccanismi di funzionamento di questa invasione nascosta facendoci conoscere tutto quell’apparato occulto e macabro dei servizi inglesi che ha controllato per un secolo gran parte dell’informazione italiana, con l’obiettivo di orientare l’opinione pubblica attraverso il cd. brainwashing e, di conseguenza, le scelte politiche dei partiti e dei governi a sostegno degli interessi inglesi soprattutto quelli petroliferi in alcune aree strategiche del Nord Africa e del Medio Oriente, attraverso la mistificazione delle informazioni, le macchinazioni del fango e la disinformazione sistematica.

Per la sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, il controllo politico-culturale e talvolta anche militare dell’Italia da parte inglese è sempre stato, quindi, un obiettivo di primaria importanza, per impedire che il nostro Paese si trasformasse in un pericoloso concorrente, in una minaccia per la Gran Bretagna nei suoi possedimenti coloniali.

Il panorama, descritto molto dettagliatamente dal libro della macchina occulta britannica è davvero impressionante, stando a quello che emerge dagli archivi. Per gran parte dell’élite italiana, Londra è stata un punto di riferimento importante, a partire dal Risorgimento e nel lunghissimo succedersi della nostra complessa storia nazionale postunitaria, stimolando solidi legami tra il Regno Unito e gli ambienti anglocentrici e i maggiori blocchi politico-culturali presenti in Italia, le più importanti famiglie altolocate, i vari potentati economici e soprattutto i gruppi editoriali. Anche le campagne diffamatorie e distruttive contro personaggi della nostra politica non in linea con le coordinate britanniche furono comandate proprio da quella macchina britannica della propaganda occulta e eseguite dai suoi mandatari italiani, spesso strumentalizzando gli stessi giornali e giornalisti che si affidavano, in questi casi, a fonti di notizie (a volte vere, a volte verosimili, a volte false) tenute rigorosamente segrete dai servizi inglesi. Vittime eccellenti di questa strategia diffamatoria, per esempio, fu Alcide De Gasperi, che non impedendo ad Enrico Mattei di fondare l’Eni con le sue strategie aggressive ed intraprendenti nelle aree petrolifere più sensibili, fu costretto al ritiro dalla politica a causa di uno scandalo completamente inventato, idem fu per il suo pupillo ed erede politico Attilio Piccioni, travolto dall’ondata di fango sollevata dal caso Montesi, in cui venne coinvolto ingiustamente il figlio Piero. Lo stesso potrà dirsi delle tragiche quanto misteriose scomparse di Enrico Mattei e di Aldo Moro come dimostrato dal carteggio inviato a Londra nel 1969 dal responsabile della propaganda occulta dell’ambasciata a Roma, Colin MacLaren, sull’utilizzo degli altri metodi…cioè quelli più brutali contro una politica italiana non sottomessa al ruolo di protettorato britannico.

Ma nonostante proprio in questo contesto, l’Italia cresceva ed espandeva la sua influenza economica, avviandosi a diventare addirittura la quarta potenza economica mondiale, sorpassando la Gran Bretagna che aveva vinto la Seconda guerra mondiale e aspirava allo status di potenza globale nonostante che il suo ex impero coloniale fosse ormai solo un pallido ricordo del passato e per la quale il sorpasso italiano rappresentava un affronto inaccettabile. Questo grazie soprattutto allo spirito nazionale conservato da alcuni nostri statisti, appunto, e soprattutto grazie all’operato dell’Eni che aveva già estromesso il Regno Unito in Persia e in Egitto. Nel 1969 ci fu un ulteriore salto di qualità della politica italiana che avrebbe portato il nostro Paese, di lì a poco, a conquistare posizioni di forza anche in Libia e in Iraq, aree che Londra considerava della massima importanza. Significativo, in tal senso, l’ordine impartito nel 1953 da Churchill ai suoi apparati di vendicarsi contro gli «infidi alleati italiani», solo perché avevano violato l’embargo petrolifero imposto dalla Gran Bretagna contro l’Iran di Mossadeq, e poi la durissima reazione di Londra dopo l’espulsione delle sue compagnie petrolifere anche dalla Libia e dall’Iraq che si scatenò su Aldo Moro, a quell’epoca principale esponente della politica italiana tra il 1969 e la prima metà degli anni Settanta.

Basandosi in maniera certosina sulle ricerche d’archivio e i documenti di Kew Gardens sempre “silenziati” dalla stampa il libro traccia una mappa dettagliata, con nomi e cognomi, di questo genere di “anticomplottisti”, dividendoli per categorie: gli “agenti di influenza” cioè quelli che negavano anche l’evidenza per impedire che si stabilissero connessioni e si ricostruiscano contesti di verità; i “ricattabili”: personaggi che hanno vissuto l’esperienza del terrorismo e della lotta armata o che ne sono stati ai margini, ma non ne hanno mai pagato pegno e nel frattempo si sono costruiti delle carriere dorate; gli “opportunisti” con l’incarico di spargere cialtronate, edinfine i “pappagalli” che sono mossi soltanto da uno scellerato scopo di proteggere o occultare, storie politiche o familiari o personali a volte piuttosto imbarazzanti.

Altra particolarità descritta nel libro è il rapporto tra Usa e Gran Bretagna che hanno da sempre avuto una diversità totale nell’affrontare il “problema italiano”, infatti nel dopoguerra, per gli americani, l’Italia era una nazione cobelligerante, che aveva contribuito a liberarsi dal nazifascismo combattendo a fianco degli Alleati con la quale continuare insieme la guerra contro il comunismo, per la Gran Bretagna, invece, l’Italia era solo una nazione sconfitta, quindi da condizionare, sottomettere e combattere politicamente ed economicamente.

Roma, 31 Marzo 2016

Marcello Grotta